Un nuovo volume, scritto da don Giovanni Emidio Palaia in collaborazione con la madre di Carlo, Antonia Salzano Acutis, svela riflessioni, appunti e disegni inediti del giovane santo. Tra simboli profondi e intuizioni spirituali, emerge il cuore contemplativo di San Carlo.
Una foglia per raccontare la vita
San Carlo Acutis, primo santo millennial, non era solo un ragazzo appassionato di tecnologia e dell’Eucaristia, ma anche un giovane capace di esprimere la sua interiorità attraverso l’arte. Una delle sue immagini più suggestive è quella della foglia, che egli stesso disegnò per rappresentare il senso della vita umana.
Come racconta don Giovanni Emidio Palaia, autore del libro Spiritual Insights, pubblicato da Piemme: «Venne richiesto a Carlo di rappresentare la sua vita con un’immagine e lui ha disegnato una foglia che è in alcune parti verde. Il verde, così come il libro richiama la vita, richiama la speranza… ma nella foglia poi compare anche il giallo che non ricorda più la vita, ma il tramonto, la fine».
Intorno alla foglia, Carlo aveva disegnato una sorta di raggiera luminosa: «Mi ha colpito da subito — racconta don Giovanni — che aveva circondato la foglia da quasi una raggiera, una luce. Cioè, noi siamo come persone umane, create a immagine e somiglianza di Dio, splendenti se siamo nella grazia di Dio, se ci nutriamo di Dio».
Un libro frutto di anni di lavoro e testimonianze
Spiritual Insights è il risultato di un lungo e attento lavoro di raccolta, redatto da don Giovanni insieme ad Antonia Salzano Acutis, madre del beato, e con il contributo di tutta la famiglia e di numerose persone che hanno conosciuto Carlo. «Ci ha aiutato anche il padre, il signor Andrea — spiega don Giovanni — e hanno partecipato tutti i familiari. Ho avuto la possibilità di conoscere quasi tutti i compagni di scuola di Carlo, i professori, i parenti, e abbiamo cercato di raccogliere le note personali di Carlo dal computer».
Il libro contiene appunti, disegni, meditazioni spirituali e testimonianze autentiche, offrendo uno sguardo intimo e profondo sulla vita interiore del giovane santo.
La Verna, luogo di silenzio e grazia
Particolarmente toccanti sono le riflessioni scritte da Carlo durante i suoi soggiorni a La Verna, luogo francescano per eccellenza, dove San Francesco ricevette le stimmate. Don Giovanni racconta: «Carlo si recava per 15-30 giorni a La Verna, partecipava due volte alla Messa. Leggeva e meditava la Parola di Dio e aveva con sé un libretto degli esercizi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola, stampato a Milano dalla Comunità di San Fedele».
Da questi momenti di ritiro spirituale emergono annotazioni e disegni che rivelano la profondità del suo cammino di fede: «Ha imparato molto presto che così come noi esercitiamo il corpo, ci impegniamo tanto per avere un buon fisico, una buona salute, abbiamo anche un organismo spirituale. Bisogna imparare ad utilizzarlo e a valorizzarlo con la grazia di Dio, i sacramenti, la Parola».
Un amore profondo per Maria
L’ultima parte del libro è dedicata alla devozione mariana, tanto cara a Carlo. «Era particolarmente affascinato dalle apparizioni di Fatima», racconta don Giovanni. «Carlo aveva capito che la devozione al Cuore Immacolato di Maria ha uno scopo ben preciso… Lui aveva intuito che meditando il mistero della vita di Cristo e di Maria nel Rosario si finisce per innamorarsi di Maria».
Una delle frasi più emblematiche di Carlo, riportata nel volume, sintetizza il suo atteggiamento verso il soprannaturale: “Se il Cielo si è preso la briga di scendere sulla terra, dobbiamo prestargli attenzione”.






