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Guida cattolica per onorare i defunti: cosa fare quando muore una persona cara?

Un feretro | Credit: Canva
Un feretro | Credit: Canva
La morte con dignità: guida cattolica su corpo, cremazione e donazione di organi

Quando muore una persona cara, sorgono domande spesso mai poste: cosa succede al corpo? Quali pratiche sono corrette secondo la Chiesa? Qual è il senso della cremazione o della donazione di organi?

Il sacerdote messicano Daniel Rayas Treviño, formatore spirituale del Seminario Conciliare di Zacatecas, ha offerto una guida pratica per affrontare la morte con rispetto e speranza cristiana, durante una conferenza virtuale su “La Morte e la Vita Eterna” in occasione del Giorno dei Morti.

Il corpo umano: un tempio sacro

Don Rayas ha ricordato che il corpo possiede dignità anche dopo la morte.

«Il corpo è sacro fin dal concepimento, ma rimane degno di amore e rispetto anche dopo la morte», ha spiegato.
«Nonostante l’anima salga a Dio, il corpo deve essere trattato con la stessa cura con cui è stato curato in vita».

Ha sottolineato che pratiche moderne come il compostaggio umano o cimiteri naturali, rischiano di identificare il corpo con semplice materiale organico, mancando così di rispetto verso il defunto, e pertanto non sono consigliate.

Sepoltura e cremazione

Secondo la Chiesa Cattolica, la sepoltura tradizionale ha una funzione spirituale e comunitaria: il feretro diventa un punto di riferimento per la preghiera e il ricordo. Sepolture in case private o giardini non sono consigliate; è preferibile utilizzare cimiteri o luoghi consacrati.

La cremazione, regolata dal documento vaticano Ad resurgendum cum Christo (2016), è permessa purché effettuata con rispetto e non come sfida alla fede. Deve avvenire dopo una Messa funebre, e le ceneri vanno custodite in ossari o colombari. Non è consentito disperderle in luoghi non consacrati, né creare gioielli o distribuire le ceneri tra familiari, pratica riservata solo a santi e martiri.

Donazione di organi: un atto d’amore

Il sacerdote ha sottolineato la donazione di organi come atto generoso e cristiano, citando l’enciclica Evangelium Vitae di San Giovanni Paolo II.

«Chi dona organi offre agli altri una seconda o terza possibilità di vita. Deve essere sempre senza ricompensa».

Anche la donazione del corpo a fini scientifici o medici è accettata, a patto che avvenga con rispetto e cura.

Superstizioni e credenze errate

Don Rayas ha sfatato pratiche popolari prive di fondamento cattolico, come l’uso di croci di sale o sabbia per vegliare il defunto, la convinzione che l’anima rimanga nel luogo di vita, o il timore che portare la bara o indossare i vestiti del defunto porti sfortuna.

«La Chiesa insegna che l’anima, separata dal corpo, va alla presenza di Dio. Queste usanze appartengono più a esoterismo o superstizione che alla fede».

Articolo pubblicato precedentemente su aciprensa. È stato tradotto e riadattato dalla redazione di ewtn.it.

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