In occasione del 60° anniversario della Gravissimum educationis, Papa Leone XIV pubblica la Lettera Apostolica Disegnare nuove mappe di speranza, un documento di grande spessore che rinnova l’impegno della Chiesa per l’educazione cristiana. Il Papa ribadisce che l’educazione non è un’attività accessoria, ma il cuore stesso dell’evangelizzazione.
Una nuova mappa per l’educazione cristiana
Nella Lettera Apostolica firmata il 27 ottobre e pubblicata oggi, Papa Leone XIV sottolinea come l’educazione sia «la trama stessa dell’evangelizzazione», un ambito in cui la Chiesa è chiamata a rinnovarsi senza perdere l’essenziale.
«Il Concilio Vaticano II ha ricordato alla Chiesa che l’educazione non è attività accessoria, ma forma la trama stessa dell’evangelizzazione», scrive il Papa. «Il Vangelo diventa gesto educativo, relazione, cultura».
La Gravissimum educationis, dichiara, ha dato vita a un “firmamento di opere e carismi” ancora oggi fecondi: scuole, università, movimenti, congregazioni, associazioni e reti internazionali.
L’educazione è un’opera corale
Il Pontefice insiste sulla dimensione comunitaria dell’educazione: non si educa da soli. «La comunità educante è un “noi”», afferma, che include docenti, studenti, famiglie, personale scolastico, pastori e società civile.
«Questo noi impedisce che l’acqua ristagni nella palude del “si è sempre fatto così”».
Il fondamento rimane la persona, «immagine di Dio, capace di verità e relazione». Per questo, fede e ragione non sono realtà in opposizione, ma in dialogo costante.
Famiglia, scuola e società: un’alleanza educativa
Papa Leone XIV ribadisce il diritto universale all’educazione e il ruolo centrale della famiglia come «prima scuola di umanità». L’educazione cristiana, ammonisce, non può essere ridotta a «addestramento funzionale» o a strumento per esigenze economiche.
«Una persona non è un “profilo di competenze”, ma un volto, una storia, una vocazione».
La formazione integrale include dimensioni spirituali, intellettuali, affettive, sociali e corporee. L’educazione cattolica deve saper integrare scienza e umanesimo, tecnica e coscienza, in vista del bene comune.
Scuola cattolica: ambiente vivo di testimonianza
Il Papa difende il valore della scuola cattolica come spazio in cui fede, cultura e vita si intrecciano. Non si tratta solo di un’istituzione educativa, ma di un «ambiente vivo», dove ogni disciplina e relazione è permeata dalla visione cristiana.
«Gli educatori sono chiamati a una responsabilità che va oltre il contratto di lavoro: la loro testimonianza vale quanto la loro lezione».
Da qui, l’importanza cruciale della formazione degli insegnanti e della collaborazione attiva con le famiglie.
Verso un’educazione con il cuore, lo sguardo e la coscienza
Papa Leone invita a riscoprire la dimensione spirituale dell’educazione, che si esprime anche nella contemplazione del Creato, e collega l’educazione alla giustizia sociale e ambientale.
«Ogni piccolo gesto — evitare sprechi, scegliere con responsabilità, difendere il bene comune — è alfabetizzazione culturale e morale».
Anche le differenze metodologiche tra le istituzioni educative cattoliche sono da considerare risorse preziose. Il Papa auspica maggiore collaborazione tra scuole e università, locali e globali, con progetti comuni e scambi reciproci.
Educazione e sfida digitale: visione e discernimento
Nel contesto attuale, l’ambiente digitale rappresenta una sfida e un’opportunità. Le tecnologie, sostiene il Papa, devono servire l’essere umano, non sostituirlo, e arricchire l’apprendimento senza svuotare le relazioni.
«Un’università cattolica senza visione rischia lo standard senza anima».
È necessario governare l’intelligenza artificiale con criteri etici e partecipativi, sostenuti da riflessioni teologiche e filosofiche. Le università cattoliche sono chiamate a essere «diaconia della cultura», non semplici luoghi di trasmissione del sapere.
Tradizione viva e futuro condiviso
Il Papa chiude la Lettera con uno sguardo fiducioso verso il futuro dell’educazione cristiana, richiamando l’immagine delle “costellazioni educative cattoliche”:
«Invece di catene, osiamo pensare alle costellazioni: intrecci pieni di meraviglia e risvegli».
E infine, un appello alle comunità educative:
«Disarmate le parole, alzate lo sguardo, custodite il cuore. L’educazione non avanza con la polemica, ma con la mitezza che ascolta».






