Città del Vaticano – “Da dove un giovane traeva la forza di resistere alla corruzione, radicata nella mentalità corrente e capace di ogni violenza? La scelta di mantenere le mani pulite – era funzionario alla dogana – maturò in una coscienza formata dalla preghiera, dall’ascolto della Parola di Dio, dalla comunione con i fratelli”. Con queste parole Papa Leone XIV ha ricordato stamane il Beato Floribert Bwana Chui, nel corso dell’udienza ai pellegrini congolesi, giunti a Roma per la sua beatificazione, avvenuta ieri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura.
Il giorno dopo la beatificazione del Beato Floribert Bwana Chui, Papa Leone XIV ha incontrato in Vaticano i pellegrini giunti a Roma per la celebrazione, che si è svolta domenica sera nella Basilica di San Paolo fuori le Mura.pic.twitter.com/7XLKeDrgJY
— EWTN Italia 🇮🇹 (@EwtnItalia) June 16, 2025
Il Pontefice ha sottolineato come la testimonianza del giovane martire congolese, ucciso a soli 26 anni per essersi opposto con fermezza alla corruzione, sia un esempio luminoso per l’intero continente africano e per tutta la Chiesa. “Il Beato Floribert – ha aggiunto Papa Leone – viveva una familiarità impegnata con i ragazzi di strada, spinti a Goma dalla guerra, disprezzati e orfani. Li amava con la carità di Cristo: si interessava a loro e si preoccupava della loro formazione umana e cristiana. La forza di Floribert è cresciuta nella fedeltà alla preghiera e ai poveri”.
Un giovane disarmato, ma non rassegnato
Papa Leone ha poi tracciato un profilo spirituale e civile del giovane beato: “È stato un uomo di pace. In una regione tanto sofferente come il Kivu, lacerata dalla violenza, portava avanti la sua battaglia per la pace con mitezza, servendo i poveri, praticando l’amicizia e l’incontro in una società lacerata. Questo giovane, per nulla rassegnato al male, aveva un sogno, che si nutriva delle parole del Vangelo e della vicinanza al Signore. Nessuna terra è abbandonata da Dio! Egli invitava i suoi amici a non rassegnarsi e a non vivere per sé. Malgrado tutto, esprimeva fiducia riguardo al futuro”.
Floribert, ha ricordato ancora il Papa, è segno che i giovani possono essere protagonisti della pace: “Questo martire africano, in un continente ricco di giovani, mostra come essi possano essere un fermento di pace disarmata e disarmante. Questo laico congolese mette in luce il valore prezioso della testimonianza dei laici e dei giovani. Possa allora, per l’intercessione della Vergine Maria e del Beato Floribert, realizzarsi presto la sospirata pace in Kivu, in Congo e in tutta l’Africa”.
Un beato laico, vicino ai poveri e ai piccoli
La figura di Floribert si inserisce in una lunga tradizione di laici martiri, testimoni della fede non in forza di un ministero ordinato, ma di una coerenza evangelica quotidiana, vissuta nella professione, nell’impegno sociale, nella fraternità. La sua beatificazione rilancia anche l’appello di Papa Leone XIV alla pace in Africa, tema al centro del suo magistero fin dall’inizio del pontificato.
Articolo pubblicato precedentemente su acistampa.com. È stato riadattato dal team di ewtn.it.