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Papa Leone XIV riconosce il martirio di 11 vittime del nazismo e del comunismo

Il sole sorge sopra il cancello principale, su cui si legge l’insegna “Arbeit Macht Frei” (“Il lavoro rende liberi”), del Museo del campo di concentramento ed exterminio nazista tedesco di Auschwitz-Birkenau, in occasione dell’80º anniversario della liberazione del campo, lunedì 27 gennaio 2025. | Credito: Dominika Zarzycka/SOPA Images/LightRocket/Getty Images.
Il sole sorge sopra il cancello principale, su cui si legge l’insegna “Arbeit Macht Frei” (“Il lavoro rende liberi”), del Museo del campo di concentramento ed exterminio nazista tedesco di Auschwitz-Birkenau, in occasione dell’80º anniversario della liberazione del campo, lunedì 27 gennaio 2025. | Credito: Dominika Zarzycka/SOPA Images/LightRocket/Getty Images.

Il Papa ha approvato nuovi decreti che riconoscono il martirio di 11 sacerdoti cattolici uccisi durante le persecuzioni nazista e comunista nel XX secolo, rafforzando così la memoria della Chiesa verso i suoi testimoni di fede in tempi oscuri.

Papa Leone XIV approva il martirio di 11 vittime dei regimi totalitari del XX secolo

Durante un’udienza con il Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi, svoltasi il 24 ottobre 2025, Papa Leone XIV ha autorizzato la promulgazione di decreti che riconoscono il martirio di 11 Servi di Dio e le “virtù eroiche” di altri quattro, che vengono così dichiarati Venerabili.

Nove martiri salesiani uccisi nei campi di concentramento

I primi nove martiri riconosciuti sono sacerdoti salesiani polacchi uccisi tra il 1941 e il 1942 nei campi di concentramento nazisti di Auschwitz (Polonia) e Dachau (Germania). Si tratta di Jan Świerc, Ignacy Antonowicz, Ignacy Dobiasz, Karol Golda, Franciszek Harazim, Ludwik Mroczek, Włodzimierz Szembek, Kazimierz Wojciechowski e Franciszek Miśka.

Tutti furono arrestati dopo l’occupazione tedesca della Polonia nel 1939 e deportati nei lager dove subirono torture ed esecuzioni “in odio alla fede”, come riconosciuto dalla Chiesa.

Due sacerdoti martiri del comunismo in Cecoslovacchia

Accanto ai martiri del nazismo, il Papa ha riconosciuto anche il martirio di due sacerdoti diocesani della ex Cecoslovacchia: Jan Bula e Václav Drbola, uccisi tra il 1951 e il 1952 dopo la presa del potere da parte del regime comunista nel 1948. Anch’essi furono perseguitati per il loro impegno sacerdotale e la loro fedeltà alla Chiesa.

Quattro nuovi Venerabili: testimoni di fede tra Europa e Brasile

Oltre ai martiri, Papa Leone XIV ha autorizzato la dichiarazione di venerabilità per quattro Servi di Dio, riconoscendo le loro virtù eroiche:

  • José Merino Andrés, OP (Spagna): Domenicano nato a Madrid nel 1905, fu maestro dei novizi e formatore di circa 700 sacerdoti. Morì il 6 dicembre 1968.
  • Gioacchino della Regina della Pace, OCD (Italia): Frate carmelitano scalzo e custode del Santuario della Regina della Pace in Liguria, morì a 95 anni nel 1985, dopo una lunga vita di preghiera e servizio.
  • Maria Evangelista Quintero Malfaz, OCist (Spagna): Religiosa cistercense del XVII secolo, nota per la sua vita mistica e l’offerta spirituale per la conversione dei peccatori. Morì nel 1648.
  • Angelo Angioni (Italia/Brasile): Sacerdote diocesano nato in Italia nel 1915, fu inviato come “fidei donum” in Brasile, dove divenne noto per la sua santità umile e il suo amore per i poveri. Morì nel 2008.

Tradotto e adattato dal team di EWTN Italia. L’originale è stato pubblicato su ACI Prensa.

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