In un tempo in cui l’immaginario cristiano rischia l’oblio, una mostra ospitata nei Musei di San Salvatore in Lauro a Roma riaccende la bellezza dell’arte sacra. Il progetto internazionale “Dipingiamo di nuovo il cattolicesimo” punta a ridare voce visiva al mistero cristiano, attraverso opere originali che parlano al cuore dell’uomo contemporaneo.
Arte sacra per il nostro tempo
Giunta alla sua terza edizione, l’iniziativa è stata concepita da un gruppo di intellettuali, artisti, teologi e critici internazionali come risposta al progressivo declino della pittura religiosa nella cultura occidentale. Il progetto si sviluppa attorno ai misteri del Rosario, con l’intento di creare ogni anno nuove opere che esprimano la fede cristiana con il linguaggio visivo del nostro tempo.
Come ha spiegato Dariusz Karlowicz, presidente della Fondazione San Nicola:
“Abbiamo deciso di seguire i misteri del Santo Rosario, creando ogni anno un nuovo dipinto per ogni mistero. Alcuni potrebbero chiedersi se i capolavori del passato non siano sufficienti. Noi crediamo che non lo siano. Ogni generazione deve esprimere i misteri cristiani nel linguaggio visivo del proprio tempo. Questo è esattamente ciò che stiamo facendo.”
La Visitazione: due donne, due opere, un mistero
L’edizione attuale ha visto coinvolti venti artisti, ciascuno dei quali ha interpretato il mistero della Visitazione della Beata Vergine Maria a Santa Elisabetta. Ogni pittore ha realizzato due opere: una destinata all’esposizione in chiesa, l’altra pensata per la devozione privata.
Le opere riflettono un incontro straordinario tra due donne miracolosamente in attesa di un figlio. Come ha spiegato padre Dominik Jurczak, decano della Facoltà di Teologia all’Angelicum,
“Da questo incontro teologicamente scaturisce la gioia di un incontro tra quella che è anziana e quella che è giovane, giovane perché ha creduto nella parola, si è fatta, ha fatta ascoltare e ha aperto il suo orecchio ad ascoltare la parola e la parola, il Verbo che si è fatto carne. In tutta questa situazione, è una situazione di gioia, è un incontro veramente con Dio.”
Un dialogo tra bellezza e fede
La mostra è stata promossa dall’Istituto di Cultura Giovanni Paolo II dell’Università Pontificia San Tommaso d’Aquino (Angelicum) e dalla Fondazione San Nicola in Polonia, in collaborazione con la Fondazione Vaticana Giovanni Paolo II.
Durante la presentazione, padre Paweł Ptasznik, presidente della fondazione vaticana, ha ricordato il messaggio di Giovanni Paolo II nella Lettera agli Artisti, dove il Santo Pontefice invitava pittori e uomini di cultura a mantenere vivo il dialogo tra arte e Chiesa. Padre Ptasznik ha sottolineato come oggi, in un tempo in cui emergono movimenti che si oppongono alla cultura cristiana e rifiutano anche solo di ascoltare Dio come creatore del bello e del bene, questa chiamata sia più attuale che mai. Secondo lui, la verità può ancora essere scoperta meditando sulla bellezza di queste nuove opere, spesso ispirate ai grandi maestri del passato.
Echi dal Rinascimento: l’ispirazione di Botticelli
Tra gli artisti coinvolti, la pittrice polacca Ewa Czwartos ha spiegato che il suo lavoro trae ispirazione dalla pittura italiana, in particolare da Sandro Botticelli.
“Nel mio lavoro traggo ispirazione dalla pittura italiana, in particolare dai dipinti di Sandro Botticelli, e in questo quadro mi sono ispirata in particolare all’opera Madonna del Magnificat, in cui Maria tiene in braccio il bambino Gesù. Ho voluto rappresentare questo gesto qui.”
L’arte sacra come missione per la Chiesa di oggi
L’evento fa parte del programma ufficiale per l’Anno Giubilare, realizzato con il patrocinio dei Dicasteri vaticani per l’Evangelizzazione e per la Cultura e l’Educazione. Gli organizzatori e gli artisti hanno avuto anche l’onore di presentare uno dei dipinti a Papa Leone XIV durante un’udienza in Piazza San Pietro, condividendo con lui la visione e il messaggio dell’iniziativa. Il Santo Padre ha benedetto il progetto, incoraggiando la missione di rinnovare la tradizione dell’arte sacra nel mondo di oggi.
Dariusz Karlowicz, convinto sostenitore del valore dell’arte nella vita della Chiesa, ha dichiarato:
“Perché l’arte sacra non può fallire? Perché fa parte della tradizione della Chiesa. Ci aiuta a comprendere il mistero del cristianesimo e contribuisce all’immaginario cristiano, senza il quale il cristianesimo diventerebbe muto. Sono assolutamente convinto che l’arte non sia un lusso, ma una necessità.”






