Una conferenza a Roma celebra il pensiero di Papa Benedetto XVI sull’origine della dignità umana, mettendo in dialogo fede, ragione e le sfide del nostro tempo: dal transumanesimo alla teoria del gender.
Anche dopo la morte di Papa Benedetto XVI, il suo pensiero continua a ispirare teologi, filosofi e uomini di fede in tutto il mondo. Il 27 settembre, il Ratzinger-Schülerkreis e il Nuovo Schülerkreis hanno organizzato a Roma una conferenza teologica dedicata a uno dei temi centrali del suo magistero: la dignità dell’uomo alla luce della fede cristiana.
Benedetto XVI, che fu Papa e teologo, affermava che la fede in Dio è ciò che fonda e custodisce la vera grandezza dell’uomo.
«Quando manca la fede in Dio, crolla ciò che è essenziale – disse durante un’udienza generale il 10 ottobre 2012 – perché l’uomo perde la sua dignità profonda e ciò che rende grande la sua umanità, contro ogni riduzionismo».
La sfida culturale: difendere l’umano
La conferenza si è concentrata sulle nuove sfide antropologiche, come intelligenza artificiale, transumanesimo e ideologia di genere.
«Ci confrontiamo con grandi sfide» – ha dichiarato il cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani – «che affrontiamo alla luce della visione cristiana dell’uomo, sviluppata in modo profondo da Joseph Ratzinger, radicata nella Scrittura e nella Tradizione della Chiesa».
Ratzinger aveva intuito precocemente le derive contemporanee:
«Già negli anni ’70 – ricorda Koch – scriveva: “La battaglia per l’umanità si combatte oggi attraverso la battaglia per la famiglia”. Una profezia straordinaria che si è realizzata pienamente».
Il corpo, il genere e la libertà: Ratzinger ancora attuale
La filosofa della religione Hannah-Barbara Gerl-Falkovitz ha analizzato il pensiero del futuro Papa sulle questioni più attuali:
«Già negli anni ’90 Ratzinger rifletteva sul corpo umano e sul tema del gender. Si chiedeva: il mio genere è identico al mio sesso biologico, oppure posso sceglierlo? Lo faceva con grande attenzione, sottolineando che la natura umana include la libertà, ma che l’attuale concetto di autonomia è troppo ristretto».
«Ratzinger – ha aggiunto – mostrava come ogni persona viva una tensione tra ciò che riceve come dono e ciò che costruisce liberamente. È una visione profonda e umana, che non nega la libertà, ma la radica in un senso più alto del sé».
Fede e ragione: l’eredità viva di un grande pensatore
Tra i relatori anche Christoph Ohly, presidente del “Neuer Schülerkreis”, che ha sottolineato il valore duraturo della teologia ratzingeriana:
«È una teologia pienamente in sintonia con la fede della Chiesa, ma profondamente razionale. Benedetto XVI sapeva trattare temi complessi con limpidezza sorprendente. Disse una volta: la fede è semplice. Non dobbiamo complicarla, anche se tocca misteri che raramente comprendiamo del tutto».
Il cardinale Koch ha concluso con parole che colgono l’essenza dello stile di Ratzinger:
«Offriva risposte profonde, ma sempre a partire dalla fede. Parlava da cuore a cuore, da mente a mente. È questo che lo rende ancora oggi attuale».






