Ventisette nuove reclute hanno prestato giuramento in Vaticano, rinnovando una tradizione secolare di coraggio, fede e servizio. La cerimonia, rinviata eccezionalmente a ottobre, assume un significato particolare con l’inizio dell’Anno Santo e il nuovo pontificato di Papa Leone XIV.
Con passo deciso e sguardo fiero, 27 giovani svizzeri hanno prestato giuramento come Guardie Svizzere Pontificie nel cuore della Città del Vaticano. Provenienti dalle quattro regioni linguistiche della Svizzera, hanno promesso pubblicamente di difendere il Papa anche a costo della vita, in una delle cerimonie più cariche di significato per la Santa Sede.
Il rito, che commemora il sacrificio di 147 guardie cadute per proteggere Papa Clemente VII durante il Sacco di Roma del 1527, quest’anno si è svolto eccezionalmente il 4 ottobre, e non nella data tradizionale del 6 maggio.
«Papa Francesco è mancato il 21 aprile – ha spiegato Jonas Koch, rappresentante media della Guardia – e con l’inizio del conclave è stato subito chiaro che non sarebbe stato possibile mantenere la data originale».
«Abbiamo comunque deposto la corona in onore delle guardie cadute, ma le celebrazioni principali sono state rinviate a ottobre».
Una vocazione di disciplina, fede e servizio
Entrare nel corpo militare più piccolo e antico del mondo non è semplice. Le condizioni richieste sono rigorose e testimoniano la serietà della missione affidata a questi giovani.
«Dobbiamo essere uomini, cattolici, celibi, con un’età compresa tra i 19 e i 30 anni – precisa Jonas Koch – aver completato una formazione professionale o il liceo, la scuola reclute dell’Esercito svizzero, possedere la patente e soddisfare requisiti fisici precisi. Solo così possiamo servire per almeno 26 mesi».
In un periodo in cui la Chiesa entra nell’Anno Santo e ha accolto un nuovo Pontefice, l’interesse per la Guardia Svizzera è cresciuto anche tra i giovani svizzeri.
«Negli ultimi mesi – aggiunge Koch – abbiamo registrato un picco nelle ricerche online sulla Guardia Svizzera, i più alti degli ultimi cinque anni: prima dal 20 al 24 aprile, poi all’inizio di maggio».
Una missione al fianco del Papa, giorno e notte
Con il nuovo Papa, Leone XIV, e l’inizio del Giubileo del 2025, le richieste operative per la Guardia sono aumentate. I viaggi del Santo Padre, gli eventi ufficiali e la presenza costante dei pellegrini richiedono dedizione totale.
«L’Anno Santo è ciò che più aumenta il nostro carico di lavoro – afferma Koch – ma siamo felici e orgogliosi di avere così tanti eventi e di accogliere così tanti pellegrini. È un servizio pieno, non solo per Papa Leone, ma per tutta la Chiesa».
Nel giuramento, le nuove reclute non solo si impegnano a difendere il Papa, ma rinnovano l’eredità spirituale di fedeltà al Successore di Pietro, radicata nella fede, nell’obbedienza e nel coraggio.






