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Oggi celebriamo la Beata Diana degli Andalò, che sfidò la sua famiglia per seguire Cristo

Beata Diana degli Andalò, il 10 giugno | ewtn.it
Beata Diana degli Andalò, il 10 giugno | ewtn.it

La Chiesa Cattolica oggi ricorda la Beata Diana degli Andalò, religiosa italiana.

Una vocazione più forte di ogni ostacolo

Diana degli Andalò, nata a Bologna nel 1201, proveniva da una famiglia aristocratica e influente, legata alla consorteria dei Carbonesi. Fin da giovane mostrò un’intelligenza vivace e un carattere deciso. Ammirava profondamente i predicatori domenicani, in particolare il beato Reginaldo d’Orléans, che aiutò nell’acquisto del terreno delle Vigne, dove sorgerà la futura basilica di San Domenico.

Nel 1219 decise di consacrare la sua vita a Dio e fu accolta nell’Ordine domenicano da san Domenico di Guzmán in persona. Tuttavia, la sua scelta incontrò una dura opposizione da parte della famiglia, che la costrinse a tornare a casa. Due anni dopo, tentò nuovamente la via religiosa tra le agostiniane di Ronzano, ma fu rapita dai suoi stessi familiari per impedirglielo. Durante questo atto violento, si fratturò una costola.

Nonostante le ferite e il dolore, Diana non si arrese. Tornò di nascosto all’eremo e, grazie alla mediazione del beato Giordano di Sassonia, la sua famiglia accettò infine la sua vocazione. Con il loro aiuto e sotto la guida di Giordano, nel 1222 fondò il monastero di Sant’Agnese a Bologna, su un terreno paterno. Lì visse fino alla morte nel 1236, guidando la comunità come priora insieme ad altre due beate, Cecilia e Amata di Bologna.

Una testimonianza che vive nelle lettere

Diana mantenne un’intensa e profonda corrispondenza con Giordano di Sassonia, figura centrale della prima generazione domenicana dopo la morte di san Domenico. Queste lettere, conservate fino a oggi, sono un prezioso documento spirituale e storico, ricco di affetto, consigli e riflessioni.

Il culto e la memoria liturgica

Diana degli Andalò fu proclamata beata da papa Leone XIII l’8 agosto 1888. Nell’iconografia è spesso rappresentata come suora domenicana con in mano dei gigli, simbolo della purezza, e una piccola immagine del suo monastero. La sua memoria liturgica ricorre il 10 giugno, anche se talvolta viene celebrata anche l’8 o il 9.

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