La storia della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione: la storia della Chiesa s’intreccia con quella personale del Beato Pio IX
Il Beato Pio IX, l’ultimo Papa re. Oggi, la sua memoria liturgica. Figura centrale per la storia della Chiesa. Un Papa che ha lasciato un’eredità importante. Fra questa eredità c’è senza dubbio l’aver proclamato il dogma dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria. Era l’8 dicembre del 1854 quando il beato Pio IX con la bolla “Ineffabilis Deus” proclamava Maria “tutta bella e perfetta” perché “immune interamente dalla macchia del peccato originale”. Il Papa Re poneva così fine a secoli di diatribe e controversie (soprattutto risalenti all’epoca medievale) che vedevano protagonisti diversi teologi e importanti università.
“Non appena fummo elevati, non per nostro merito, ma per arcano disegno della divina Provvidenza, alla sublime Cattedra del Principe degli Apostoli (…) fummo presi da grandissima consolazione, Venerabili Fratelli, nel rilevare come già sotto il Pontificato del Nostro Predecessore Gregorio XVI, di felice memoria, fosse divenuto ardente nel mondo cattolico il desiderio che finalmente venisse definito dalla Sede Apostolica, con solenne provvedimento, che la Santissima Madre di Dio e Madre nostra amabilissima, l’Immacolata Vergine Maria, era stata concepita senza peccato originale. Questo piissimo desiderio è chiaramente e indubbiamente testimoniato dalle suppliche inviate al Nostro Predecessore e a Noi: suppliche con le quali celebri Vescovi, insigni Capitoli di Canonici e Famiglie Religiose, tra le quali l’inclito Ordine dei Predicatori, gareggiarono nell’implorare con insistenza che si permettesse di annunciare pubblicamente e di aggiungere nella sacra Liturgia, particolarmente nel Prefazio della Messa della Concezione della beatissima Vergine, l’aggettivo “Immacolata””: questo l’incipit di uno dei documenti più importanti per il cammino della Chiesa verso la proclamazione del dogma. E’ la Lettera Enciclica “Ubi primum” del 2 febbraio 1849: il Papa chiedeva a tutti i Vescovi di esprimersi sulla definizione del concepimento senza peccato originale della Vergine. La Lettera si chiudeva, infatti, con la richiesta ai Vescovi di far pervenire alla Santa Sede il parere del clero e di tutti i fedeli riguardo alla tematica: “Venerabili Fratelli, amiamo sapere quale sia in questa materia il vostro pensiero ed il vostro desiderio”. I Vescovi e i prelati, allora, fecero pervenire al Pontefice il loro responso: quasi tutta la maggioranza volle esprimere parere favorevole alla proclamazione del Dogma.
Bisogna però precisare che dietro a questa grande storia della Chiesa, vi è un episodio – una “piccola storia” – del tutto personale che riguarda Papa Pio IX. Il desiderio di voler stabilire l’Immacolata Concezione con un dogma, nasce da un voto che Pio IX stesso fece durante il suo forzato esilio a Gaeta, dopo che il Re borbonico Ferdinando II gli aveva concesso un posto dove rifugiarsi dalle sommosse (1848) della nascente Repubblica romana nella Capitale. A Gaeta, il Papa era solito pregare davanti a una statua della Madonna: era la stessa che tale Don Placido Baccher aveva fatto creare dall’artista Luigi Ingaldi. L’immagine dell’Immacolata era quella che era apparsa al Baccher quando, durante la Repubblica Partenopea (1799), venne detenuto a Castel Capuano in attesa dell’esecuzione capitale. In quel caso fu la stessa Immacolata a comparire a Baccher e lui, per ringraziarla dello scampato pericolo, diede ordine di forgiare la statua.
Ed è proprio davanti a quest’effigie che Papa Mastai Ferretti chiese il dono di liberare lo Stato pontificio. In cambio, si sarebbe impegnato per la promulgazione del dogma. Nel luglio del 1849 Papa Pio IX potè rientrare nella Capitale. La Vergine Maria, l’Immacolata Concezione, lo aveva aiutato. E lui, la ringrazierà con questo dogma che ha fatto la storia della Chiesa.
Questo articolo è stato tradotto e adattato da ACI Prensa