L’ex presidente francese porta con sé testi scelti con cura per riflettere sulla giustizia, la fede e la resilienza
La prima volta dietro le sbarre di un ex capo di Stato
Il 21 ottobre scorso, Nicolas Sarkozy è diventato il primo ex presidente francese a entrare in carcere per scontare una condanna. L’ex capo di Stato si è presentato al penitenziario parigino di La Santé, dove dovrà scontare cinque anni di reclusione per il finanziamento illecito della sua campagna presidenziale del 2007 da parte del regime libico di Muammar Gheddafi.
Accanto a sé, ha portato due libri: Il conte di Montecristo e Il Gesù della storia. La scelta di questi testi ha subito attirato l’attenzione per il loro evidente valore simbolico.
Il significato dei libri scelti
Intervistato da ACI Prensa, lo storico e teologo Jean-Christian Petitfils, autore de Il Gesù della storia, ha spiegato il legame tra Sarkozy e il suo libro:
“Sarkozy aveva solo alcune conoscenze vaghe di catechismo, ma non conosceva veramente la storia di Gesù. Mi ha detto che erano per lui molto interessanti i miracoli, gli esorcismi e, naturalmente, la Risurrezione di Gesù. E penso che creda davvero nella Risurrezione di Gesù.”
Petitfils ha ricordato di aver incontrato Sarkozy circa quattro anni fa, quando l’ex presidente gli rivelò di essere rimasto “molto segnato dalla lettura” del testo pubblicato nel 2011, e di aver continuato a seguirlo con interesse anche dopo la pubblicazione nel 2022 del libro sulla Sacra Sindone di Torino, in cui sostiene l’autenticità della reliquia.
Sul significato politico e simbolico della scelta, Petitfils osserva:
“C’è una parte di messaggio politico, poiché ha detto di aver portato due libri: Il conte di Montecristo, molto noto, e questo libro su Gesù. Tutto ciò mostra, in un certo senso, che voleva fare un parallelismo con l’idea di essere una vittima ingiustamente condannata. Il protagonista de Il conte di Montecristo è ingiustamente condannato, e lo è stato anche Gesù.”
Gesù nella storia e nel mistero
Il Gesù della storia si propone di ricostruire la figura storica di Gesù di Nazareth attraverso fonti storiche, archeologiche e teologiche. Petitfils sottolinea:
“Il mio libro è innanzitutto il lavoro di uno storico. Ho cercato di delineare la personalità di Gesù e mostrare che non fu solo un profeta o un riformatore ebreo. Questo lavoro introduce nel mistero della persona stessa di Gesù. E come storico sono obbligato a fermarmi davanti a questo mistero. Lo storico non può ‘provare’ i miracoli e, tanto meno, la Risurrezione. Ma si vede che fede e storia non sono incompatibili.”
Il volume parte dalla Galilea del I secolo, nel contesto della Palestina oppressa dai Romani, e segue la vita di un uomo che predica amore e misericordia, compie miracoli, accoglie gli emarginati e annuncia il Regno di Dio.
“Gli Evangelisti non raccontano miti, ma una storia reale. Sono biografie in stile antico, come si facevano allora, e testimoniano profondamente la fede delle prime comunità cristiane”, afferma Petitfils.
Un libro che trasforma
Dalla sua pubblicazione, Il Gesù della storia ha riscosso grande successo in Francia e all’estero, con traduzioni in italiano, spagnolo e portoghese.
“Ho ricevuto moltissime testimonianze di persone che lo hanno letto e ne sono state trasformate. Alcuni mi hanno detto: ‘Questo libro mi ha restituito la fede’ o ‘Mi ha permesso di comprendere meglio la personalità di Gesù’. E questo è, in un certo senso, ciò che volevo fare, rispettando le regole del lavoro storico, che è un lavoro scientifico”, racconta Petitfils.
L’esperienza di Sarkozy in carcere aggiunge un ulteriore significato: nella solitudine della detenzione, l’ex presidente ha deciso di portare con sé Gesù e la storia di chi ha sofferto ingiustamente, affidandosi alla fede e alla riflessione sul senso della giustizia e della resilienza.
Articolo precedentemente pubblicato da aciprensa, tradotto e riadattato per la pubblicazione su ewtn.it.






