L’intervista a monsignor Lizardo Estrada Herrera, alunno di Prevost
“Fra Mario è stato un uomo del sorriso, capace di portare pace ed il calore dell’amore di Dio anche nelle realtà più semplice. E’ un grande momento di festa per la nostra Provincia agostiniana d’Italia,perché questo nostro confratello è stato riconosciuto a livello diocesano per le sue virtù di santità; ora compete al dicastero delle cause dei santi studiare quanto è stato raccolto, mentre a noi spetta pregare per lui e far conoscere questa figura di uomo del sorriso che ha saputo portare la pace ed il calore dell’amore di Dio anche nelle realtà più semplici”: così le parole del priore degli Agostiniani della provincia d’Italia, padre Gabriele Pedicino, hanno concluso, venerdì 17 maggio, la fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione di fra Mario Gentili, religioso dell’Ordine Agostiniano al termine della concelebrazione eucaristica, officiata dal vescovo della diocesi di Macerata, mons. Nazzareno Marconi, a cui ha partecipato il segretario generale del Celam (Consiglio Episcopale Latino Americano e Caraibico) e vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Cuzco, monsignor Lizardo Estrada Herrera, agostiniano ed amico di papa Leone XVII: “Sono venuto in Italia per papa Leone XIV, che è stato il mio professore e il mio formatore negli anni in cui sono stato nel seminario. Conosco padre Prevost da 25 anni; quindi non esserci a questa celebrazione eucaristica di inizio pontificato sarebbe stato uno ‘sgarbo’ eppoi riparto per la Colombia”.
Conclusa la celebrazione eucaristica monsignor Lizardo Estrada Herrera ha espresso la sua gioia per questa visita alla basilica di san Nicola da Tolentino: “Provo una grande gioia nell’aver potuto prendere parte a questa cerimonia di chiusura della fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione: fra Mario ha saputo trasmettere con la sua opera la misericordia e l’amore di Dio. Dopo l’elezione di papa Leone XIV è un momento di grande felicità per la famiglia agostiniana: frà Mario è stato un modello di santità”.
Al termine dei saluti abbiamo chiesto alcuni minuti di disponibilità per farci raccontare l’elezione a papa del card. Robert Francis Prevost: “E’ una sorpresa molto bella. Per noi è veramente un’allegria. E’ un dono. Quindi è stata una sorpresa, anche se nel mio cuore lo desideravo. Quando lo hanno nominato nelle nostre comunità è scoppiata la gioia: tanta emozione per la sorpresa”.
Papa Leone XIV è stato anche suo professore: come era da professore?
“E’ stato un bravo docente, perché ascolta molto ed aiuta tutti; non rifiuta mai alcuna amicizia. Io l’ho conosciuto quando ero studente a Trujillo. ÈE’stato mio professore di patristica, diritto canonico. Era bravo. E’ una benedizione averlo avuto come docente: aveva equilibrio, ascolto, prudenza, capacità di far venir fuori i talenti dalla persona. Ci sono stati tanti seminaristi che si sono formati con lui ed hanno un affetto speciale per lui”.
Missionario in Perù: quanto è importante essere stato missionario per il papa?
“E’ stato missionario per 20 anni in Apurimac.E’ un missionario agostiniano giunto dagli Stati Uniti, conoscendo la realtà delle missioni. Ha sperimentato la realtà latina americana. E’ nato negli Stati Uniti, ma è più latino americano. La missione sta nella sua vita, nel suo esempio. Lui ha sperimentato la povertà. Nel suo cuore c’è la pace, la giustizia, ci sono i diritti umani, e poi la dottrina sociale della Chiesa, l’ecologia, i migranti. Vedremo in questi anni quello che Dio farà attraverso Leone XIV. Il dialogo, l’unità, l’ascolto costituiscono la sua personalità”.
E’ stato prefetto del Dicastero per i vescovi: quanto è importante la sinodalità per il papa?
“La sinodalità viene anche molto dallo sforzo che facciamo noi nella vita religiosa di camminare insieme. In continuità con papa Francesco ci aiuterà in questo processo che abbiamo iniziato. Lo Spirito Santo sta lavorando per il mondo e per la Chiesa. Dobbiamo ora sostenerlo con la nostra preghiera, tutte le confessioni. Perché gli dia la forza di essere servitore. Credo che il capitolo 25 di Matteo è presente nel suo pensiero, nel suo Dna”.
Quanto sarà importante per la sua azione papale il suo essere agostiniano?
“Questo è molto importante, perché sant’Agostino cerca la comunità, crea la comunità. Dobbiamo vivere nell’unità, ascoltandoci reciprocamente. Le tre dimensioni di sant’Agostino: trovare Dio nel proprio cuore, nella comunità e nei poveri; riconoscere Dio nel fratello e negli ultimi. Quindi è molto importante la comunità; sarà molto importante l’ascolto, ma anche sarà molto importante riconoscere Cristo nei poveri, che hanno sete e fame e sono senza una casa. Però la cosa fondamentale è l’amore per la Chiesa. Attraverso la sua esperienza agostiniana condurrà la Chiesa ad avere un solo cuore verso Dio e ci aiuterà al dialogo ed alla comunione. Occorre essere ponti per condurre l’umanità alla pace, alla comunità ed alla solidarietà”.
Quindi continuerà nel cammino tracciato da papa Francesco?
“Certamente, anche perché sono stati legati da una profonda amicizia e continuerà questo cammino nel suo stile. Cosa farà? Farà conoscere Cristo e si adopererà per la pace e l’unità secondo il suo modo”.
Questo articolo è stato pubblicato su ACI Stampa e ripreso dal team di EWTN Italia