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I passi che hanno portato San John Henry Newman ad essere il 38° Dottore della Chiesa

Lo stendardo appeso di San John Henry Newman, proclamato ufficialmente Dottore della Chiesa, sabato 1° novembre 2025 in Piazza San Pietro, Città del Vaticano. | Credit: Daniel Ibanez / EWTN News
Lo stendardo appeso di San John Henry Newman, proclamato ufficialmente Dottore della Chiesa, sabato 1° novembre 2025 in Piazza San Pietro, Città del Vaticano. | Credit: Daniel Ibanez / EWTN News

Sabato scorso Papa Leone XIV ha proclamato San John Henry Newman (1801–1890) Dottore della Chiesa, riconoscendo la sua profondità teologica, spirituale e pastorale. La decisione, che porta a trentotto il numero dei Dottori della Chiesa Cattolica, corona un processo iniziato poco dopo la canonizzazione del santo inglese nel 2019.

Padre George Bowen, postulatore della causa di canonizzazione di San John Henry Newman e promotore della sua proclamazione a Dottore della Chiesa, ha spiegato in un’intervista a EWTN News che “tutto è iniziato immediatamente dopo la canonizzazione”, quando molte persone espressero il desiderio che Newman fosse dichiarato Dottore della Chiesa.

Il sacerdote oratoriano padre George Bowen intervistato da EWTN News | Credit: Screenshot di Youtube
Il sacerdote oratoriano padre George Bowen intervistato da EWTN News | Credit: Screenshot di Youtube

“Durante la canonizzazione, la gente si avvicinava a me dicendo: ‘Padre George, ora Newman dovrebbe essere Dottore della Chiesa’. Ed è stato allora che ho pensato: dobbiamo cominciare a lavorare su questo, capire il processo e vedere come potremmo avviarlo”, ha raccontato.

Il grande convertito del XIX secolo, che arrivò a considerare il Papa come l’Anticristo, è stato proclamato sabato scorso da Leone XIV come 38° Dottore della Chiesa.

Un processo che ha coinvolto tutta la Chiesa

Il sacerdote si è rivolto al Dicastero per le Cause dei Santi all’inizio del 2020, per conoscere i passi necessari. In quel momento, l’Oratorio di Birmingham, fondato proprio dal futuro Cardinale Newman nel 1848, intraprese un’iniziativa mondiale insieme alla Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles per raccogliere il sostegno dell’episcopato cattolico.

“Abbiamo scritto a tutte le conferenze episcopali del mondo, chiedendo se fossero disposte a sostenere il Santo Padre nel caso decidesse di nominare Newman Dottore della Chiesa”, ha spiegato, sottolineando che ricevettero risposte anche dall’America Latina: in particolare dal Perù, Ecuador e Cile, ma anche dagli Stati Uniti, dai Paesi scandinavi e dall’Europa orientale. “È stata una risposta positiva globale”, assicura.

San John Henry Newman verso la fine della sua vita nel 1887. | Credito: Babouba, pubblico dominio, via Wikimedia Commons
San John Henry Newman verso la fine della sua vita nel 1887. | Credito: Babouba, pubblico dominio, via Wikimedia Commons

Nella lettera inviata ai vescovi erano incluse citazioni dei Papi —da San Pio X a Francesco— che avevano elogiato la dottrina di Newman. Questo corpus di supporto servì come base per la positio, il documento teologico e biografico che giustifica il titolo di Dottore della Chiesa.

20 esperti internazionali

Padre Bowen ricorda che, per essere Dottore della Chiesa, un santo deve possedere una dottrina eminente e universale. “Essere Dottore della Chiesa significa che il suo insegnamento si distingue: si eleva sopra l’ordinario, possiede qualità senza tempo e richiamo universale. Non può essere rilevante solo per un Paese o un’epoca, ma per tutta la Chiesa e per tutti i tempi”, indica.

Per elaborare il documento, l’Oratorio di Birmingham ha convocato venti esperti internazionali sulla figura di Newman, i quali hanno preparato studi sulla sua vita, i suoi scritti e hanno incluso la valutazione dei pontefici.

Un momento della celebrazione liturgica che ha proclamato San John Henry Newman Dottore della Chiesa, il 1° novembre 2025, con Papa Leone XIV. | Credit: Vatican Media
Un momento della celebrazione liturgica che ha proclamato San John Henry Newman Dottore della Chiesa, il 1° novembre 2025, con Papa Leone XIV. | Credit: Vatican Media

Padre Bowen sottolinea che il messaggio di Newman ha una rilevanza particolare nel mondo contemporaneo, segnato da confusione morale e crisi di senso: “Newman diceva che la verità non si impone: si scopre. Viviamo circondati da voci che si presentano come vere, ma lui ci invita ad andare oltre le apparenze, ex umbris et imaginibus in veritatem —‘dalle ombre e dai fantasmi verso la verità’”.

Papa Leone XIV ha anche voluto nominare Newman co-patrono dell’educazione cattolica, sottolineando il ruolo del suo pensiero nella formazione integrale della persona. “Per Newman educare non significava solo formare l’intelletto”, spiega Bowen. “Significava anche formare il cuore, la coscienza, le virtù. Diceva che un’università deve educare persone morali, non solo menti brillanti. In un mondo dove l’istruzione è misurata solo dai risultati accademici, la sua voce è profetica”, aggiunge.

“La sua santità sta nella fiducia che Cristo continua ad agire”

Hendro Munsterman, esperto olandese di teologia mariana ed ecumenismo, vede in Newman un modello di santità che non “ripete semplicemente la dottrina”, ma “la approfondisce, anche quando incontra difficoltà con certi aspetti della tradizione”.

