A Roma, migliaia di fedeli hanno preso parte alla solenne processione del Corpus Domini, presieduta da Papa Leone XIV. Un gesto antico che si rinnova ogni anno e che affonda le sue radici in uno dei miracoli eucaristici più significativi della storia della Chiesa: quello di Bolsena. La celebrazione ha unito tradizione, fede e testimonianza pubblica della Presenza reale di Cristo nellāEucaristia, trasformando le strade della Capitale in un
Il miracolo che ha dato origine alla festa
La festa del Corpus Domini nasce da un evento straordinario accaduto nel 1263 nella cittadina di Bolsena, a circa cento chilometri da Roma. Un sacerdote boemo di nome Pietro, tormentato dal dubbio sulla reale Presenza di Cristo nellāOstia consacrata, durante la Messa nella basilica di Santa Cristina vide lāOstia sanguinare al momento della consacrazione. Dopo unāaccurata indagine, Papa Urbano IV ordinò che lāOstia miracolosa e il corporale insanguinato fossero traslati a Orvieto per la pubblica venerazione. Solo un anno dopo, nel 1264, con la bolla Transiturus de hoc mundo, il Papa estese la celebrazione del Corpus Domini a tutta la Chiesa cattolica.
La processione, tra tradizione e vita della Chiesa
Nel corso dei secoli, la processione eucaristica ĆØ diventata uno dei momenti più simbolici della liturgia romana. Come ha spiegato padre Dominik Jurczak, decano della FacoltĆ di Teologia allāAngelicum di Roma, Ā«la processione non fa parte del dogma, non ĆØ che se non organizziamo una processione il mondo o la Chiesa cattolica crolleranno. Non ĆØ cosƬ che va interpretata questa festa. Dāaltro canto, la processione fa parte della nostra celebrazione. Ć un poā come quando prepariamo grandi feste in famiglia o ci prepariamo per momenti importanti della nostra vita. Ecco, allora vogliamo celebrareĀ».
Un tempo la processione si svolgeva in Vaticano, come racconta Patrizia Sestili, guida e storica del Vaticano: «à sempre stata fatta a Roma ed era fatta a piazza San Pietro.āÆE prima che Bernini costruisse le grandi ali con le colonne, si faceva lƬ, su questa sorta di piazza che cāera, dopo si faceva dentro il colonnato e arrivava fino a Porta Castello. E veniva addirittura addobbato il colonnato. C’erano gli arazzi, per esempio, realizzati da Raffaello, che sono ancora nelle collezioni vaticane. Venivano tutti messi per creare questo addobboĀ».
A cambiare le cose fu San Giovanni Paolo II, che nei primi anni del suo pontificato decise di portare la processione fuori dalle mura vaticane, lungo via Merulana: Ā«All’inizio del suo pontificato decise di fare la processione qui, dalla Basilica di San Giovanni in Laterano, che ĆØ la cattedrale di Roma, fino a Santa Maria Maggiore, per riportare proprio questa vivezza della festa fuori dalle mura vaticane, per riportarla alla gente, per un sentire popolareĀ», ha spiegato ancora Sestili.
Camminare con lāEucaristia
Il senso profondo della processione ĆØ riaffermare pubblicamente la fede nella Presenza reale di Cristo nellāEucaristia. Padre Jurczak lo spiega chiaramente: Ā«Con la processione del Corpus Domini sottolineiamo l’importanza della Presenza di Cristo nel Santissimo Sacramento, usciamo per le strade, usciamo con il Santissimo Sacramento, perchĆ© crediamo che in quest’ostia e in questo vino non siano solo pane e vino, ma sia Cristo Presente sotto l’aspetto del pane e del vinoĀ».
Negli anni recenti, Papa Francesco aveva portato la processione del Corpus Domini nelle periferie di Roma, presiedendola a Casal Bertone e a Ostia nel 2018 e nel 2019. Papa Leone XIV ha invece voluto riportare la celebrazione nel cuore della CittĆ Eterna, sottolineandone la centralitĆ per la vita ecclesiale e cittadina.
Durante la sua omelia, il Papa ha offerto una riflessione intensa sul senso dellāEucaristia, richiamandosi a SantāAgostino: Ā«Come scrive SantāAgostino, davvero Cristo ĆØ āpanis qui reficit, et non deficit; panis qui sumi potest, consumi non potestā (Sermo 130, 2): un pane che nutre e non viene meno; un pane che si può mangiare ma non si può esaurireĀ». E ha aggiunto: Ā«LāEucaristia, infatti, ĆØ la presenza vera, reale e sostanziale del Salvatore (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 1413), che trasforma il pane in sĆ©, per trasformare noi in Lui. Vivo e vivificante, il Corpus Domini rende noi, cioĆØ la Chiesa stessa, corpo del SignoreĀ».