La Turchia è una delle terre più importanti per la storia del cristianesimo, anche se oggi pochi lo ricordano. In questo reportage esclusivo, seguiamo un pellegrinaggio organizzato da Opera Romana Pellegrinaggi nei luoghi dove si sono svolti i primi sette concili ecumenici della Chiesa. Attraverso le voci di sacerdoti, religiose e testimoni, riscopriamo le radici della fede cristiana e il desiderio di unità tra Oriente e Occidente. Un viaggio tra storia, spiritualità e attualità, nei luoghi dove è nato il Credo che ancora oggi professiamo.
La Turchia, visitata ogni anno da circa 50 milioni di persone, custodisce un’eredità cristiana spesso dimenticata. Sebbene oggi solo lo 0,2% dei turchi sia cristiano, le tracce della prima Chiesa sono ancora ben visibili tra le rovine di Efeso, Nicea, Istanbul e altri luoghi che hanno segnato la storia della fede.
In collaborazione con l’“Opera Romana Pellegrinaggi”, l’Ambasciata di Türkiye a Roma e l’agenzia TGA, un gruppo di giornalisti e sacerdoti ha compiuto un pellegrinaggio dal forte valore simbolico, guidato da don Giovanni Biallo e suor Rebecca Nazzaro.
Efeso e Nicea: la nascita del credo cattolico
Padre Giovanni Biallo ha sottolineato:
“La Turchia è così importante. […] È molto importante perché la prima creazione di nuove comunità cristiane è avvenuta qui con San Paolo, con San Pietro, con Giovanni l’Apostolo e anche con la presenza di Maria.”
Suor Rebecca Nazzaro, direttrice dell’Opera Romana Pellegrinaggi, ha spiegato:
“Questo pellegrinaggio è molto importante perché andiamo a visitare i luoghi dei concili e quindi la Turchia e la Terra Santa della Chiesa.”
La prima tappa è stata Efeso, dove nel 431 fu proclamato Maria “Theotókos”, Madre di Dio.
“Efeso è importante per molte ragioni. […] Molto vicino al sito archeologico c’è la basilica che fu costruita sulla tomba di Giovanni l’Apostolo,” ha ricordato don Giovanni.
A Nicea (oggi Iznik), fu formulato il Credo Niceno durante il primo concilio ecumenico, mentre il settimo concilio, nel 787, risolse la controversia iconoclasta. Oggi, la chiesa che ospitò il concilio è una moschea.
Istanbul, cuore ferito della cristianità
Quattro concili si tennero a Costantinopoli, l’attuale Istanbul. Nella Hagia Irene, “la Chiesa della Pace”, nel 381 si discusse la divinità dello Spirito Santo. A Calcedonia, nel 451, si proclamò che Gesù è “veramente Dio e veramente Uomo”.
Ma è la Basilica di Santa Sofia a dominare il panorama spirituale e storico della città.
Costruita nel 537, fu una chiesa per 916 anni e ospitò il quinto e sesto concilio ecumenico, prima di essere trasformata in moschea nel 1453.
Il vescovo Massimiliano Palinuro, a capo del Vicariato apostolico di Istanbul dal 2021, ha condiviso un pensiero toccante:
“Questa città mi mise tanta tristezza perché […] porta le ferite delle divisioni dei cristiani. Questa città, che era la capitale d’Oriente dell’Oriente cristiano, è oggi una città islamica per colpa nostra.”
Un futuro di speranza e unità
Nonostante il peso della storia, padre Biallo guarda al presente con fiducia:
“Perché vedo i frutti della presenza di Gesù, dello Spirito Santo nella vita delle persone. […] È così meraviglioso riconoscere come lo Spirito Santo dia nuova santità, misericordia e cambi la vita di molte persone. Il Signore continua a lavorare sodo in mezzo a noi.”
Il viaggio in Turchia è stato dunque non solo una riscoperta del passato, ma un invito alla riconciliazione tra Oriente e Occidente, nel nome di una fede che, nonostante le ferite, continua a unire.