In Piazza San Pietro, il Pontefice invita a riscoprire il coraggio delle decisioni evangeliche e afferma che: “Sperare è scegliere”

La speranza come atto di libertà

“Sperare è scegliere”. Con queste parole Papa Leone XIV ha aperto la sua riflessione ai pellegrini del Giubileo riuniti in Piazza San Pietro, invitandoli a vivere la speranza non come un’emozione passeggera, ma come una decisione concreta di vita.

“Sperare è scegliere perché chi non sceglie si dispera”, ha spiegato il Papa. “Una delle conseguenze più comuni della tristezza spirituale, cioè dell’accidia, è non scegliere niente. Allora chi la prova è preso da una pigrizia interiore che è peggio della morte. Sperare, invece, è scegliere”.

Secondo il Pontefice, la speranza cristiana nasce proprio da questa capacità di prendere posizione, di agire, di non restare indifferenti. “Il mondo cambia se noi cambiamo”, ha aggiunto, invitando i fedeli a riscoprire la forza trasformante della fede.

Santa Chiara, una donna che ha scelto

Nel giorno della festa di San Francesco d’Assisi, Papa Leone XIV ha voluto proporre Santa Chiara come esempio di coraggio e libertà spirituale.
“Sono contento di parlare di lei proprio nel giorno della festa di San Francesco. Sappiamo che Francesco, scegliendo la povertà evangelica, dovette rompere con la propria famiglia. Era però un uomo: lo scandalo ci fu, ma fu minore. La scelta di Chiara risultò ancora più impressionante: una ragazza che voleva essere come Francesco, che voleva vivere, da donna, libera come quei fratelli!”.

Il Papa ha spiegato che la decisione di Chiara non fu un gesto isolato, ma un seme di speranza capace di generare nuovi percorsi di fede. “Molte altre ragazze di quel territorio trovarono lo stesso coraggio e scelsero la povertà di Gesù, la vita delle Beatitudini”, ha ricordato.
E quella scelta, ha aggiunto, “non fu come un fuoco di paglia, ma dura nel tempo, fino a noi. La scelta di Chiara ha ispirato scelte vocazionali in tutto il mondo e così continua a fare fino a oggi”.

“Il Vangelo piace ai giovani”

Nella parte conclusiva del suo intervento, Papa Leone XIV ha voluto ribadire la freschezza e l’attualità della testimonianza evangelica:
“La Chiesa è giovane e attira i giovani. Chiara di Assisi ci ricorda che il Vangelo piace ai giovani. È ancora così: ai giovani piacciono le persone che hanno scelto e portano le conseguenze delle loro scelte. E questo fa venire voglia ad altri di scegliere”.

Il Papa ha descritto questa dinamica come una “santa imitazione”: “Non si diventa “fotocopie”, ma ognuno – quando sceglie il Vangelo – sceglie sé stesso. Perde sé stesso e trova sé stesso. L’esperienza lo dimostra: succede così”.

Una preghiera per i giovani e per la Chiesa

Infine, il Pontefice ha invitato i presenti alla preghiera, affidando alla speranza il cammino dei giovani e della Chiesa intera:
“Preghiamo per i giovani; e preghiamo per essere una Chiesa che non serve il denaro o sé stessa, ma il Regno di Dio e la sua giustizia. Una Chiesa che, come Santa Chiara, ha il coraggio di abitare diversamente la città. Questo dà speranza!”.

Articolo precedentemente pubblicato su acistampa. È stato riadattato per la pubblicazione su ewtn.it.