Il prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede chiarisce il senso del nuovo documento su Maria, respingendo l’uso dei titoli di “Corredentrice” e “Mediatrice” senza giudicare la devozione popolare.
La fede dei semplici come insegnamento
Dopo la pubblicazione del documento Mater Populi Fidelis (“La Madre del Popolo Fedele di Dio”), il prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, il Cardinale Víctor Manuel Fernández, ha sottolineato che il testo non intende giudicare la fede dei cristiani più semplici, ma piuttosto imparare da loro.
«Non vogliamo giudicare i cristiani semplici come se fossero credenti di seconda categoria, perché non hanno fatto corsi di teologia o perché non partecipano alle strutture della Chiesa», ha spiegato il porporato argentino durante la presentazione presso la Curia dei Gesuiti.
«Vogliamo invece imparare da loro —ha aggiunto— dalla loro fiducia fresca, dalla loro capacità di abbandonarsi senza esitazioni, dalla tenerezza viva del loro amore spontaneo verso Maria».
Fernández ha ribadito che il documento respinge l’uso dei titoli di “Corredentrice” e “Mediatrice” perché possono oscurare il ruolo esclusivo di Gesù Cristo, invitando a una «prudenza» nell’impiego di tali termini.
«Non si tratta di giudicare le intenzioni dei fedeli, che senza dubbio sono sincere e piene di speranza, e cercano di esprimere in vari modi la bellezza della Vergine», ha chiarito il cardinale.
Maria nel cuore del popolo
Secondo Fernández, la mariologia va collocata nell’orizzonte della fede del popolo, dove la Vergine è riconosciuta come «Madre vicina, piena di grazia, unita in modo unico a Cristo». I fedeli semplici, ha sottolineato, «non dubitano che esista la trascendenza» e vivono con la certezza di avere bisogno del mistero e del suo conforto.
«Come dicevano i vescovi latinoamericani nel Documento di Aparecida, i poveri scoprono la tenerezza e l’amore di Dio nel volto di Maria», ha ricordato il prefetto del DDF.

Maria diventa così, nell’esperienza popolare, volto visibile del Vangelo, segno di speranza, consolazione e vicinanza di Dio:
«È necessario comprendere che questa fede dei semplici ha un modo proprio di manifestarsi, che non è quello delle parole, delle teorie o delle spiegazioni. È piuttosto un’espressione mistagogica e simbolica di quell’atteggiamento evangelico di fiducia che lo stesso Spirito Santo illumina».
La maternità realistica di Maria
Il cardinale ha anche sottolineato il realismo della maternità di Maria, che la rende vicina all’esperienza quotidiana delle famiglie:
«Sanno che lei, come le nostre donne, ha portato in grembo il Figlio, lo ha allattato e non senza i problemi propri della maternità».
I fedeli più umili riconoscono in Maria una presenza vicina, tangibile e compassionevole:
«I credenti che possono ornare le immagini mariane con fiori —come abbiamo fatto noi—, che sanno trasformare in gloria le figure di Maria che troviamo nei Vangeli, sentono che lei è una di loro».
Santa Maria la Antigua: simbolo di identità e speranza
Durante la presentazione del documento presso la Curia dei Gesuiti, era presente anche un’immagine di Santa Maria la Antigua, patrona di Panama, simbolo di profonda identità nazionale e di devozione mariana.
Il suo culto risale al 1510, quando i primi colonizzatori spagnoli fondarono Santa María la Antigua del Darién, la prima diocesi nella terraferma americana. L’immagine, ispirata alla pittura sivigliana e raffigurante la Vergine con il Bambino e una lampada accesa, fu portata dalla Spagna come segno di fede e speranza.
Secondo il Cardinale Fernández, l’opera è stata un regalo di Papa Francesco, a testimonianza della continuità della devozione mariana nel mondo cattolico.
Articolo precedentemente pubblicato da aciprensa. È stato tradotto e riadattato dal team di ewtn.it.







