Skip to content

Qual è la differenza tra pregare in ginocchio e genuflettersi?

Genuflessione vs. pregare in ginocchio: vi sono parecchie differenze.
L'episodio della Bibbia del cieco | Wiki
L'episodio della Bibbia del cieco | Wiki

Don Juan José Silvestre, liturgista della Facoltà di Teologia dell’Università di Navarra, difende la genuflessione (appoggiare il ginocchio destro a terra) come un’“espressione di una fede incarnata e consapevole” e ricorda che questo gesto è diverso dal pregare in ginocchio.

“Una cosa è pregare in ginocchio durante la consacrazione, per esempio, e un’altra è la genuflessione, che è un segno di adorazione o venerazione verso l’Eucaristia”, spiega il sacerdote, dottore in Sacra Liturgia, in un’intervista rilasciata ad ACI Prensa – partner in spagnolo di EWTN News.

“La genuflessione comporta che il ginocchio destro tocchi terra, mentre nella consacrazione si sta con entrambe le ginocchia a terra”, aggiunge.

La preghiera in ginocchio nella Bibbia

Don Silvestre constata come questa pratica abbia radici bibliche: “La sua origine più remota è quella preghiera in ginocchio che troviamo sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento”.

In tal senso, porta alcuni esempi, come quello di Gesù “nella preghiera nell’Orto degli Ulivi”, in cui “San Luca ci dice che il Signore pregava in ginocchio”, o quello di Santo Stefano negli Atti degli Apostoli, che “prima di essere martirizzato, pregava anch’egli in ginocchio”.

In ogni caso, assicura che questo gesto riverente, agli inizi del cristianesimo, era legato a un “certo carattere penitenziale” (cioè, riconoscimento del peccato, pentimento e desiderio di conversione). Per questo motivo, nei primi secoli, i cristiani “la domenica non si inginocchiavano, perché non era un giorno di richiesta di perdono”.

Nei regimi feudali medievali, era un gesto di venerazione del potere

Con il tempo, però, il gesto acquisì un nuovo significato e, a partire dall’XI secolo, la genuflessione “diventa una manifestazione di venerazione e rispetto”. L’esperto nota come questa pratica, nel Medioevo, traesse origine dalla venerazione nei confronti del signore feudale, del re o dell’imperatore, per poi essere trasposta “in quell’adorazione verso l’Eucaristia”.

In questo senso, il liturgista sottolinea come, nello sviluppo spirituale, la genuflessione sia legata a un approfondimento della fede che si basa sulla “presenza reale di Gesù nell’Eucaristia”. “Gesù è presente con il suo corpo e il suo sangue; perciò, davanti alla sua anima e divinità, questo gesto di adorazione è connesso”, osserva.

Genuflessione solo con il ginocchio destro

Infatti, la genuflessione è definita nel Messale, il libro liturgico che contiene le preghiere, le letture e le rubriche per la celebrazione eucaristica secondo il rito romano.

Così, spiega chiaramente come la genuflessione “si faccia piegando il ginocchio destro fino a terra, il che significa adorazione”. E aggiunge: “Quella genuflessione, nel regime feudale, si faceva con il ginocchio sinistro. Perciò, al Signore la facciamo con il ginocchio destro”.

Questo gesto è riservato a momenti specifici: “Per l’adorazione del Santissimo Sacramento o della Santa Croce, oppure per l’adorazione solenne del Venerdì Santo fino all’inizio della Veglia Pasquale”.

Il sacerdote spiega che il Messale Romano indica le tre genuflessioni che il sacerdote deve fare durante la celebrazione eucaristica: “Dopo aver mostrato il Corpo di Cristo, dopo aver mostrato il calice con il Sangue di Cristo e prima dell’‘Ecco l’Agnello di Dio’”. Inoltre, se il tabernacolo si trova nel presbiterio, “ne fa una all’arrivo e una alla partenza dal presbiterio, all’inizio e alla fine della celebrazione”.

Per questo motivo, anche i fedeli sono chiamati a fare lo stesso: “Quando arrivano e passano davanti al tabernacolo, fanno anch’essi la genuflessione. Vale a dire, quando si passa davanti al luogo della riserva eucaristica, il segno di venerazione, di adorazione, è quel gesto della genuflessione”.

Infine, precisa che anche il Messale stabilisce che, durante la consacrazione, i fedeli devono stare in ginocchio, salvo gravi motivi che lo impediscano, come problemi di salute, oppure se il luogo è “molto angusto” o c’è un “numero molto elevato di partecipanti”.

Testo tradotto e adattato dalla redazione di ewtn.it. L’originale si trova qui.

Ricevi le notizie più importanti da EWTN Italia via WhatsApp. È diventato sempre più difficile vedere le notizie cattoliche sui social media. Iscrivetevi oggi stesso al nostro canale gratuito:

LUDOVICA PELIZZARI SOCIAL MEDIA SPECIALIST EWTN

Condividi

Desiderate le ultime novità su chiesa e cultura?

Iscriviti alla nostra Newsletter e ricevi le notizie più importanti via mail


Altre notizie correlate a questo articolo

Pasqua in Vaticano

Con l’arrivo della Settimana Santa, il Vaticano si trasforma nel cuore pulsante della spiritualità cattolica. Tra antichi riti,

1700° Anniversario della Basilica di San Giovanni in Laterano: Celebrazione della Madre di tutte le Chiese

Un anniversario storico per la cattedrale di RomaL’Arcibasilica di San Giovanni in Laterano, la chiesa più importante di

L’Arcivescovo Saba nuovo Ordinario Militare per l’Italia

Succede a Monsignor Santo Marcianò che oggi compie 65 anni Monsignor Gian Franco Saba, finora Arcivescovo metropolita di

Note storiche, la biblioteca dei Papi dal IV secolo ad oggi

Dalle pergamene ai catologhi on line e alle digitalizzazioni Una delle istituzioni più antiche della Santa Sede è

Don Giacomo Cardinali nominato Vice Prefetto della Biblioteca Vaticana da Papa Francesco

Si tratta di Don Giacomo Cardinali, finora Aiuto Scriptor della medesima Istituzione Il Papa stamane ha nominato ha

Santo Stefano, Papa Francesco: “I martiri non si lasciano uccidere per debolezza”

Appello del Papa: “Una delle azioni che caratterizzano i giubilei è la remissione dei debiti. Incoraggio tutti a

IN DIRETTA
DAL VATICANO

Siate presenti in
diretta su EWTN.it