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Cosa sappiamo del caso di presunti abusi sessuali del Cardinale Cipriani

Juan Luis Cipriani è stato arcivescovo di Lima, la capitale del Perù, tra il 1999 e il 2019 (foto d'archivio del 2013)
Juan Luis Cipriani è stato arcivescovo di Lima, la capitale del Perù, tra il 1999 e il 2019 (foto d'archivio del 2013) | Foto: Max Rossi | Fonte: Reuters

Un articolo pubblicato dal quotidiano spagnolo El País il 24 gennaio ha riportato un’accusa di presunto abuso sessuale contro il Cardinale peruviano Juan Luis Cipriani, risalente al 1983, quando era sacerdote incardinato nell’Opus Dei. Il porporato ha negato le accuse.

La carriera ecclesiastica di Juan Luis Cipriani

Nato a Lima nel 1943, Cipriani è stato ordinato sacerdote dell’Opus Dei nell’agosto 1977, rimanendo incardinato nella prelatura fino al maggio 1988, quando San Giovanni Paolo II lo nominò vescovo ausiliare di Ayacucho, una diocesi situata nell’epicentro del terrorismo di Sendero Luminoso.

Nel maggio 1995 fu nominato arcivescovo di Ayacucho e, nel gennaio 1999, arcivescovo di Lima. Nel febbraio 2001 divenne cardinale, il primo porporato formato nell’Opus Dei.

Nel gennaio 2019 Papa Francesco accettò le sue dimissioni da arcivescovo di Lima al compimento dei 75 anni, nominando come successore P. Carlos Castillo Mattasoglio.

Dopo il suo ritiro, Cipriani si è progressivamente allontanato dalla scena pubblica peruviana, fino al recente articolo di El País che ha riacceso l’attenzione mediatica sulla sua figura.

L’accusa di El País

Il quotidiano spagnolo ha affermato che Papa Francesco avrebbe costretto Cipriani a dimettersi dall’arcivescovado di Lima a causa di un’accusa di molestie su un adolescente, oggi 58enne. Secondo El País, fonti ecclesiastiche di Lima hanno riferito che la presunta vittima avrebbe scritto una lettera al Papa nel 2018, denunciando gli abusi all’Opus Dei già nel 1983 senza ottenere risposta.

La prima risposta del Cardinale Cipriani

Il 25 gennaio Cipriani ha pubblicato una lettera in cui respinge le accuse, denunciando la pubblicazione di informazioni “parziali” basate su documenti riservati della Santa Sede. Ha dichiarato di essere stato informato della denuncia nell’agosto 2018, ma di non aver mai ricevuto i dettagli. Ha inoltre rivelato che nel dicembre 2019 il Nunzio Apostolico gli aveva comunicato verbalmente che la Congregazione per la Dottrina della Fede gli aveva imposto restrizioni al suo ministero, chiedendogli di risiedere fuori dal Perù e mantenere il silenzio.

Nel febbraio 2020, però, dopo un’udienza con Papa Francesco, avrebbe ottenuto il permesso di riprendere le sue attività pastorali.

La posizione dell’Opus Dei in Perù

Sempre il 25 gennaio, il vicario regionale dell’Opus Dei in Perù, don Ángel Gómez-Hortigüela, ha dichiarato che non esiste alcuna registrazione di procedimenti formali contro Cipriani nei suoi anni di appartenenza alla prelatura. Tuttavia, ha ammesso di non aver accolto nel 2018 la richiesta di incontro del denunciante, ritenendo che non fosse opportuno interferire in un procedimento già avviato presso la Santa Sede.

La conferma delle misure disciplinari da parte del Vaticano

Il 26 gennaio il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, ha confermato che dopo le dimissioni di Cipriani, gli sono state imposte misure disciplinari riguardanti la sua attività pubblica, il luogo di residenza e l’uso delle insegne cardinalizie. Ha inoltre precisato che, nonostante alcune concessioni legate alla sua età e situazione familiare, tali misure restano tuttora in vigore.

Le reazioni della Chiesa peruviana

Il 28 gennaio l’arcivescovo di Lima, Cardinale Carlos Castillo, ha pubblicato una lettera al Popolo di Dio, esprimendo solidarietà alle vittime di abusi e lodando l’impegno di Papa Francesco nel combattere tali crimini. Senza nominare Cipriani, ha invitato a “riconoscere la verità dei fatti” alla luce delle recenti indagini.

Lo stesso giorno, la Conferenza Episcopale Peruviana ha rilasciato una dichiarazione in cui ha affermato che le misure contro Cipriani sono state adottate dopo la conferma della veridicità delle accuse. “Lamentiamo il dolore sofferto dalla vittima di abusi”, si legge nel comunicato.

La seconda dichiarazione di Cipriani

Il 29 gennaio, da Madrid, Cipriani ha rilasciato una seconda dichiarazione ribadendo di non aver mai commesso alcun abuso sessuale “né nel 1983, né prima, né dopo”. Ha inoltre affermato che, al momento della firma delle restrizioni imposte dalla Congregazione, aveva dichiarato per iscritto la falsità dell’accusa.

Il cardinale ha infine denunciato di essere vittima di una “campagna di persecuzione e distruzione” della sua dignità e onore.

Al momento, il Vaticano non ha confermato se sia stato avviato un processo penale nei confronti di Cipriani.

Tradotto e adattato dal team di ewtn.it. L’originale si trova qui.

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