Nel linguaggio della Chiesa cattolica, l’espressione motu proprio — dal latino “di propria iniziativa” — indica un documento emanato dal Papa di sua spontanea volontà. Si tratta di una forma particolare di atto giuridico e pastorale che, pur rientrando nel più ampio genere dei documenti pontifici, si distingue per la sua origine: non risponde a una richiesta di altri, ma nasce da un’intenzione personale del Pontefice.
I motu proprio vengono utilizzati per una varietà di scopi: riforme legislative, modifiche al diritto canonico, creazione o soppressione di organismi ecclesiastici, norme liturgiche o disciplinari. Alcuni hanno avuto un impatto storico notevole, come il Summorum Pontificum di Benedetto XVI o il più recente Traditionis custodes di Papa Francesco.
Generalmente brevi e redatti in uno stile diretto, i motu proprio entrano in vigore alla data indicata nel testo o dopo la pubblicazione su L’Osservatore Romano, e assumono forza di legge per tutta la Chiesa o per la parte specificata nel documento.
Questo tipo di atto testimonia non solo l’autorità universale del Papa, ma anche il suo desiderio di intervenire personalmente, guidando la Chiesa nei momenti in cui sente necessario offrire orientamenti chiari e decisi.






