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María Lozano, portavoce di Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), denuncia: “È stata una carneficina” – Massacro di cristiani in Nigeria

Il massacro di Yelwata ha causato almeno 200 vittime | Credit: Vatican Media
Il massacro di Yelwata ha causato almeno 200 vittime | Credit: Vatican Media

María Lozano, portavoce dell’organizzazione Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), ha denunciato che l’attacco compiuto da radicali islamici contro il villaggio di Yeleguata, nello Stato di Benue (Nigeria centrale), rappresenta una delle peggiori stragi degli ultimi anni contro i cristiani nel Paese.

“È stata una carneficina, bisogna dirlo”, ha dichiarato Lozano in un’intervista a EWTN Noticias, parlando di questo massacro che ha provocato almeno 200 morti e si è protratto per oltre tre ore, a partire dalla sera di venerdì 13 giugno.

“Gli aggressori sono entrati con estrema violenza. Si dice che fossero ben armati. Circa 40 attaccanti sono penetrati da diversi punti di questo piccolo villaggio”, ha spiegato.

Secondo le testimonianze raccolte da ACS, gli assalitori hanno dapprima preso di mira la sede della polizia locale, per poi cercare di irrompere in una chiesa dove si rifugiavano circa 700 persone. Successivamente hanno rivolto la loro furia contro un campo di sfollati interni, dove vivevano in condizioni precarie. “Hanno attaccato questo campo di rifugiati, che era costituito da strutture molto fragili”, ha denunciato Lozano.

“Il momento peggiore è stato quando hanno incendiato rapidamente le abitazioni. Non ci sono stati solo morti per colpi d’arma da fuoco: alcuni sono stati sgozzati, molti sono stati bruciati vivi. È stato terribile. L’attacco è durato fino alle due del mattino”, ha aggiunto.

Lo Stato di Benue è a maggioranza cristiana, e Lozano ha avvertito che questo tipo di attacchi è ormai diventato una tragica consuetudine.

“Quasi ogni giorno ricevo messaggi dai sacerdoti di Benue: ‘Ne hanno uccisi altri due’, ‘ne hanno uccisi altri tre’, ‘altri quattro’. È una spirale continua”.

Le vittime sono spesso contadini che tentano di tornare alle loro terre, oppure familiari che cercano i corpi dei propri cari. “I sacerdoti cercano di dare sostegno emotivo e accompagnare la popolazione”, ha raccontato.

Lozano ha definito questo episodio come “la più grande strage che abbiamo sentito negli ultimi tempi” in quella regione. Molte delle famiglie che abitavano a Yeleguata erano già sfollate a causa di precedenti attacchi, composte per lo più da donne e bambini.

Le cause del conflitto

La portavoce ha spiegato che la Nigeria è afflitta da diversi focolai di violenza. Al nord agiscono gruppi come Boko Haram e lo Stato Islamico, che sebbene si siano divisi, continuano a colpire. Al centro del Paese, dove si trova Benue, i conflitti hanno una componente sia religiosa che territoriale.

“Alcuni gruppi, con una marcata influenza islamista fanatica, stanno cercando di conquistare sempre più territorio. È il cosiddetto ‘cintura centrale’ della Nigeria, dove si incrociano musulmani del nord e cristiani del sud”, ha spiegato Lozano.

Una fede che resiste

Nonostante il dolore e la distruzione, la fede delle vittime rimane viva.

“Nonostante tutto ciò che stanno soffrendo, cercano ancora di resistere”, ha affermato.

Ha raccontato una scena che l’ha profondamente colpita:

“Ho visto un video che mi ha commossa: tutto era bruciato, tutte le case distrutte, eppure tre o quattro donne cercavano, con le loro pentole, di recuperare quel poco di riso e cereali rimasto per poter sfamare le famiglie”.

“È la Chiesa a sostenerli. Portano il loro dolore con fede, perché è l’unica cosa che realmente dà loro consolazione in questi momenti”, ha concluso.

Anche la Chiesa in Messico alza la voce

Il 17 giugno, la Conferenza dell’Episcopato Messicano (CEM) ha espresso profondo dolore e costernazione per la recente strage avvenuta in Nigeria.

In un comunicato intitolato “Solidarietà con il Popolo di Dio pellegrino in Nigeria davanti alla strage subita”, i vescovi hanno definito quanto accaduto una violenza “disumana che grida al cielo”, e hanno invitato tutte le comunità ecclesiali del Messico a unirsi in preghiera.

“Ci uniamo ai nostri fratelli vescovi della Nigeria e a tutto il Popolo di Dio pellegrino in Africa, in questo anno giubilare della speranza, per chiedere al Signore il dono della pace”, si legge nel comunicato.

Hanno infine invitato le parrocchie a offrire Eucaristie e ore sante per le vittime, contemplando con fede il volto misericordioso di Cristo, Principe della Pace, “perché il suo amore ci ispiri a lavorare instancabilmente per la riconciliazione, il perdono e la vera giustizia tra i popoli”.

Tradotto e adattato dalla redazione di ewtn.it. L’originale si trova su aciprensa.com.

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