Nella Messa di suffragio per Cardinali, Vescovi e Papa Francesco, il Pontefice spiega il senso della morte e della resurrezione alla luce del Vangelo
Una tradizione di preghiera e memoria
Come da tradizione, ad ogni inizio di novembre Papa Leone XIV ha presieduto la Messa in suffragio dei Cardinali e dei Vescovi defunti nel corso dell’anno. La celebrazione di quest’anno è stata particolarmente significativa, poiché è stata ricordata anche la figura di Papa Francesco, scomparso lo scorso 21 aprile.
Nell’omelia, il Papa ha commentato l’episodio evangelico dei discepoli di Emmaus, sottolineando come in questa pagina sia “plasticamente rappresentato il pellegrinaggio della speranza, che passa attraverso l’incontro con Cristo risorto”.
“Il punto di partenza è l’esperienza della morte, e nella sua forma peggiore: la morte violenta che uccide l’innocente e così lascia sfiduciati, scoraggiati, disperati. Quante persone anche ai nostri giorni subiscono il trauma di questa morte spaventosa perché sfigurata dal peccato. Per questa morte non possiamo e non dobbiamo dire laudato si’, perché Dio Padre non la vuole, e ha mandato il proprio Figlio nel mondo per liberarcene”.
La speranza pasquale: un dono del Risorto
Il Papa ha spiegato che la speranza cristiana nasce dall’incontro con Gesù Risorto:
“Lui solo ha parole di vita eterna. Quando Gesù prende il pane tra le sue mani che erano state inchiodate alla croce, pronuncia la benedizione, lo spezza e lo offre, gli occhi dei discepoli si aprono, nei loro cuori sboccia la fede e, con la fede, una speranza nuova. Non è più la speranza che avevano prima e che avevano perduto. È una realtà nuova, un dono, una grazia del Risorto: è la speranza pasquale”.
Papa Leone XIV ha chiarito che questa speranza non è umana, né basata sulla sapienza dei filosofi o sulla giustizia della legge:
“È una speranza che non guarda all’orizzonte terreno, ma oltre, guarda a Dio”.
La morte trasformata dall’amore di Cristo
Citando San Francesco, il Pontefice ha ricordato come l’amore di Cristo crocifisso e risorto abbia trasfigurato la morte:
“Possiamo cantare: Laudato si’, mi Signore, per sora nostra morte corporale. L’amore di Cristo crocifisso e risorto ha trasfigurato la morte: da nemica l’ha fatta sorella, l’ha ammansita. E di fronte ad essa noi non siamo tristi come gli altri che non hanno speranza. Siamo addolorati, certo, quando una persona cara ci lascia. Siamo scandalizzati quando un essere umano, specialmente un bambino, un piccolo, un fragile viene strappato via da una malattia o, peggio, dalla violenza degli uomini. Come cristiani siamo chiamati a portare con Cristo il peso di queste croci. Ma non siamo tristi come chi è senza speranza, perché anche la morte più tragica non può impedire al nostro Signore di accogliere tra le sue braccia la nostra anima e di trasformare il nostro corpo mortale, anche il più sfigurato ad immagine del suo corpo glorioso”.
Cimiteri: dormitori della speranza
Infine, Papa Leone XIV ha ricordato il significato cristiano dei luoghi di sepoltura:
“Per questo i luoghi di sepoltura, i cristiani non li chiamano necropoli, cioè città dei morti, ma cimiteri, che significa letteralmente dormitori, luoghi dove si riposa, in attesa della risurrezione”.
Con queste parole, il Papa ha offerto un messaggio di consolazione e speranza, sottolineando come la fede cristiana trasformi la morte da esperienza di perdita a occasione di incontro con il Risorto.
Articolo precedentemente pubblicato da acistampa, riadattato per la pubblicazione su ewtn.it.





