In un’epoca in cui molti giovani europei si dichiarano lontani dalla fede, un gruppo di ragazzi cattolici lancia un appello forte e coraggioso: riportare Cristo al centro del cuore dell’Europa. Un manifesto, una visione e una speranza condivisa che parte da Roma e guarda fino al 2033, anno del Giubileo della Redenzione.
Un appello che parte dai giovani
«Non siamo spettatori passivi di un’Europa in declino»: con queste parole, i giovani cattolici promotori del progetto Journey to Redemption 2033 (J2R2033) hanno presentato in Vaticano un manifesto che è, allo stesso tempo, una diagnosi e una proposta. La fede, sempre più marginalizzata nella vita pubblica, ha bisogno di essere riportata al centro della società europea attraverso il coraggio e la testimonianza delle nuove generazioni.
L’iniziativa è stata presentata l’11 giugno in Piazza San Pietro a Papa Leone XIV, che, come riferiscono i promotori, ha accolto la proposta «con grande entusiasmo». A raccontarlo è Fernando Moscardó, portavoce del team internazionale, spiegando che “stiamo affrontando una realtà senza precedenti nella storia del mondo: abbiamo un continente in cui oltre il 70% dei giovani afferma di non credere in nulla. Così abbiamo detto al Papa che ci eravamo imbattuti in questa situazione e volevamo rispondervi, e ciò che ci ha mostrato è stata una grande gioia e speranza”. Una speranza che nasce proprio dal desiderio dei giovani di non rassegnarsi al vuoto spirituale che li circonda.
Un’Europa che riscopre il desiderio di fede
Anche i pastori riconoscono in questo movimento un segno dei tempi. Monsignor Mikel Garciandia, vescovo di Palencia e rappresentante della Conferenza episcopale spagnola, osserva come “c’è stato un cambiamento culturale in Europa e una significativa distanza dalla Chiesa cattolica”, ma aggiunge subito che “ora ci rendiamo conto che l’indifferenza ha lasciato il posto alla curiosità… una curiosità che a volte diventa interesse, e un interesse che a volte si trasforma addirittura in desiderio”. Questo processo, per il vescovo, rappresenta “un campanello d’allarme per noi pastori, che ci incoraggia a lavorare e ad aiutare molti giovani a incontrare Cristo”.
Verso il 2033: un cammino lungo, ma ricco di speranza
Il manifesto sarà letto pubblicamente il 1° agosto, durante il Giubileo dei Giovani nella Basilica di Santa Maria in Trastevere. Ma il progetto non si ferma a Roma né al 2025: l’obiettivo è arrivare fino al 2033, anno in cui la Chiesa celebrerà i duemila anni dalla Risurrezione di Cristo, con il grande Giubileo della Redenzione previsto in Terra Santa.
Monsignor Graziano Borgonovo, sottosegretario del Dicastero per l’Evangelizzazione, vede in questa prospettiva anche una possibilità concreta per il bene del Medio Oriente. “Nel 2033, il grande Anno della Redenzione, speriamo che i giovani di Gerusalemme, di tutto Israele, della Palestina, del Medio Oriente e di tutte le aree circostanti possano godere della pace”, afferma. E aggiunge con forza: “La pace è uno dei desideri fondamentali di ogni essere umano, e preghiamo che ci venga concessa — che tutte le persone al potere nel mondo possano offrirla e trovare tutte le strade per rendere nuovamente possibile la pace”.
Una proposta aperta al mondo intero
L’invito a firmare il manifesto è rivolto a persone di tutte le età e nazionalità. Chiunque può aderire collegandosi al sito ufficiale j2r2033.com.
Questi giovani non lanciano semplicemente un’iniziativa: lanciano un richiamo. In un continente che ha spesso dimenticato il suo fondamento spirituale, loro scelgono di annunciare che c’è ancora tempo per incontrare Cristo. Non con nostalgia, ma con entusiasmo e visione.






