«Da piccolo giocava a fare il prete. L’asse da stiro era il suo altare. La copriva con un asciugamano e noi dovevamo andare a Messa. Sapeva tutto, conosceva le preghiere in latino e in inglese. Distribuiva la comunione con le Necco Wafers (caramelle rotonde prodotte negli Stati Uniti).»
È uno dei tanti episodi inediti raccontati nel libro Leone XIV. Tutto su Papa Bob, il missionario che lo Spirito Santo ha spedito a Roma, scritto dal giornalista italiano Giorgio Dell’Arti e pubblicato in Italia nel giugno 2025 dalla Libri Compagnia Editoriale Aliberti.
Una vocazione nata tra le mura di casa
Attraverso testimonianze familiari, documenti e articoli di stampa, la biografia ripercorre il cammino umano e spirituale di Robert Francis Prevost, eletto Papa con il nome di Leone XIV. Tra i capitoli più toccanti, spiccano quelli dedicati alla sua precoce vocazione.
I suoi due fratelli raccontano che, mentre loro si divertivano a giocare a “guardie e ladri”, Robert preferiva fingere di celebrare la Messa e distribuire la comunione. Un’attrazione profonda e consapevole verso la fede già nei primi anni di vita.
“Sapeva che sarebbe diventato sacerdote”
Suo fratello John afferma: «Noi tre sapevamo fin da piccoli cosa saremmo diventati da grandi», aggiungendo:
«Rob sapeva che sarebbe diventato sacerdote da quando ha imparato a camminare. Un vicino una volta gli disse che sarebbe diventato Papa».
Anche una compagna di scuola ricorda con affetto la sua devozione, evidente nei piccoli gesti quotidiani:
«Pregavamo con le mani alzate, sai, con le dita rivolte al cielo. Dopo un po’ ti stancavi e volevi abbassarle o unirle. Robert non lo faceva mai. Era semplicemente devoto. Ma non in modo ostentato».
Un momento di crisi e una svolta decisiva
Il libro non nasconde i momenti di dubbio vissuti dal giovane Prevost, che arrivò persino a considerare l’idea di lasciare il seminario e sposarsi. Ma una conversazione con il padre si rivelò decisiva.
«Sebbene l’intimità con sua madre fosse molto importante, l’intimità tra loro due con Cristo, cioè l’amore per Cristo, era altrettanto importante. E quindi, l’amore per il sacerdozio», si legge nel volume.
La fede vissuta in famiglia: il ruolo della madre
Nella genealogia di Papa Leone XIV si intrecciano radici andaluse e normanne: la nonna paterna, Suzanne Fontaine, era francese, nata a Le Havre nel 1894 da una famiglia di pasticceri. La madre, Mildred Agnes Martínez – per tutti Millie – era figlia di immigrati andalusi e figura chiave nella trasmissione della fede.
«A casa nostra c’era sempre un posto in più a tavola», racconta uno dei fratelli, ricordando le frequenti visite di sacerdoti e vescovi.
Millie era una donna di profonda fede, presidente per anni della St. Mary Altar and Rosary Society, un’associazione dedicata alla preghiera, alla devozione mariana e al servizio parrocchiale. Promuoveva con passione il Rosario e coinvolgeva i figli nella vita della comunità ecclesiale come chierichetti, lettori e musicisti.
Secondo Marianne Angarola, compagna di università del futuro Papa,
«Era una di quelle donne che chiamavamo “donne di chiesa”».
Millie apriva la sua casa a tanti, e spesso organizzava incontri con membri del clero. Anche le sue doti culinarie, apprezzate da molti, contribuivano a rendere la casa Prevost un piccolo punto di riferimento per la vita della parrocchia.
Tradotto e adattato dalla redazione di ewtn.it. L’originale si trova qui.