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Il Beato McGivney e il baseball: possibile patrono spirituale con Papa Leone XIV?

In basso: una squadra di baseball dei Cavalieri di Colombo posa per una fotografia a Boston (Stati Uniti) il 30 agosto 1902. In primo piano: dipinto di Richard Whitney raffigurante il Beato Michael McGivney (a sinistra) e Papa Leone XIV con un cappellino dei Chicago White Sox durante l’udienza generale dell’11 giugno in Piazza San Pietro. Credito: Filippo Monteforte/Register Staff / AFP via Getty Images / Boston Public Library / Richard Whitney / CC BY-SA 3.0.
In basso: una squadra di baseball dei Cavalieri di Colombo posa per una fotografia a Boston (Stati Uniti) il 30 agosto 1902. In primo piano: dipinto di Richard Whitney raffigurante il Beato Michael McGivney (a sinistra) e Papa Leone XIV con un cappellino dei Chicago White Sox durante l’udienza generale dell’11 giugno in Piazza San Pietro. Credito: Filippo Monteforte/Register Staff / AFP via Getty Images / Boston Public Library / Richard Whitney / CC BY-SA 3.0.

Il Beato Michael McGivney, sacerdote statunitense e fondatore dei Cavalieri di Colombo, è noto per la sua dedizione alla fede e all’impegno sociale. Ma pochi sanno che fu anche un appassionato giocatore e promotore del baseball. Ora, sotto il pontificato di Papa Leone XIV — notoriamente tifoso dei Chicago White Sox — cresce l’interesse per la sua figura come possibile santo patrono di questo amato sport.

Un Papa con la passione per il baseball

Papa Leone XIV ha mostrato pubblicamente il suo affetto per i Chicago White Sox, indossando persino il classico cappellino bianco e nero della squadra durante eventi pubblici, e partecipando a cori di tifosi in Piazza San Pietro. Questo particolare aspetto del suo pontificato potrebbe influenzare una scelta inedita: la proclamazione di un patrono per il baseball, sport che ad oggi non ha un santo riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa.


Il Beato McGivney: prete, fondatore e… giocatore

Nato nel 1852 a Waterbury, Connecticut, Michael McGivney fu ordinato sacerdote e divenne una figura di riferimento per i cattolici irlandesi-americani, fondando i Cavalieri di Colombo nel 1882 per sostenere le famiglie cattoliche in difficoltà. Ma McGivney era anche un atleta appassionato. Mentre studiava al seminario “Our Lady of Angels” dell’Università di Niagara, si distinse in una partita tra seminaristi del Connecticut e di New York: giocò esterno sinistro, fu quarto in battuta e segnò tre punti. I documenti storici riportano persino che ricoprì il ruolo di vicepresidente della sua squadra, i Charter Oaks.


Baseball e pastorale: una visione comunitaria

Come parroco a St. Mary’s (New Haven) e poi a St. Thomas (Thomaston), McGivney integrò il baseball nella vita parrocchiale, organizzando partite durante i picnic della comunità. Secondo alcune fonti, potrebbe aver anche allenato la squadra dei Cavalieri di Colombo locale. Per McGivney, lo sport non era un semplice passatempo: era un mezzo per costruire legami di fraternità e rafforzare il senso di comunità, specialmente tra i giovani immigrati cattolici.


I Cavalieri di Colombo e la promozione del baseball

Dopo la sua morte nel 1890, i Cavalieri di Colombo continuarono a promuovere il baseball, fondando leghe in tutto il paese. Alla fine del XIX secolo, la lega di Chicago contava 42 squadre divise in cinque divisioni. Durante il XX secolo, la figura leggendaria di Babe Ruth, membro del consiglio, fu coinvolta in partite di beneficenza organizzate per raccogliere fondi destinati ai bisognosi.

Un esempio più recente si è avuto nel giugno 2024, quando i Cavalieri dell’Arcidiocesi di Detroit hanno raccolto oltre 65.000 dollari per costruire un campo da baseball per bambini con bisogni speciali, intitolandolo “Campo McGivney”.


Verso la canonizzazione: un passo alla volta

Affinché il Beato McGivney possa diventare il patrono ufficiale del baseball, deve prima essere canonizzato. Dopo la beatificazione avvenuta il 31 ottobre 2020, è necessario il riconoscimento di un secondo miracolo attribuito alla sua intercessione. Una volta canonizzato, la nomina a patrono richiederebbe un processo distinto, gestito dal Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.


Come si diventa patrono di uno sport?

Secondo la storica Katherine Sprows Cummings (Università di Notre Dame), ci sono tre modalità:

  1. Devozione popolare crescente, come avvenne per San Giuseppe con i carpentieri;
  2. Proposta delle autorità ecclesiastiche o civili, come nel caso di Santa Teresa d’Avila, co-patrona della Spagna;
  3. Decisione papale diretta, come fece San Giovanni Paolo II con Santa Edith Stein come patrona d’Europa.

Il patrocinio, spiega Cummings, non cambia la santità del soggetto, ma ne amplifica la visibilità e ne rafforza il legame con i fedeli.


Un modello contro le superstizioni dello sport

Ray McKenna, fondatore di Catholic Athletes for Christ, ritiene che McGivney possa offrire un’alternativa cristiana alle superstizioni comuni nel baseball: “Perché affidarsi a un portafortuna quando si può guardare a un santo che ha dato la vita a Dio e amava il baseball?”

Anche Andrew Fowler, esperto di politiche pubbliche e autore di studi sul beato, sottolinea come McGivney possa servire da esempio concreto di integrazione tra vita spirituale e attività quotidiana.


Altri possibili candidati

Alcuni suggeriscono Santa Rita da Cascia, menzionata nel film “El novato”, o il leggendario Roberto Clemente, stella della MLB e devoto cattolico morto mentre portava aiuti umanitari in Nicaragua. Tuttavia, Clemente non ha ancora una causa di canonizzazione attiva.

Per questo, il Beato McGivney, con la sua biografia sportiva e spirituale e una causa già avviata, appare il candidato più solido.

Tradotto e adattato dal team di EWTN Italia. L’originale si trova qui.

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