Hendro Munsterman, esperto olandese di teologia mariana ed ecumenismo. | Credit: Victoria Cardiel / EWTN News
Hendro Munsterman, esperto olandese di teologia mariana ed ecumenismo. | Credit: Victoria Cardiel / EWTN News

“La sua santità sta nella fiducia che Cristo continua ad agire”, precisa Munsterman, citando l’esempio della reazione di Newman al dogma dell’infallibilità papale durante il Concilio Vaticano I (1870). “Fu invitato, ma non volle partecipare. Aveva timore del dogma, non era contento di esso. Ma quando fu promulgato, lo difese per fedeltà”, racconta.

“Questa è la sua santità —aggiunge—: fedeltà alla Chiesa, ma una fedeltà che crede che la Chiesa possa svilupparsi e comprendere meglio la verità”.

“Difendeva che la fede cattolica non si identifica con una forma culturale unica”

Dopo la conversione, Newman mantenne una posizione critica verso l’assimilazione culturale cattolica in Inghilterra: “Molti cattolici inglesi credevano che per essere veramente cattolici bisognasse somigliare agli italiani, con processioni, devozioni e folklore popolare. Newman sosteneva che si poteva essere completamente cattolici e completamente britannici”, ricorda Munsterman.

Un momento della celebrazione liturgica che ha proclamato San John Henry Newman Dottore della Chiesa, il 1° novembre 2025, con Papa Leone XIV. | Credit: Vatican Media
Un momento della celebrazione liturgica che ha proclamato San John Henry Newman Dottore della Chiesa, il 1° novembre 2025, con Papa Leone XIV. | Credit: Vatican Media

“Difendeva che la fede cattolica non si identifica con una forma culturale unica. È una Chiesa di diversità e di unità in questa diversità. Questa idea di inculturazione anticipa ciò che oggi comprendiamo come autentica cattolicità”, aggiunge.

Il precursore invisibile del Vaticano II

Secondo Munsterman, Newman fu anche il precursore invisibile del Concilio Vaticano II e, in certa misura, del rinnovamento sinodale promosso da Papa Francesco.

Nel 1859, il santo inglese scrisse un articolo intitolato On Consulting the Faithful in Matters of Doctrine (Sulla consultazione dei fedeli in materia di dottrina), in cui sostenne che il consenso universale dei laici, il cosiddetto consensus fidelium, guidato dallo Spirito Santo, è una testimonianza vitale della Tradizione Apostolica e gioca un ruolo essenziale nella preservazione e nello sviluppo della dottrina cristiana.

“Difese che la Chiesa dovesse ascoltare anche i fedeli laici sulle questioni dottrinali. Questo è esattamente sinodalità, un secolo prima del Concilio Vaticano II. Per questo lo chiamiamo il teologo invisibile del Vaticano II. Non era fisicamente presente, ma le sue idee lo prepararono”, sottolinea Munsterman, evidenziando che questa visione derivava in parte dalla sua eredità protestante.

Lo stendardo appeso di San John Henry Newman, proclamato ufficialmente Dottore della Chiesa, sabato 1° novembre 2025 in Piazza San Pietro, Città del Vaticano. | Credit: Daniel Ibanez / EWTN News
Particolare di Piazza San Pietro sabato 1° novembre 2025. | Credit: Daniel Ibanez / EWTN News

“Newman comprendeva che, tramite il battesimo, tutti i cristiani ricevono lo Spirito Santo. Non solo sacerdoti o vescovi. E quello Spirito permette a ciascun credente di entrare in contatto con la realtà viva di Cristo. I laici spesso comprendono aspetti della fede che l’insieme della Chiesa deve scoprire”, sottolinea.

Per questo, afferma Munsterman, Newman fu frainteso nella sua epoca: “Nella Chiesa clericale del XIX secolo, queste idee erano inaccettabili. Molti sacerdoti e vescovi lo rifiutavano”. Tuttavia, continua, Papa Leone XIII “riconosceva la sua grandezza, lo creò cardinale alla fine della sua vita e lo chiamò Il mio cardinale”.

“Newman è un simbolo di unità”

Per il teologo olandese, corrispondente del Vaticano per il quotidiano Nederlands Dagblad, la recente proclamazione di John Henry Newman a Dottore della Chiesa rappresenta molto più di un riconoscimento accademico: è un segno di comunione e ispirazione per un tempo ecclesiale segnato dal discernimento e dal dialogo.

“Newman è un simbolo di unità”, afferma Munsterman. “La cosa interessante è che è una figura che cattura tutti i lati della Chiesa —quelli che potremmo chiamare conservatori e progressisti, anche se non amiamo queste etichette— tutti apprezzano Newman. C’è sempre qualcosa da scoprire in Newman da entrambe le prospettive”.

Secondo il teologo, la figura del cardinale inglese —convertito dall’anglicanesimo al cattolicesimo nel 1845— trascende le categorie ecclesiali abituali. “Newman ha la capacità di parlare a tutti: a chi ama la tradizione e a chi cerca sviluppo dottrinale; a chi desidera chiarezza dogmatica e a chi si sente chiamato al dialogo. In lui, questi poli non si oppongono, ma si arricchiscono a vicenda”.

“Nel tempo della sinodalità, la cosa più bella sarebbe ascoltarci a vicenda su ciò che ciascuno apprezza in Newman. Questo sarebbe profondamente ‘newmaniano’”, conclude. “Newman ci insegna che la verità si dispiega nella storia attraverso il dialogo tra fedeltà e rinnovamento. Non c’è sviluppo senza continuità, ma nemmeno continuità senza crescita. La sua vita è una testimonianza di ricerca onesta della verità in comunione con la Chiesa”.

Articolo precedentemente pubblicato su aciprensa, tradotto dalla redazione di ewtn.it.

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