Alla Veglia per il Giubileo della Spiritualità Mariana, Papa Leone XIV invita a “non stancarci di intercedere per la pace” e a “fare il Vangelo”
Perseveranti nella preghiera per la pace
“Tutti insieme, perseveranti e concordi, non ci stanchiamo di intercedere per la pace, dono di Dio che deve diventare nostra conquista e nostro impegno”.
Con queste parole Papa Leone XIV ha introdotto la meditazione durante la Veglia di Preghiera per il Giubileo della Spiritualità Mariana, celebrata questa sera in Vaticano.
Il Pontefice ha invitato i fedeli a guardare a Maria come “guida del nostro pellegrinaggio nella speranza”, citando il Concilio Vaticano II: nelle sue virtù umane ed evangeliche, ha detto, si trova “la più autentica devozione mariana”.
Accanto alle croci del mondo
“Guardiamo alla Madre di Gesù e a quel piccolo gruppo di donne coraggiose presso la Croce – ha affermato il Papa – per imparare anche noi a sostare come loro accanto alle infinite croci del mondo, dove Cristo è ancora crocifisso nei suoi fratelli, per portarvi conforto, comunione e aiuto”.

Richiamando le parole di Maria alle nozze di Cana, “Fate quello che vi dirà”, Leone XIV ha sottolineato che esse “suonano come un testamento materno”.
“Maria è certa che il Figlio parlerà – ha spiegato – e la sua Parola non è finita: crea ancora, genera, opera, riempie di primavere il mondo e di vino le anfore della festa”.
“Fate il Vangelo”
“Fate la sua Parola, raccomanda Maria – ha proseguito il Papa –. Fate il Vangelo, rendetelo gesto e corpo, sangue e carne, fatica e sorriso. Fate qualsiasi cosa vi dica: tutto il Vangelo, la parola esigente e la carezza consolante, il rimprovero e l’abbraccio”.
Leone XIV ha invitato i fedeli ad “essere come i profeti, che non lasciano andare a vuoto una sola delle sue parole”.
“Metti via la spada”: la pace come disarmo del cuore
Il Papa ha poi richiamato l’esortazione di Gesù a Pietro: “Metti via la spada”.
“La pace – ha detto – è disarmata e disarmante. Non è deterrenza, ma fratellanza. Non verrà come frutto di vittorie sul nemico, ma come risultato di semine di giustizia e di coraggioso perdono”.
Rivolgendosi ai potenti del mondo, Leone XIV ha lanciato un appello: “Abbiate l’audacia del disarmo!”.
Ma ha aggiunto: “È un invito anche per ciascuno di noi, perché da disarmare prima di tutto è il cuore. Se non c’è pace in noi, non daremo pace”.
Un potere che si inginocchia
“I grandi del mondo si costruiscono imperi con il potere e il denaro. Voi però non fate così”, ha ammonito il Pontefice.
“Dio non fa così: il Maestro non ha troni, ma si cinge un asciugamano e s’inginocchia ai piedi di ciascuno. Il suo impero è lo spazio che basta per lavare i piedi dei suoi amici e prendersi cura di loro”.

Il Papa ha invitato a “guardare la storia con lo sguardo dei piccoli, degli ultimi, degli esuli e dei feriti, non con la prospettiva dei potenti. Altrimenti non cambierà mai niente, e non sorgerà un tempo nuovo, un regno di giustizia e di pace”.
“La pace è un cammino e Dio cammina con noi”
Concludendo la meditazione, Leone XIV ha incoraggiato i fedeli a non perdere la speranza:
“Dio regala gioia a chi produce amore nel mondo, gioia a quanti, alla vittoria sul nemico, preferiscono la pace con lui. Coraggio, avanti, in cammino, voi che costruite le condizioni per un futuro di pace nella giustizia e nel perdono”.
“La pace è un cammino – ha detto infine – e Dio cammina con voi. Il Signore crea e diffonde la pace attraverso i suoi amici pacificati nel cuore, che diventano a loro volta pacificatori, strumenti della sua pace”.
Articolo precedentemente pubblicato su acistampa, riadattato per la pubblicazione su ewtn.it.






