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Intelligenza Artificiale e Vaticano: La Rivoluzione del Pontificio Istituto Orientale

Il Pontificio Istituto Orientale, situato nel cuore di Roma, sta ridefinendo il modo in cui il sapere antico viene preservato e condiviso grazie all’uso della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale (AI). Questa innovazione non solo amplia l’accessibilità a testi storici di inestimabile valore, ma sta anche favorendo un dialogo tra culture e popoli in conflitto.

Un Tesoro di Sapienza Digitale

“Chi è Dio e chi è Gesù? Con l’intelligenza artificiale, basta una domanda per ottenere una risposta in pochi secondi,” spiega padre David Nazar, già Rettore del Pontificio Istituto Orientale.

La biblioteca dell’istituto, che ospita oltre 200.000 libri, è il cuore pulsante di questa trasformazione. Come sottolinea Andreas Thonhauser, capo dell’Ufficio Vaticano di EWTN:

“È incredibile vedere come la digitalizzazione di questi volumi, tra i più antichi e preziosi, possa aprire questo tesoro al mondo intero.”

Grazie a scanner all’avanguardia, i volumi vengono digitalizzati anche se sono fragili o di grandi dimensioni. Ma è l’intelligenza artificiale a fare la vera differenza.

L’AI al Servizio della Ricerca e dell’Evangelizzazione

L’intelligenza artificiale non solo traduce i documenti in diverse lingue, ma permette anche una consultazione rapida e precisa.

“Immaginate di poter porre una domanda sulla natura di Gesù e ricevere un riassunto di tutto ciò che San Tommaso ha scritto sull’argomento,” spiega padre Nazar. “Questa tecnologia offre opportunità straordinarie, soprattutto per gli studiosi che non possono accedere fisicamente alla nostra biblioteca.”

L’obiettivo è rendere accessibile il sapere a un pubblico globale, abbattendo barriere linguistiche e geografiche.

Un Ponte per la Riconciliazione

Oltre a preservare il sapere, il Pontificio Istituto Orientale sta diventando un luogo di incontro per culture storicamente in conflitto.

Padre Nazar racconta la storia di una studentessa irachena e di uno studente iraniano, il cui lavoro di traduzione di documenti persiani li ha portati a un’amicizia profonda.

“C’è un’intera storia di ricerca e riconciliazione dietro queste collaborazioni,” spiega Nazar. “Questi incontri dimostrano come il sapere possa unire, persino in contesti segnati da conflitti passati.”

Il Pontificio Istituto Orientale dimostra come la tecnologia, combinata con una visione evangelizzatrice, possa servire non solo la ricerca, ma anche la pace e la comprensione tra i popoli.

Con il suo lavoro pionieristico, l’istituto non sta solo preservando il passato, ma sta costruendo un futuro di unità e speranza, dimostrando che la Chiesa è davvero all’avanguardia nella ricerca e nella promozione della conoscenza globale.

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