Più di 20.000 catechisti da oltre 100 Paesi si sono riuniti a Roma per celebrare il Giubileo dei Catechisti. Un evento segnato dall’incontro con Papa Leone XIV, che ha istituito nuovi ministri laicali e rilanciato la vocazione catechistica come testimonianza viva di fede.
Dal 26 al 28 settembre, oltre 20.000 catechisti provenienti da 115 Paesi si sono dati appuntamento nella Città Eterna per partecipare al Giubileo dei Catechisti, evento ufficiale dell’Anno Santo dedicato a chi ha il compito di trasmettere la fede e accompagnare chi desidera incontrare Cristo.
Il momento più atteso è stato l’incontro con Papa Leone XIV in Piazza San Pietro, durante l’udienza del 27 settembre. Il Papa ha rivolto parole forti e semplici, richiamando ogni fedele a vivere la fede in modo autentico nel proprio quotidiano:
«Sei mamma? Sei papà? Diventa cristiano, come mamma e papà. Sei un imprenditore? Un operaio? Un insegnante? Un prete? Una religiosa? Diventa cristiano sulla tua strada.»
La catechesi come vocazione e testimonianza
Nel pomeriggio, i catechisti si sono distribuiti in diverse chiese del centro di Roma per prendere parte a sessioni di catechesi in sei lingue, guidate da vescovi di varie nazionalità. Tra loro anche Patrizia di Resta, da un anno catechista, che ha condiviso così la sua esperienza:
«Essere chiamati a fare il catechista è una vocazione, una grande responsabilità e una straordinaria opportunità. Non si tratta solo di conoscenze, ma di esperienza viva di Cristo da trasmettere ai più piccoli, che sono spesso i più ricettivi.»
Nel contesto giubilare, si è tenuto anche un concerto presso la basilica di Sant’Andrea della Valle, con il coro e l’orchestra Fideles et Amati, diretti da Tina Vasaturo.
La famiglia, primo luogo della fede
Catherine Miles-Flynn, madre di otto figli e Direttrice della Formazione Cristiana nel Vicariato Apostolico dell’Arabia Meridionale, è stata tra coloro che hanno ricevuto il ministero laicale di catechista durante la Messa conclusiva. Ha ricordato che:
«Essere catechista comincia in casa, con genitori che insegnano a pregare e danno testimonianza di vita cristiana. Ma anche la comunità è essenziale: i giovani hanno bisogno di imparare insieme la fede.»
A confermare l’importanza di questa missione è stato anche il Vicario Apostolico dell’Arabia Meridionale, mons. Paolo Martinelli:
«I catechisti sono vitali nella nostra Chiesa: sono i pilastri della trasmissione della fede in un contesto islamico. Sostengono le famiglie e preparano le nuove generazioni a vivere la fede. I genitori sono i primi educatori, ma hanno bisogno di aiuto.»
Il catechista: una voce viva del Vangelo
Durante la Messa solenne del 28 settembre, Papa Leone XIV ha istituito 39 nuovi catechisti provenienti da Paesi di tutti i continenti: dal Brasile all’India, dal Mozambico alla Corea del Sud, fino a Inghilterra, Perù, Messico e Stati Uniti.
Nel suo omelia, il Papa ha offerto una definizione forte e incarnata della missione catechistica:
«Il catechista è persona di parola, una parola che pronuncia con la propria vita. I primi catechisti sono i nostri genitori, coloro che ci hanno insegnato a parlare. Come abbiamo imparato la lingua madre, così la fede si trasmette dove si vive, non si delega.»
Al termine della celebrazione, il Santo Padre ha fatto un annuncio speciale:
«Il 1° novembre proclamerò San John Henry Newman Dottore della Chiesa, nell’ambito del Giubileo dedicato al mondo dell’educazione.»






