È la prima volta dopo 58 anni che un Pontefice partecipa alla cerimonia. Presenti le famiglie, i cardinali e la presidente della Confederazione Elvetica
Una cerimonia solenne nel cuore del Vaticano
Mancavano pochi minuti alle cinque del pomeriggio quando Papa Leone XIV è sceso nel Cortile di San Damaso, splendidamente allestito per la cerimonia del Giuramento delle nuove reclute della Guardia Svizzera Pontificia, nel giorno di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia.
Le corazze tirate a lucido, i movimenti perfettamente sincronizzati e l’emozione delle famiglie hanno fatto da cornice a un evento di grande fascino, a cui hanno preso parte anche i cardinali, numerosi vescovi e la Presidente della Confederazione Elvetica, invitata d’onore.
Il saluto del Comandante Graf: “Nessuno cerca il martirio, ma tutti promettono fedeltà”
Dopo la rivista delle nuove reclute, il Comandante Christoph Graf ha salutato il Papa e dato ufficialmente il via alla cerimonia.
Nel suo discorso, Graf ha ricordato che l’ultima volta che un Pontefice partecipò al giuramento fu Paolo VI, 58 anni fa. Rivolgendosi in tedesco alle Guardie, ha sottolineato il senso profondo della loro missione:
“Ogni Guardia si impegna a servire Lei, Santo Padre. Nessuno cerca il martirio, ma ognuno promette di fare tutto il necessario nell’ora del bisogno”.
Ha poi richiamato la memoria del sacrificio del Sacco di Roma del 1527, quando 147 Guardie sacrificarono la vita per difendere il Papa, ricordando che “il loro coraggio si fondava sulla profondità della fede”.
Il Giuramento: mano sulla bandiera e tre dita alzate
Il Cappellano della Guardia ha introdotto la formula solenne del Giuramento, durante la quale ogni nuova recluta ha giurato fedeltà al Pontefice ponendo la mano sinistra sulla bandiera e alzando la destra con tre dita — simbolo della Trinità.
Le note della Banda della Guardia Svizzera hanno accompagnato l’inizio e la conclusione della cerimonia, che si è svolta tra applausi e commozione.
Le parole del Papa: “Un segno che parla ai giovani di oggi”
Al termine, Papa Leone XIV ha rivolto un breve ma intenso saluto ai presenti:
“Prima di concludere questa ‘hermosa’ cerimonia vorrei dire una parola di gratitudine innanzitutto a Dio per il dono della vita e della fede.
Vorrei salutare tutti i presenti, i Cardinali, gli Arcivescovi, i Vescovi, il Presidente della Federazione Elvetica, le famiglie delle Guardie Svizzere che oggi hanno fatto questo giuramento in una maniera ‘muy’ speciale”.
Il Pontefice ha poi ringraziato le nuove reclute per la loro testimonianza:
“A tutti voi che avete fatto questo giuramento: è una testimonianza molto importante nel mondo di oggi. Ci fa capire l’importanza della disciplina, del sacrificio, di vivere la fede in una maniera che veramente parla a tutti i giovani del valore di dare la vita, di servire e pensare agli altri. Vi ringrazio a nome mio e di tutta la Santa Sede per il vostro servizio”.
Il messaggio del Cardinale Parolin: “Nutritevi dell’esempio di San Francesco”
In mattinata, nella Basilica di San Pietro, il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, aveva celebrato la Messa per le nuove reclute, richiamando il legame spirituale tra San Francesco e il servizio al Papa.
Ricordando il Poverello d’Assisi, Parolin ha esortato i giovani alabardieri a “nutrirsi spiritualmente del suo esempio, della sua fedeltà al Papa e alla Chiesa. Una fedeltà che sgorgava dalla sua calda amicizia verso il Signore, il quale riempiva l’intera sua vita”.
“Tale lealtà — ha aggiunto — non ha nulla di ideologico, ma nasce e matura nella preghiera, nel ristoro che si sperimenta “quando si contempla Gesù, mite e umile di cuore, perché Egli non è duro, autoritario, ma discreto e paziente”.
Articolo precedentemente pubblicato su acistampa. È stato riadattato per la pubblicazione su ewtn.it.






