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Gli apostoli della penna: quando la fede diviene letteratura. Thomas S. Eliot

CARTELLONE PUBBLICITARIO CON THOMAS ELIOT
Thomas S. Eliot | Credit: Public Domain

Un viaggio tra gli “apostoli della penna”. Quando la letteratura parla di Dio e della Chiesa. Iniziamo con il poeta inglese Thomas S. Eliot

La Scrittura, nel corso della storia della letteratura, molte volte è passata attraverso la scrittura, quella con la “s” minuscola. Le pagine di molti libri ci danno testimonianza di questo percorso. E possiamo definirlo percorso, visto che in esso confluiscono diverse biografie, esperienze del sacro, che costituiscono dapprima un cammino personale (quello dello scrittore), per poi divenire “universale”, quello del pubblico di lettori. E’ interessante notare come i due termini, “Scrittura e scrittura” (con la “s” minuscola), siano stati – diverse volte – molto vicini fra loro. La letteratura, nella sua complessità di forme – prosa o poesia, ad esempio – ha raccolto prestigiose penne, menti sublimi che dal tema del sacro, della fede, hanno attinto. 

Acistampa propone un breve viaggio, un rapido volo, sulle figure più importanti (ea volte nascoste) di questa particolare tipologia di letteratura. Potremmo definirli “Apostoli della penna”: donne e uomi che con la loro scrittura hanno testimoniato la bellezza e la grandezza di Dio. 

Iniziamo questo viaggio con un grande poeta, saggista: Thomas S. Eliot (Saint Louis, 26 settembre 1888 – Londra, 4 gennaio 1965) , estimatore di Dante (lo approfondirà durante la frequentazione dei corsi ad Harvard, nel 1906): Dante, l ‘uomo -artista che potrebbe considerarsi – con il viaggio della Divina Commedia – l’iniziatore di questa letteratura al servizio di Dio. Eliot, poeta sublime de Il mercoledì delle ceneri  (1930) e di Quattro quartetti (1941). Ma se il pensiero corre a lui viene inevitabile pensare a una delle sue maggiori opere teatrali, Assassinio nella cattedrale , scritta nel 1935, di forte dimensione spirituale e liturgica, che prendendo spunto e narrando l’uccisione dell’arcivescovo Thomas Becket, cercava di porre l’attenzione sul sovvertimento dei valori cristiani da parte dei regimi dell’epoca. 

Tanti sono gli spunti di riflessione che reca l’opera del poeta anglossassone. Ad esempio, fra le pagine, troviamo un conflittuale dibattito psicologico, morale, che prende forma in San Thomas Becket, il protagonista dell’opera: un conflitto interiore che molto somiglia a quello di Cristo nell’orto dei Getsemani. E questo confronto con Gesù troverà il suo culmine nella scena-principe della prima parte. È la scena dei quattro tentatori che cercano di distogliere il santo vescovo dalla retta via, quella di abbandonarsi totalmente alla volontà di Dio. Il tutto somiglia molto alla scena evangelica delle tenazioni nel deserto. Altra pagina immortale, la predica della mattina di natale del 1170. Siamo a pochi giorni prima del suo assassinio. Questo, uno dei passaggi più incisivi: “Ogni volta che una Messa vien detta, noi facciamo rivivere la Passione e la Morte di Nostro Signore ; e, in questo giorno di Natale, noi la rinnoviamo nella celebrazione della Sua Nascita”. Versi importanti, versi che seppur scritti in tempo lontano, conservano tutta la verdeggiante novità di ogni giorno. Per chiudere il paragrafo riguardo ad Assassinio nella Cattedrale, ricordiamo quanto scrive il poeta anglosassone in merito alla santità: “Ci sovrasta qualche malanno/ noi attendiamo, aspettiamo;/ i Santi ei martiri attendono,/ per coloro che saranno domani martiri e santi”. E’ l’universalità della Chiesa e del suo generare e rigenerare santi e martiri. 

Ma, in altra opera, sicuramente meno conosciuta, Cori dalla Rocca – scritta nel 1934 in occasione della costruzione di una nuova chiesa a Londra – Eliot diviene quasi profeta di una Chiesa che, ricercando la verità, compie un atto di autocritica, o comunque di attenzione ad alcuni problemi che la rendono lontana dai fedeli. Ma oltre a ciò, lo scrittore inglese è attento anche alla società a cui muove una critica feroce: troppe volte si allontana dalla fede, dai valori di solidarietà e fratellanza fra gli uomini. Scriverà: “Deserto e vuoto. Deserto e vuoto. E tenebre sopra la faccia dell’abisso. E’ la Chiesa che ha abbandonato l’umanità, o è l’umanità che ha abbandonato la Chiesa? Quando la Chiesa non è più considerata, e neanche contrastata, e gli uomini hanno dimenticato tutti gli dei salvi l’Usura, la Lussuria e il Potere”. Sono parole che rimbombano ancora oggi. 

Questo articolo è stato pubblicato originariamente su Acistampa.

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