Proseguono le delicate trattative tra il governo di Andorra e la Santa Sede in merito alla possibile depenalizzazione dell’aborto nel piccolo principato pirenaico. Il Cardinale Parolin ha incontrato a Roma il capo del governo andorrano, riaffermando l’impegno del Vaticano a difesa della vita e nel rispetto del quadro costituzionale unico di Andorra.
Incontro in Vaticano tra il Cardinale Parolin e il primo ministro di Andorra
Il 22 ottobre 2025 il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha ricevuto in Vaticano una delegazione del governo di Andorra guidata dal primo ministro Xavier Espot. Con lui erano presenti il ministro delle relazioni istituzionali, Ladislau Baró, e l’ambasciatore presso la Santa Sede, Carlos Álvarez.
L’incontro, riferisce il governo andorrano, si è svolto “nel quadro del dialogo istituzionale tra le due parti” riguardo al processo di depenalizzazione dell’aborto nel Paese. Le due delegazioni hanno riaffermato la volontà condivisa di “lavorare in modo costruttivo” con l’obiettivo di avere una proposta legislativa nei prossimi mesi.
Un contesto costituzionale unico e complesso
La questione dell’aborto in Andorra è particolarmente complessa per via della struttura costituzionale del principato. I due capi di Stato sono infatti il vescovo della diocesi spagnola di Urgell — attualmente mons. Josep-Lluís Serrano Pentinat — e il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron.
Secondo la Costituzione, i co-principi devono firmare e promulgare le leggi approvate dal Parlamento andorrano, con la possibilità di chiedere un parere preventivo sulla costituzionalità delle norme. La riforma sull’aborto, quindi, coinvolge direttamente anche l’autorità ecclesiastica.
Il codice penale andorrano sull’aborto
Nel codice penale di Andorra, l’aborto è regolato sotto il Titolo II relativo ai “delitti contro la vita umana prenatale”. Sono previste pene severe per l’aborto non consensuale, consensuale e per negligenza professionale:
- Articolo 107: l’aborto non consensuale è punito con una pena da 4 a 10 anni di reclusione, più l’interdizione dall’esercizio della professione sanitaria fino a 10 anni.
- Articolo 108: l’aborto consensuale comporta da 3 mesi a 3 anni di reclusione e interdizione fino a 5 anni.
- Per la donna che provoca o consente l’aborto: pena lieve, generalmente inferiore ai tre mesi.
- Articolo 109: in caso di negligenza, è prevista una multa fino a 30.000 euro o una breve pena detentiva, ma la donna non è punita.
La posizione del Cardinale Parolin
Durante una visita ad Andorra nel settembre 2023, il Cardinale Parolin aveva già sottolineato la delicatezza del tema: “Si tratta di una questione molto delicata e complessa, che va affrontata con grande discrezione e saggezza.”
Il porporato ha ribadito l’importanza per la Santa Sede di difendere la vita in ogni sua fase, accompagnando concretamente le donne in difficoltà: “Questo principio si traduce anche in azioni concrete, ad esempio a favore delle donne incinte che incontrano difficoltà nel portare avanti la gravidanza.”
Le prospettive future
Il Cardinale Parolin ha riconosciuto che trovare una soluzione condivisa non è semplice, soprattutto per il ruolo costituzionale del vescovo di Urgell come co-principe: “Non è facile conciliare questi due aspetti,” ha detto, aggiungendo che il processo richiede “grande partecipazione, impegno e sforzo.”
La speranza espressa dal Cardinale è quella di giungere a “una soluzione soddisfacente per tutti.”
Nessun commento dalla diocesi di Urgell
ACI Prensa, agenzia facente parte del gruppo EWTN News, ha contattato il governo di Andorra per ulteriori dettagli sul progetto di riforma e le sue implicazioni per il vescovo di Urgell, ma non ha ricevuto risposta. Anche la diocesi di Urgell ha preferito non commentare.
Tradotto e adattato dal team di EWTN Italia. L’originale è stato pubblicato su ACI Prensa.






