Visita ufficiale tra storia, simboli e prospettive: “Difendere la dignità della persona, promuovere la famiglia, costruire la pace e custodire la memoria”
Un evento che intreccia storia e attualità
Più che una semplice visita, quella di Papa Leone XIV al Quirinale è stata un vero e proprio evento storico, che ha unito liturgia, memoria e simboli civili.
La giornata è iniziata in Piazza Pio XII, al confine tra lo Stato della Città del Vaticano e l’Italia, dove il Santo Padre ha ricevuto l’omaggio della Missione Straordinaria del Governo Italiano. Un reparto di formazione con bandiera e banda ha reso gli onori mentre il Papa scendeva dall’auto.
Da Piazza Pio XII a Piazza Venezia, Leone XIV ha percorso le vie di Roma a bordo di una Jeep targata SCV 1, scortato dai Corazzieri in motocicletta, poi dai Corazzieri a cavallo fino al Cortile d’onore del Palazzo del Quirinale.
Qui, accolto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si sono eseguiti gli inni nazionali. Per qualche ora, la bandiera vaticana è tornata a sventolare sul Palazzo dei Papi, simbolo di una storia condivisa tra Roma, la Chiesa e l’Italia.
Il colloquio privato e i temi dell’incontro
Nella Sala del Bronzino si sono svolte le foto ufficiali davanti alle bandiere, poi nello Studio alla Vetrata il colloquio privato tra Papa Leone XIV e il Presidente Mattarella, durato poco più di mezz’ora.
I temi restano riservati, ma coincidono in gran parte con quelli affrontati nel discorso ufficiale del Pontefice.
“Collaborare per il bene comune”
Aprendo il suo intervento, Papa Leone XIV ha espresso gratitudine per l’impegno dell’Italia nell’organizzazione del Giubileo e nei mesi intensi seguiti alla morte di Papa Francesco e alla sua elezione.
Poi ha guardato al futuro, indicando il centenario dei Patti Lateranensi come occasione per “rafforzare la reciproca distinzione degli ambiti, in un clima di cordiale rispetto, collaborando per il bene comune e per la tutela dei più fragili e bisognosi”.
“Lodo e incoraggio – ha detto – il reciproco impegno a improntare ogni collaborazione alla luce e nel pieno rispetto del Concordato del 1984”.
Pace, multilateralismo e responsabilità globale
Lo sguardo del Papa si è poi allargato al contesto internazionale:
“Sono numerose le guerre che devastano il nostro pianeta… Guardando le immagini e ascoltando le voci delle vittime, riecheggiano forti e profetiche le parole dei miei Predecessori.”
Il Pontefice ha ribadito l’urgenza di un impegno comune per la pace, sottolineando il valore del multilateralismo, “fondamentale per affrontare le sfide complesse del nostro tempo”, e ha ringraziato l’Italia per la collaborazione in campo umanitario, in particolare con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
La missione italiana e la cura della Casa comune
Richiamando San Francesco d’Assisi, Leone XIV ha parlato della responsabilità ambientale e spirituale del Paese:
“Ritengo che l’Italia abbia ricevuto in modo speciale la missione di trasmettere ai popoli la cultura che riconosce la terra come una sorella e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia.”
Famiglia, natalità e dignità del lavoro
Sul fronte sociale, il Papa ha espresso preoccupazione per il calo della natalità, chiedendo politiche che sostengano le famiglie:
“Padre, madre, figlio, figlia, nonno, nonna: parole che esprimono amore, rispetto e dedizione al bene della comunità domestica e dell’intera società.”
Ha poi aggiunto:
“È fondamentale garantire a tutte le famiglie il sostegno di un lavoro dignitoso e condizioni eque, con attenzione alla maternità e alla paternità. Diamo fiducia alle giovani famiglie, perché possano guardare al futuro con serenità.”
Sulla vita umana, Leone XIV ha ribadito il principio della sua tutela “in tutte le fasi, dal concepimento fino alla morte naturale”, auspicando “un impegno costante per rendere accessibili cure e medicinali a tutti”.
Migranti, identità e cultura
Riflettendo sul tema delle migrazioni, il Papa ha invitato a promuovere “una costruttiva integrazione nei valori e nelle tradizioni italiane”, affermando che l’incontro tra i popoli deve essere “un dono reciproco per l’arricchimento di tutti”.
“Più si riconosce e si ama serenamente ciò che si è – ha spiegato – più è facile incontrare e integrare l’altro senza paura e a cuore aperto.”
Contro la “cancel culture”: custodire la memoria
Nel passaggio conclusivo, Leone XIV ha lanciato un forte appello contro la perdita della memoria e la cosiddetta cancel culture:
“Non disprezziamo ciò che i nostri padri hanno vissuto e trasmesso. Non lasciamoci sedurre da modelli fluidi e massificanti che promettono libertà ma generano dipendenza. Far tesoro delle tradizioni è essenziale per guardare al futuro con consapevolezza e responsabilità.”
E ha concluso con parole di speranza:
“L’Italia è un Paese di una ricchezza immensa, spesso nascosta. È questa la bella avventura in cui incoraggio tutti gli italiani: riscoprire la propria identità per affrontare con fiducia le sfide del futuro.”
Lo scambio dei doni e il commiato
Nel tradizionale scambio dei doni, Papa Leone XIV ha offerto a Mattarella un mosaico del Colosseo realizzato dallo Studio del Mosaico Vaticano e una copia autografata dell’Esortazione Apostolica Dilexi te.
Il Presidente ha ricambiato con una acquaforte del XVII secolo raffigurante l’opera di Alessandro Algardi per l’altare di San Leone Magno nella Basilica Vaticana, e una biografia di Santa Rosa da Lima del 1827.
Dopo i discorsi ufficiali, il Papa e il Presidente hanno visitato la Cappella Paolina, l’Oratorio di Paolo V e la Loggia delle Benedizioni, concludendo la visita nel segno della storia e della continuità.
Il corteo papale ha poi lasciato il Quirinale tra gli onori militari, rientrando in Vaticano attraverso l’Arco delle Campane.
Articolo precedentemente pubblicato su acistampa, riadattato per la pubblicazione su ewtn.it.





