Ogni 31 marzo la Chiesa celebra San Beniamino di Argol, diacono e martire.
Nel 420 d.C., in Persia, un sacerdote incendiò un tempio dedicato al culto del fuoco. L’evento scatenò l’ira delle autorità zoroastriane, che individuarono nel vescovo Abdas il responsabile della comunità cristiana. Arrestato e costretto a ricostruire il tempio distrutto, Abdas rifiutò fermamente, preferendo affrontare il martirio piuttosto che tradire la propria fede. Insieme a lui, subirono la condanna anche il diacono Beniamino e numerosi altri cristiani.
Secondo gli storici, questo episodio fu probabilmente solo un pretesto per scatenare una più ampia persecuzione contro i cristiani, già invisi al potere persiano. La durata di questa repressione è oggetto di dibattito: alcune fonti parlano di trent’anni, ma un’analisi più attenta suggerisce che il periodo più intenso di persecuzione sia durato circa tre anni. Iezdegerd I avviò le ostilità nel 420, e il suo successore Bahram-Gor proseguì fino al 422. Fu solo con la sconfitta di quest’ultimo da parte dell’imperatore romano Teodosio II che venne sancita la pace, garantendo ai cristiani persiani il diritto alla libertà di culto.
Questo evento rimane una testimonianza del coraggio di chi, nei secoli, ha scelto di difendere la propria fede nonostante le minacce e le persecuzioni.