In un mondo segnato da polarizzazione e crisi spirituale, il Festival Vitae si prepara a sbarcare a Roma il 25 ottobre. L’evento, pensato per i giovani sotto i 30 anni, propone un linguaggio nuovo per incontrare anche chi non crede.
Un festival per i giovani e i lontani dalla fede
Per la prima volta in Italia, e precisamente a Roma, si terrà il Vitae Festival, un evento culturale e spirituale nato con l’obiettivo di parlare al cuore della Generazione Z, in particolare a chi è lontano dalla fede o non ha ancora incontrato Cristo.
Luis Quinelli, presidente della Vitae Global Foundation, ha spiegato che si tratta di un festival «per i giovani, per la Generazione Z, sai, i ragazzi sotto i 30 anni. È l’unico festival dedicato ai non credenti». Fino a quest’anno si svolgeva in Messico il 3 maggio, ma ora il format si espande a livello internazionale: «Ora lo terremo il 25 ottobre e stiamo girando il mondo con questa proposta».
In risposta a un mondo frammentato
In un’intervista rilasciata ad Andreas Thonhauser, vicepresidente e responsabile globale di EWTN, Quinelli ha motivato così la nascita del festival: «In questo mondo così polarizzato e frammentato, la nostra proposta, o messaggio di riconciliazione, è legata proprio a questo».
Secondo lui, i giovani di oggi sono spiritualmente aperti, ma segnati da fragilità interiori: «I giovani sono molto spirituali, sono una generazione curiosa, ma stanno affrontando sfide legate alla salute mentale». In questo contesto globale, segnato da numerosi conflitti, Quinella ha evidenziato l’urgenza di offrire una risposta più profonda: «Comprendiamo che alla fine c’è una crisi spirituale e che tale crisi deve essere risolta dal ministro della riconciliazione, cioè Gesù Cristo».
Una visione nata dalla preghiera
L’ispirazione per il Festival Vitae non è arrivata per caso. «Abbiamo iniziato questo progetto molto tempo fa, nel 2012, con un gruppo di credenti che pensavano: “Dobbiamo fare qualcosa per trasmettere il messaggio di Gesù in un linguaggio comprensibile ai non credenti”», ha raccontato Quinelli. «Quindi, è qualcosa che viene da Dio, ovviamente, ma questa è la nostra visione».
Il festival punta a offrire un’esperienza capace di coinvolgere i sensi, l’intelligenza e il cuore, aprendo nuovi spazi di dialogo e incontro attraverso l’arte, la musica e il linguaggio dei giovani.
Un evento che nasce nella fede e nella speranza
In chiusura dell’intervista, Thonhauser ha espresso il desiderio che «tutti quei bambini che ancora non conoscono la Chiesa possano trovare la strada verso la Chiesa e la fede attraverso questo festival». Quinelli ha risposto con semplicità: «Grazie. È la nostra preghiera. Grazie mille».






