Città del Vaticano, 27 giugno 2025 – In occasione della Giornata per la Santificazione Sacerdotale, celebrata nella Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, papa Leone XIV rivolge un nuovo, intenso Messaggio ai sacerdoti. Un testo che intreccia spiritualità, identità vocazionale e missione pastorale, in un tempo segnato da profonde tensioni e sfide ecclesiali.
“Ardenti della misericordia di Dio, testimoni gioiosi del suo amore”
Il Pontefice apre il Messaggio con una riflessione sul Cuore di Cristo, centro della festa e simbolo dell’identità sacerdotale:
“Il Cuore di Cristo, trafitto per amore, è la carne viva e vivificante, che accoglie ciascuno di noi, trasformandoci a immagine del Buon Pastore. È lì che si comprende la vera identità del nostro ministero: ardenti della misericordia di Dio, siamo testimoni gioiosi del suo amore che guarisce, accompagna e redime”.
La solennità del Sacro Cuore, ricorda il Papa, è occasione per rinnovare la fedeltà alla vocazione ricevuta:
“La festa odierna rinnova dunque nei nostri cuori la chiamata al dono totale di noi stessi a servizio del popolo santo di Dio. Questa missione inizia con la preghiera e continua nell’unione con il Signore, che ravviva continuamente in noi il suo dono: la santa vocazione al sacerdozio”.
Il valore della memoria: una Chiesa che ricorda è una Chiesa viva
Come spesso accade nei suoi interventi, papa Leone XIV si richiama a sant’Agostino per sottolineare l’importanza del fare memoria nel ministero sacerdotale:
“Solo facendo memoria viviamo e facciamo rivivere quanto il Signore ci ha consegnato, chiedendo di tramandarlo a nostra volta nel suo nome. La memoria unifica i nostri cuori nel Cuore di Cristo e la nostra vita nella vita di Cristo, sicché diventiamo capaci di portare al popolo santo di Dio la Parola e i Sacramenti della salvezza, per un mondo riconciliato nell’amore”.
Nel Cuore di Gesù, afferma il Papa, si radica anche la nostra vera identità:
“La nostra vera umanità di figli di Dio e di fratelli tra noi”.
“Siate costruttori di unità e di pace”
Nel cuore del Messaggio, un’esortazione forte e attuale:
“Siate costruttori di unità e di pace!”
Un invito “impellente”, come lo definisce lo stesso Papa, in un mondo segnato da fratture e conflitti:
“Tensioni crescenti, anche all’interno delle famiglie e delle comunità ecclesiali: il sacerdote, infatti, è chiamato a promuovere la riconciliazione e generare comunione”.
Ma cosa significa essere sacerdoti in questo tempo? Il Papa lo esplicita con parole concrete:
“Essere costruttori di unità e di pace significa essere pastori capaci di discernimento, abili nell’arte di comporre i frammenti di vita che ci vengono affidati, per aiutare le persone a trovare la luce del Vangelo dentro i travagli dell’esistenza; significa essere saggi lettori della realtà, andando oltre le emozioni del momento, le paure e le mode; significa offrire proposte pastorali che generano e rigenerano alla fede costruendo relazioni buone, legami solidali, comunità in cui brilla lo stile della fraternità”.
“Rinnovate oggi il vostro sì”
Nel finale, l’invito personale del Papa a tutti i sacerdoti:
“Rinnovate, proprio oggi, il ‘sì’ a Dio e al suo Popolo santo. Lasciatevi plasmare dalla grazia, custodite il fuoco dello Spirito ricevuto nell’Ordinazione affinché, uniti a Lui, possiate essere sacramento dell’amore di Gesù nel mondo. Non abbiate timore della vostra fragilità: il Signore non cerca infatti sacerdoti perfetti, ma cuori umili, disponibili alla conversione e pronti ad amare come Lui stesso ci ha amato”.
Infine, un riferimento al Giubileo del 2025 e alla sua dimensione di speranza e rinnovamento:
“Il Giubileo ci invita ad essere pellegrini di speranza, il nostro ministero sarà tanto più fecondo quanto più sarà radicato nella preghiera, nel perdono, nella vicinanza ai poveri, alle famiglie, ai giovani in cerca di verità. Non dimenticate: un sacerdote santo fa fiorire la santità attorno a sé”.
Articolo pubblicato originariamente qui. È stato riadattato dal team di ewtn.it.





