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Il Vaticano semplifica il rito funebre per i papi: ecco tutte le novità

Prima della chiusura della bara di legno, l'arcivescovo Georg Gänswein, segretario personale di Papa Benedetto XVI, e Monsignor Diego Giovanni Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, posano un velo bianco sul volto del defunto pontefice. Questo gesto, compiuto il 4 gennaio 2023, fa parte del rito funebre per i papi. | Credito: Vatican Media

Il Vaticano ha aggiornato il libro liturgico che regola il rito funebre dei papi, semplificando alcuni rituali su richiesta di Papa Francesco.

Il Vaticano ha ufficializzato la pubblicazione della seconda edizione dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, l’ordine delle esequie per i Sommi Pontefici. Questo aggiornamento, approvato da Papa Francesco il 29 aprile 2024, rappresenta una significativa semplificazione e adattamento delle cerimonie funebri papali, riflettendo una sensibilità più moderna e una visione pastorale.

Un rito semplificato e adattato

Tra le modifiche più importanti introdotte nel nuovo rito, emerge l’eliminazione delle tre bare tradizionali (cipresso, piombo e rovere) e la possibilità di seppellire il papa in luoghi diversi dalla Basilica di San Pietro. Il corpo del pontefice sarà esposto per la venerazione già dentro una bara di legno semplice, senza l’uso di un catafalco rialzato. Inoltre, l’accertamento della morte avverrà nella cappella privata del papa e non nella sua camera, un cambiamento che sottolinea la spiritualità del momento.

La nuova edizione, curata dall’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche e dall’arcivescovo Diego Ravelli, sottolinea che le esequie del papa sono quelle di un pastore e discepolo di Cristo, non di un potente di questo mondo. Ravelli ha spiegato che questa semplificazione è stata richiesta da Papa Francesco per rispondere all’attuale sensibilità teologica ed ecclesiale e per riflettere l’umiltà della missione papale.

Cosa cambia nel rito funebre?

Le principali novità includono:

  1. Constatazione della morte: Non più nella camera del defunto, ma nella cappella privata.
  2. Esposizione del corpo: Avverrà già nella bara di legno, senza catafalco.
  3. Semplificazione della tumulazione: Eliminazione delle tre bare tradizionali.
  4. Adeguamenti testuali: I titoli pontifici riflettono l’uso del Missale Romanum del 2008, con l’adozione della terminologia aggiornata dalla Conferenza Episcopale Italiana del 2010.
  5. Musica liturgica aggiornata: Rimossi i canti gregoriani e riferimenti diretti al Lezionario, con richiami al Graduale Romanum del 1979.

Nonostante le semplificazioni, vengono mantenuti i tradizionali “novendiali”, le nove Messe consecutive in suffragio del papa defunto, con testi aggiornati per un vescovo diocesano.

Un rito ispirato alla missione pastorale

L’aggiornamento risponde anche alla Costituzione Prædicate Evangelium del 2022, che ha abolito la Camera Apostolica pur mantenendo in vigore l’ufficio del Camerlengo. Le tre stazioni tradizionali del rito — nella casa del defunto, nella Basilica Vaticana e al luogo di sepoltura — sono state conservate, ma con testi rivisti per riflettere l’attuale sensibilità liturgica.

Un altro cambiamento significativo riguarda la supplica della Chiesa di Roma alla fine della Messa esequiale, che sarà in forma breve. Le litanie dei santi includeranno ora anche i papi celebrati come memorie facoltative nel Calendario generale della Chiesa.

Papa Francesco ha più volte sottolineato l’importanza di semplificare i riti per mettere al centro la fede nella resurrezione di Cristo. “Le esequie del Romano Pontefice devono essere quelle di un pastore, non di un leader potente”, ha ribadito Ravelli.

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