Il Vaticano ha nominato una commissione giudicante indipendente per il processo contro padre Marko Rupnik, ex gesuita accusato di abusi su donne. Lo ha reso noto il cardinale Víctor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede.
Giudici esterni per garantire trasparenza
In un incontro con i giornalisti, il cardinale Fernández ha affermato che i giudici scelti per il processo canonico sono «indipendenti ed esterni» al dicastero. Non ha però precisato quando si terrà il processo.
«L’idea era, se possibile, eliminare il sospetto che il Dicastero o la Santa Sede potessero avere interessi o subire pressioni», ha spiegato.
Le accuse contro Rupnik
Padre Rupnik, artista noto per i suoi mosaici presenti in chiese e santuari di tutto il mondo, è stato accusato da almeno una dozzina di donne – in gran parte ex religiose – di abusi sessuali, psicologici e spirituali avvenuti nell’arco di circa trent’anni.
I precedenti procedimenti canonici
Nel maggio 2019, l’allora Congregazione per la Dottrina della Fede avviò un procedimento amministrativo penale dopo che la Compagnia di Gesù aveva segnalato accuse ritenute credibili.
Un anno dopo, nel maggio 2020, Rupnik fu colpito da una scomunica latae sententiae, revocata dopo appena due settimane.
Nel giugno 2023, la Compagnia di Gesù lo ha espulso per la sua «ostinata disobbedienza» ai voti religiosi.
La rimozione delle opere d’arte
Dopo la diffusione pubblica delle accuse nel 2018, diversi leader della Chiesa e gruppi cattolici hanno chiesto la rimozione delle opere realizzate da Rupnik.
Il 31 marzo scorso, il Santuario di Lourdes ha deciso di coprire i suoi mosaici agli ingressi della Basilica di Nostra Signora del Rosario. Il 9 giugno, anche il sito di Vatican News ha rimosso le immagini digitali delle sue opere.
Il richiamo del cardinale O’Malley
Le iniziative sono seguite a due incontri di Papa Francesco con la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, il 5 e il 14 giugno.
Nel giugno 2024, il cardinale Seán O’Malley – presidente della Commissione – ha scritto una lettera ai dicasteri della Curia invitando a usare «prudenza pastorale» per evitare che l’esposizione di opere d’arte possa sembrare una difesa, anche implicita, dell’autore.
«Dobbiamo evitare di dare l’impressione che la Santa Sede ignori il dolore psicologico che molti stanno vivendo», ha scritto O’Malley.
Tradotto e adattato dal team di EWTN Italia. L’originale si trova qui.