Don Natale Santonocito, della Diocesi di Palestrina (Italia), è stato scomunicato per scisma dopo aver rifiutato l’autorità di Papa Francesco.
La decisione è stata annunciata questo martedì in un comunicato firmato dal Cancelliere Vescovile, don Jean Willy Bomoi Nkandans. Il testo giustifica la misura in base al canone 751 e al paragrafo 1 del canone 1364 del Codice di Diritto Canonico.
Il primo definisce lo scisma come “il rifiuto della sottomissione al Sommo Pontefice o della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti”, mentre il secondo lo punisce con la scomunica latae sententiae, ossia automatica.
Il comunicato informa inoltre che il decreto di sanzione nei confronti del sacerdote è stato emesso il 20 gennaio, a seguito di un processo penale per le sue dichiarazioni contro il Pontefice sui social media.
Don Santonocito aveva pubblicato un video l’8 dicembre 2024 in cui affermava che “da undici anni abbiamo un antipapa. Il cosiddetto Francesco non è Papa, non lo è mai stato, perché Benedetto XVI, l’11 febbraio 2013, non ha rinunciato al Papato”.
https://twitter.com/Anna302478978/status/1866190439130243175/video/1
Dopo essere stato richiamato dal Vescovo di Palestrina, Mons. Mauro Parmeggiani, che aveva limitato le sue facoltà ministeriali come misura cautelare, era stato pubblicato un comunicato per “aiutare i fedeli a orientarsi” riguardo alle dichiarazioni del sacerdote.
Pochi giorni dopo, il 14 dicembre, il don Santonocito aveva pubblicato un altro video per ribadire le sue affermazioni. Di conseguenza, era stato avviato un processo penale che si è concluso con la scomunica e le sanzioni previste dal canone 133.
Le sanzioni gli vietano di celebrare e ricevere i sacramenti. Non può inoltre amministrare i sacramentali, partecipare a celebrazioni liturgiche né ricoprire incarichi ecclesiastici.
Il don Natale Santonocito non è il primo sacerdote scomunicato per aver negato l’autorità di Papa Francesco. Nel gennaio 2024, la Diocesi di Livorno (Italia) ha scomunicato don Ramón Guidetti per aver definito il Pontefice un “usurpatore” e non averlo riconosciuto come successore di Pietro.
Lo stesso è accaduto in Argentina con Fernando María Cornet, espulso anche dallo stato clericale, e con i sacerdoti Pablo de Jesús Tamayo Rodríguez in Costa Rica e Leonardo Holtz Peixoto in Brasile.
Tuttavia, il caso più noto è quello dell’Arcivescovo italiano Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Stati Uniti tra il 2011 e il 2016, scomunicato nel luglio 2024 per “il suo rifiuto di riconoscere e sottomettersi al Sommo Pontefice”.
Tradotto e adattato dal team di ewtn.it. L’originale si trova qui.