Il Cardinale Dominique Joseph Mathieu, arcivescovo latino di Teheran-Isfahan, si è espresso sugli attacchi delle ultime ore tra Israele e Iran, affermando che è impossibile “raggiungere la pace con attacchi preventivi, invece di impegnarsi nel dialogo al tavolo dei negoziati”.
Nelle ultime ore, l’operazione Rising Lion di Israele ha lanciato oltre 200 attacchi aerei contro installazioni nucleari e militari iraniane, uccidendo alti comandanti come Hossein Salami e Mohammad Bagheri, oltre ad alcuni scienziati nucleari.
L’Iran ha risposto con una serie di attacchi con missili balistici (diverse centinaia secondo Teheran, meno di 100 secondo Israele), diretti contro città israeliane come Tel Aviv e Gerusalemme. Il sistema di difesa israeliano ha intercettato la maggior parte dei missili.
“Preghiamo dunque affinché prevalga una pace negoziata fondata sul consenso. Che lo Spirito Santo guidi questo processo”, ha dichiarato il Cardinale Mathieu in un intervento rilasciato ad Asia News.
L’agenzia asiatica riferisce che il porporato teme che si stia concretizzando un’escalation nel conflitto tra Israele e i suoi vicini arabi, “che rischia di trascinare l’intero Medio Oriente in un conflitto devastante”.
Nel mese di maggio, dopo aver partecipato al conclave, il Cardinale Mathieu aveva dichiarato ad Asia News che, nonostante i cattolici iraniani siano una minoranza, “vi è una grande speranza, unita a un’incredibile attesa” per il pontificato di Leone XIV.
“Possiamo dire che siamo pieni di speranza”, ha aggiunto, facendo riferimento all’Anno Giubilare.
Il cardinale ha sottolineato che, secondo la sua esperienza vissuta durante i giorni del conclave, il nuovo Papa possiede la capacità di aprire molte porte, come già aveva fatto Papa Francesco, in particolare verso il mondo musulmano e le autorità iraniane.
“Nella scelta del Papa, racconta il cardinale, lo Spirito Santo ci ha guidati sulla strada giusta, perché potrebbe essere la persona capace di farlo”.
“Ciò che i cattolici iraniani si aspettano dal Papa è che sia un uomo di preghiera”, spiega l’arcivescovo. Un uomo capace di “dedicare tempo alla preghiera”, perché nel Paese e nella regione “molte cose non potranno essere risolte in futuro se non attraverso la preghiera”.
Di fronte a questo momento drammatico in Medio Oriente, il Cardinale Mathieu considera la sua missione come arcivescovo della capitale iraniana, affidatagli da Papa Francesco, come
“un tentativo di inclusione ancora più ampio”.
Il pontefice argentino gli aveva chiesto di svolgere “il compito di integrare, includere, entrare in contatto con la nazione a tutti i suoi livelli”.
Tradotto e adattato dalla redazione di ewtn.it. L’originale si trova qui.





