Un giovane congolese, membro della Comunità di Sant’Egidio, è stato beatificato a Roma dopo aver dato la vita per non cedere alla corruzione. La sua festa liturgica sarà celebrata ogni 8 luglio.
Una testimonianza cristiana che rompe il silenzio della corruzione
Floribert Bwana Chui, giovane congolese della Comunità di Sant’Egidio, è stato beatificato domenica scorsa a Roma. Il suo esempio di fede e integrità morale è oggi proposto come modello per tutta la Chiesa universale. “Rifiutò le tangenti perché seguiva Cristo”, afferma padre Francesco Tedeschi, postulatore della sua causa, in un’intervista ad ACI Prensa.
Una speranza per un Congo libero da corruzione e violenza
“La sua figura rappresenta la speranza che la Repubblica Democratica del Congo possa uscire non solo dalla corruzione, ma anche dalla maledizione del conflitto alimentato da oscuri interessi economici”, ha aggiunto il sacerdote.
Dall’incontro con Sant’Egidio all’impegno con i più poveri
Nato il 13 giugno 1981 a Goma, nella tormentata regione del Kivu orientale, Floribert conobbe la Comunità di Sant’Egidio durante gli anni di studio. Fu allora che iniziò a dedicarsi ai poveri, in particolare ai “maibobo”, i bambini di strada, attraverso la “Scuola della Pace”. “Era un giovane cristiano che volle vivere il Vangelo senza confini”, ricorda padre Tedeschi.
Il ritorno a Goma e la scelta dell’onestà
Dopo un periodo di formazione a Kinshasa presso l’Ufficio Congolese di Controllo, decise di tornare a Goma, vicino alla sua famiglia, agli amici e ai ragazzi di strada. Lavorando alla dogana locale, bloccò l’ingresso di alimenti avariati e ordinò la loro distruzione. La sua decisione provocò la reazione delle mafie locali, che cercarono di corromperlo e, di fronte al suo rifiuto, iniziarono a minacciarlo.
“Seguire Cristo vale più del denaro”
Consultatosi con una dottoressa della Comunità, Floribert confermò la pericolosità dei prodotti sequestrati e affermò: “Se seguo Cristo, non posso accettare quel denaro. La vita delle persone vale più”. Padre Tedeschi ha raccolto oltre trenta testimonianze per la positio della beatificazione, inclusa quella di Jonathan, un ex bambino di strada, che ricordava: “Mi aiutava perché per Dio tutti sono uguali”.
Martire della verità
Floribert aveva solo 26 anni quando fu sequestrato. Due giorni dopo, un motociclista trovò il suo corpo martoriato. Papa Francesco, durante la sua visita a Kinshasa nel 2023, lo ricordò così: “Poteva far finta di nulla e trarne vantaggio, ma scelse di essere onesto, dicendo no alla sporcizia della corruzione”.
Una fede vissuta ogni giorno
Tra i documenti raccolti, una pagina della sua Bibbia personale evidenzia il passo di Luca 3, dove Giovanni Battista esorta a non esigere più del dovuto e a contentarsi del proprio salario. Era uno dei testi su cui meditava con più frequenza.
Una beatificazione segnata dalla sofferenza del suo popolo
La beatificazione si è svolta nella basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma, presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi. A causa dell’escalation di violenze tra l’esercito congolese e il gruppo armato M23, non è stato possibile celebrare il rito a Goma. “La celebrazione a Roma è stato segno di una ferita aperta per un paese ancora segnato dalla guerra”, ha detto padre Tedeschi.
Il Vangelo che cambia la vita
Padre Tedeschi, che conobbe personalmente Floribert, conclude: “Il Vangelo, se ascoltato davvero e accolto come guida, cambia la tua esistenza e la trasforma in un messaggio per gli altri”. Floribert Bwana è il quarto beato della Chiesa cattolica congolese e il primo della Comunità di Sant’Egidio.
Tradotto e adattato dal team di EWTN Italia. L’originale si trova qui.