“Il Concilio Vaticano II insegna che ‘col sacramento del pane eucaristico viene rappresentata ed effettuata l’unità dei fedeli, che costituiscono un solo corpo in Cristo…’”.
Con queste parole, tratte dalla Lumen Gentium, Papa Leone XIV ha concluso la sua omelia nella Solennità del Corpus Domini, poco prima di avviare la processione eucaristica che, come da tradizione, ha unito le basiliche patriarcali di San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore.
Una Chiesa in cammino, dietro all’Eucaristia, dietro a Cristo, per portarlo al cuore del mondo. Così il Papa aveva esortato:
“Portate Gesù al cuore di tutti, perché Gesù tutti coinvolge nell’opera della salvezza”.
Un popolo in cammino con il Papa
E Gesù è stato davvero portato per le strade, stretto tra le mani del Pontefice, lungo via Merulana. Papa Leone XIV ha percorso a piedi il tragitto della processione, camminando dietro all’ostensorio, sormontato dal baldacchino processionale, finemente ricamato in bianco e oro. Il colore della regalità di Cristo, celebrato in mezzo al suo popolo.
Folla commossa, occhi lucidi, incenso e candele. Due ali di fedeli, dietro le transenne, hanno accompagnato in silenzio e preghiera il passaggio del Santissimo Sacramento. Il Papa, con lo sguardo fisso sull’ostensorio, non l’ha mai distolto lungo l’intero cammino, che ha avuto inizio poco dopo le 18:00, per concludersi intorno alle 19:10 sul sagrato di Santa Maria Maggiore.
Una processione dal gusto antico
La schola cantorum, diretta da mons. Marco Frisina, ha intonato i più solenni inni eucaristici della tradizione latina. Il corteo si è aperto con il maestoso “Pange lingua gloriosi Corporis mysterium”, composto da san Tommaso d’Aquino su incarico di papa Urbano IV, proprio in occasione dell’istituzione della Solennità del Corpus Domini nel 1264.
I canti si alternavano a letture evangeliche e testi spirituali, creando un’atmosfera intensa e mistica. Sono stati proclamati brani dai quattro Vangeli, ciascuno legato al mistero dell’Eucaristia:
- Matteo 26, 26-29: l’istituzione dell’Eucaristia nell’Ultima Cena;
- Marco 6, 39-44: la moltiplicazione dei pani;
- Luca 24, 28-32: Gesù riconosciuto allo spezzare del pane;
- Giovanni 6, 47-51: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo”.
Accanto ai testi sacri, anche scritti di santi e beati che hanno testimoniato l’amore per l’Eucaristia: Giacomo Alberione, san Paolo VI, santa Teresa di Gesù Bambino, san Giovanni Paolo II.
Silenzio e adorazione a Santa Maria Maggiore
L’arrivo del corteo a Santa Maria Maggiore ha segnato l’ultimo atto della celebrazione. Sul sagrato era stato allestito un piccolo altare, semplice e solenne. Papa Leone XIV ha deposto l’ostensorio e si è inginocchiato davanti al Santissimo, mentre il coro intonava il Tantum Ergo, altro inno eucaristico attribuito a san Tommaso.
Poi, la Benedizione solenne: il Papa ha rialzato l’ostensorio, ha tracciato il segno della croce sulla città di Roma e sul mondo intero, al suono delle campane. È seguito un profondo silenzio, mentre il coro concludeva con l’antica litania eucaristica:
“Dio sia benedetto. Benedetto il suo santo nome. Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero uomo…”.
Una sinfonia di fede e lode
Quella vissuta è stata una processione attesa, intensa, densa di significato, la prima del pontificato di Leone XIV. Una “sinfonia amorosa” – come l’hanno definita molti – dove si sono unite liturgia, canto, Vangelo e popolo. Un cammino di fede nel cuore della città, con Gesù, Eucaristia viva, portato in mezzo al suo popolo.
Una processione che non è solo tradizione, ma profezia, che mostra – come ha detto il Papa – che la Chiesa è un corpo solo, radunato attorno al suo Signore. E che dalla mensa eucaristica parte per testimoniare il Vangelo nelle strade del mondo.
Articolo precedentemente pubblicato qui.