Città del Vaticano — “Le immagini del telescopio James Webb non ci riempiono forse di meraviglia e di una gioia misteriosa, mentre contempliamo le stelle e i loro colori?”. Con queste parole, Papa Leone XIV si è rivolto — in inglese — ai partecipanti della Scuola estiva di Astrofisica della Specola Vaticana, riuniti a Castel Gandolfo.
Papa Leone XIV ha accolto i partecipanti della Scuola Estiva della Specola Vaticana, invitandoli a condividere la meraviglia del cosmo e a promuovere un mondo più giusto e pacifico attraverso la ricerca scientifica.pic.twitter.com/pQFuxHR1NY
— EWTN Italia 🇮🇹 (@EwtnItalia) June 16, 2025
Il Pontefice ha offerto una riflessione poetica e teologica sull’ammirazione che nasce dallo studio del cosmo, citando le Sacre Scritture: “Gli autori biblici non avevano il privilegio dei nostri strumenti moderni, ma la loro immaginazione poetica e religiosa rifletteva su come doveva essere il momento della creazione, quando ‘le stelle brillavano nei loro orologi e si rallegravano; e il loro Creatore le chiamava ed esse dicevano: “Eccoci!”’ (Baruc 3,34)”.
Un nuovo sguardo sull’universo
Papa Leone ha sottolineato lo stupore che accompagna le nuove scoperte: “Mi dicono che la Summer School di quest’anno è dedicata al tema ‘Exploring the Universe with the James Webb Space Telescope’. Sicuramente dev’essere un momento emozionante per essere un astronomo! Grazie a questo strumento straordinario, per la prima volta possiamo scrutare le atmosfere di esopianeti dove forse si sviluppa la vita, studiare le nebulose in cui nascono i sistemi planetari, persino rintracciare l’antica luce di galassie lontane che ci parlano dell’inizio dell’universo”.
La scienza come impresa collettiva e umana
Il Papa ha poi ricordato che la scienza è frutto di collaborazione: “Nessuno di voi è arrivato a questo punto da solo. Pensate a tutte le persone che negli ultimi trent’anni hanno lavorato per costruire il telescopio Webb e i suoi strumenti, agli scienziati e agli ingegneri, ai matematici, ma anche alle vostre famiglie e amici che vi hanno sostenuto. È grazie a tutti loro che oggi possiamo vedere il mondo in modo nuovo”.
Scienza al servizio della fraternità
Infine, l’invito ad assumere con responsabilità e generosità la propria vocazione scientifica: “Non dimenticate mai che quello che state facendo è destinato a beneficiare tutti. Siate generosi nel condividere ciò che imparate e ciò che sperimentate. Non esitate a condividere la gioia e lo stupore che nascono dalla contemplazione dei ‘semi’ che, secondo sant’Agostino, Dio ha seminato nell’armonia dell’universo (De Genesis ad Litteram, V, 23, 44-45). Più gioia si condivide, più gioia si crea. E così, attraverso la ricerca della conoscenza, ognuno di voi può contribuire a costruire un mondo più pacifico e giusto”.
Articolo precedentemente pubblicato su acistampa.com, e riadattato dal team di ewtn.it