Una stazione della metro dedicata alla Vergine Maria nella capitale iraniana divide l’opinione pubblica
Negli ultimi giorni, i social media sono stati invasi da immagini che mostravano una presunta nuova stazione della metropolitana a Teheran chiamata “Vergine Maria”. Le foto, diventate rapidamente virali, hanno suscitato un acceso dibattito: c’è chi le ha accolte come un raro gesto di apertura religiosa, chi le considera un’operazione di immagine orchestrata dal regime, e chi, semplicemente, si è chiesto se quella stazione esista davvero.
Secondo le notizie circolate online, la stazione “Vergine Maria” — o Maryam Moghaddas in farsi — si troverebbe sulla Linea 6 della metropolitana di Teheran, nei pressi della Cattedrale armena di San Sarkis, nel cuore del quartiere cristiano della capitale.
Una stazione tra fede e architettura
Come riportato da France 24, la stazione è in costruzione da circa dieci anni. Il suo atrio a volta e la cupola, riccamente decorati, ospiterebbero affreschi e bassorilievi raffiguranti la Vergine Maria, accanto a un’area che sembrerebbe collegata alla stessa cattedrale.

Per molti, l’idea di una stazione della metropolitana iraniana dedicata alla madre di Gesù è stata sorprendente. Altri la ritengono coerente con la spiritualità sciita, che venera anch’essa Maria (Maryam, madre del profeta Isa, Gesù). Non mancano, però, interpretazioni più critiche: secondo alcuni osservatori, si tratterebbe di un tentativo di proiettare all’estero un’immagine di tolleranza in contrasto con la realtà interna.
“Un segno di convivenza”?
L’ambasciata iraniana a Erevan ha definito su X (ex Twitter) la stazione “un bellissimo segno di convivenza tra iraniani e comunità armena”. Ma la convivenza di cui parla il governo resta, nella pratica, ben lontana dagli standard internazionali in materia di libertà religiosa e diritti umani.
در قلب تهران، ایستگاهی با نام «مریم مقدس» گشوده شد؛ در چند قدمی کلیسای سارکیس مقدس.
— IRI Embassy in Armenia (@iraninyerevan) October 14, 2025
نشانهای زیبا از همزیستی ایرانیان با جامعه ارمنی و احترام عمیق به همه پیامبران و ادیان الهی
Թեհրանի սրտում՝ Սուրբ Սարգիս եկեղեցուց մի քանի քայլ հեռավորության վրա, տեղի ունեցավ «Մարիամ Աստվածածին»… pic.twitter.com/C4BBx0J1AM
In Iran, la legge islamica vieta ogni forma di proselitismo e proibisce la conversione dall’islam al cristianesimo, punita con la prigione o con l’esclusione sociale. Durante il Ramadan, mangiare in pubblico è vietato anche ai non musulmani; durante Muharram, le festività di altre religioni non possono essere celebrate.
L’obbligo del velo continua a essere rigidamente imposto alle donne e le minoranze religiose, come la comunità armena, restano spesso escluse dagli impieghi pubblici e dai ruoli di responsabilità.
Un simbolo che non cancella la persecuzione
Per molti cristiani iraniani, dunque, la stazione “Vergine Maria” appare come un gesto simbolico che non muta la realtà quotidiana di discriminazione. Nel febbraio 2024, ad esempio, un giudice ha condannato Hakop Gochumyan, cittadino armeno, a una lunga pena detentiva per aver preso parte a “attività cristiane illegali”.

Secondo il rapporto 2024 dell’organizzazione Article18, con sede a Londra, 166 cristiani sono stati arrestati nel 2023, spesso solo per il possesso di più copie della Bibbia.
Una fede che cresce nel silenzio
Nonostante la repressione, il cristianesimo continua a crescere in Iran, soprattutto tra le giovani generazioni. Open Doors stimava nel 2021 che oltre 800.000 iraniani si fossero convertiti dall’islam al cristianesimo — un fenomeno che si sviluppa nella clandestinità e nel silenzio, ma che rivela un desiderio profondo di libertà spirituale.
Così, anche se una stazione metropolitana può portare il nome di Maria, la fede in Cristo continua a vivere lontano dai riflettori, nelle case, nei sotterranei e nei cuori di chi crede.
Articolo precedentemente pubblicato su acimena. È stato tradotto e riadattato dal team di ewtn.it.






