A Roma, nel cuore del Giubileo della Speranza, imprenditori cattolici provenienti da Stati Uniti ed Europa si sono ritrovati per riflettere sul ruolo dell’imprenditorialità alla luce della fede. Una chiamata alla responsabilità, ma anche al coraggio, come ricordava San Giovanni Paolo II nella sua enciclica Centesimus Annus, dove richiamava le virtù fondamentali per ogni attività economica: operosità, diligenza, prudenza… e soprattutto coraggio.
Quando i santi ispirano l’impresa
In occasione del Giubileo degli Imprenditori, Andreas Thonhauser, responsabile dell’Ufficio Vaticano di EWTN, ha intervistato John Cannon, fondatore di SENT Ventures, un’iniziativa che sostiene imprenditori cattolici nel coniugare fede e attività economica. L’incontro si è aperto con una domanda centrale: la Chiesa ha bisogno oggi di un nuovo slancio imprenditoriale?
Cannon ha risposto:
«Sì. SENT è ispirata ai santi, come Madre Teresa e Ignazio di Loyola. Erano santi, ma anche imprenditori nel senso più autentico: vedevano i bisogni e li affrontavano. Credo che se oggi ci fossero più leader con quello spirito, potremmo davvero trasformare il mondo insieme a Dio.»
Alla provocazione del responsabile dell’Ufficio Vaticano di EWTN, — «Madre Teresa come imprenditrice?» — Cannon ha approfondito:
«Al cuore dell’imprenditorialità c’è la risposta creativa a un bisogno. Non è solo fare soldi. È affrontare i problemi per il bene delle persone. Madre Teresa e Ignazio rispondevano a bisogni umani e spirituali. Questo è imprenditoriale.»
SENT Ventures mira a unire evangelizzazione e imprenditorialità, anche attraverso l’uso delle tecnologie. L’evento romano ha riunito imprenditori per confrontarsi su come portare Cristo nel mondo economico.
Un testimone da Wall Street
Tra i partecipanti, anche Stephen F. Auth, dirigente di spicco a Wall Street, che ha raccontato un’esperienza personale toccante:
«Quando mi sono ritrovato in ospedale con un’insufficienza cardiaca, ho pensato: se uscirò vivo da qui, farò le cose diversamente. È stato il momento in cui sono diventato un missionario.»
Auth ha continuato:
«Oggi continuo a lavorare nel mio ruolo, ma in modo diverso. Il Signore mi ha messo in una posizione privilegiata — a Wall Street, con team a New York, Londra e Boston — e mi sta dando la possibilità di portare la luce di Cristo in luoghi dove spesso c’è buio.»
Alla domanda di Thonhauser — «Quindi sei rimasto nella tua posizione, ma sei diventato un missionario?» — Auth ha risposto:
«Sì. Amo il mio lavoro, amo le persone. E più cresceva la mia fede, più miglioravo come uomo. Invece di rovinare tutto, sono diventato migliore.»
Il messaggio di Leone XIV
Il Giubileo degli Imprenditori si è svolto in un contesto particolare: la recente morte di Papa Francesco e l’elezione del nuovo Pontefice, Papa Leone XIV, che ha scelto questo nome in onore di Leone XIII, autore della storica enciclica Rerum Novarum.
Proprio come allora, anche oggi il Papa si trova di fronte a una rivoluzione — non più industriale, ma digitale. E il tema è stato centrale anche durante la conferenza della Fondazione “Centesimus Annus”, che ha riunito cardinali, imprenditori e accademici, e ha avuto anche un incontro diretto con il Papa.
Intelligenza artificiale e dottrina sociale
Paolo Garonna, presidente della fondazione, ha spiegato:
«Da un lato, c’è una riluttanza ad accettare il “paradigma tecnocratico”, come lo chiama il Papa. Ma penso che usare l’intelligenza artificiale come strumento a servizio dell’intelligenza umana possa essere una via positiva.»
Thonhauser gli ha chiesto quale ruolo possa avere oggi la Chiesa:
«In molte parti del mondo, la credibilità della Chiesa come guida morale sta crescendo. Forse anche perché altri modelli di leadership non sono così visibili o credibili.»