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Vitae Fest 2025: musica, fede e riconciliazione per la Generazione Z

Presso la Basilica di San Paolo fuori le mura, il Vitae Fest 2025 ha acceso cuori e coscienze con un linguaggio nuovo: quello della musica elettronica, dell’arte e della condivisione. Tra giovani, artisti e testimoni di fede, il festival ha voluto costruire ponti lĆ  dove spesso regnano silenzio, distanza e incomprensione, offrendo un’esperienza che parla di riconciliazione, bellezza e incontro con Dio.

Un festival per incontrare i giovani nel loro linguaggio

Il Vitae Fest 2025, svoltosi al Parco Schuster accanto alla Basilica di San Paolo fuori le Mura, ha riunito giovani, artisti e comunitĆ  sotto il tema: ā€œNon bruciare i ponti, diventane unoā€. Il festival ha promosso la riconciliazione con sĆ© stessi e con gli altri, utilizzando il linguaggio della musica elettronica, dell’arte e delle esperienze condivise.

L’iniziativa ĆØ parte della missione della Fondazione Vitae Global, che intende usare la creativitĆ  e gli strumenti della cultura mainstream per avvicinare i giovani al Vangelo. Secondo il cofondatore Luis Quinelli, l’obiettivo del festival ĆØ molto chiaro:

ā€œL’obiettivo ĆØ invitare le persone a intraprendere un percorso di fede. Stiamo trasmettendo un messaggio di riconciliazione in questi tempi di tanti conflitti, forse più che mai. Stiamo trasmettendo un messaggio di riconciliazione per fermare le lotte, fermare le divisioni, fermare l’odio, e questo messaggio si basa sul ministro della riconciliazione, che ĆØ Gesù Cristo.ā€

San Paolo: esempio di dialogo tra culture

La posizione del festival, accanto alla basilica dedicata all’Apostolo delle Genti, ĆØ stata scelta con un’intenzione precisa. Quinelli sottolinea che non si ĆØ trattato di una coincidenza.

ā€œSiamo ispirati da San Paolo che aveva la capacitĆ  di parlare lo stesso linguaggio culturale di persone diverse, culture diverse, nazioni diverse. E questa ĆØ l’idea di questo festival. Stiamo parlando a una nazione diversa. Una nazione di ragazzi che non sanno nulla di Gesù, quindi stiamo parlando la loro lingua.ā€

DJ Guilherme: fede e musica elettronica

Tra le presenze più sorprendenti del festival, quella di padre Guilherme, conosciuto ormai in tutto il mondo come padre DJ. Sacerdote e missionario, è diventato virale durante la GMG in Portogallo grazie alla sua capacità di fondere musica elettronica e fede.

Il suo stile ĆØ unico: mescola beat elettronici con frasi della Bibbia, testi di encicliche, immagini iconografiche e persino video dei papi, creando una narrazione spirituale coinvolgente per il pubblico giovanile.

Il suo percorso ĆØ iniziato in Afghanistan, dove ha prestato servizio come cappellano militare. Ricorda che nel 2010 organizzava anche eventi culturali per i soldati.

ā€œQualcuno mi disse che c’era un cecchino che era un bravo DJ. CosƬ gli parlai e lo invitai a organizzare una festa con i militari, affinchĆ© potessero rilassarsi un po’ all’interno del campo militare. Lui accettò la sfida. Quando l’ho visto suonare, non sapevo nemmeno cosa stesse facendo, ho solo pensato che fosse fantastico! ƈ stato in quel momento che mi sono detto: ok, devo imparare a farlo anch’io.ā€

Conclusa la sua missione militare, ha aperto una scuola per DJ. Alcuni dei suoi ex insegnanti lavorano ora con lui nel progetto di evangelizzazione musicale. ā€œĆˆ incredibile!ā€ dice, raccontando la trasformazione del suo ministero in un linguaggio capace di parlare ai cuori.

Giovani in missione: ā€œparliamo di Dio, speranza e felicitĆ ā€

Tra i partecipanti, anche Anna, giovane romana cattolica, ha vissuto il festival come un’occasione per condividere la sua fede con coetanei lontani dalla Chiesa. Insieme ai suoi amici distribuiva libretti e volantini, convinta del valore di ciò che stava facendo.

ā€œStiamo distribuendo questi volantini, piccoli libretti che parlano della speranza che abbiamo in Gesù e in Dio. Ed ĆØ proprio questo il punto. Si tratta di Dio, di speranza e di felicitĆ . In un mondo e in una storia in cui tutto ĆØ davvero triste. Questo momento storico in particolare ĆØ piuttosto difficile per noi, ma abbiamo la speranza che ĆØ Dio.ā€

La Generazione Z: sfida e opportunitĆ  per la Chiesa

Per Quinelli, i giovani di oggi rappresentano un campo fertile per la missione della Chiesa. Ritiene che la Generazione Z sia spiritualmente curiosa e, sia a livello razionale che emotivo, vicina alla Chiesa perchƩ attratta dalla sua storia e dal mistero che custodisce.

ā€œSono spiritualmente curiosi. Sono razionalmente ed emotivamente vicini alla chiesa perchĆ© interessati alla storia e al mistero. E la chiesa ĆØ ricca di entrambi. Ecco perchĆ© la chiesa sta crescendo. Soprattutto tra gli uomini, i giovani, che sono molto sensibili alle arti. ƈ una generazione speciale. ƈ un vento di opportunitĆ  per la chiesa, la Generazione Z.ā€

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