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Papa Leone XIV: “I papi passano, la Curia rimane”

Il Papa durante l'udienza in Aula Paolo VI || Vatican Media

Sabato mattina, l’udienza agli Officiali della Curia Romana, ai Dipendenti della Santa Sede, del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e del Vicariato di Roma

“Questo nostro primo incontro non è certo il momento per fare discorsi programmatici, ma piuttosto è per me l’occasione di dirvi grazie per il servizio che svolgete, e che io, per così dire, “eredito” dai miei Predecessori” con queste parole Papa Leone XIV ha salutato gli Officiali della Curia Romana, i Dipendenti della Santa Sede, del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e del Vicariato di Roma ricevuti stamane in udienza nell’aula Paolo VI. E’ questo il primo incontro con i dipendenti vaticani che con un grande, sentito e prolungato applauso hanno accolto il Papa. Papa Leone, allora, con umorismo risponde a questo applauso: “Quando gli applausi durano più del discorso, dovrò fare un discorso più lungo. E allora, state attenti!”.

Ricorda la sua venuta a Roma quando “l’amato Papa Francesco” lo aveva nominato Prefetto del Dicastero per i Vescovi: un vero e proprio “cambiamento”, così lo definisce papa Leone XIV. Ricorda, poi, in merito alla sua elezione a pontefice, le parole che Simon Pietro disse a Gesù sul lago di Tiberiade: “Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene”. E poi, continua:  “I Papi passano, la Curia rimane. Questo vale in ogni Chiesa particolare, per le Curie vescovili. E vale anche per la Curia del Vescovo di Roma. La Curia è l’istituzione che custodisce e trasmette la memoria storica di una Chiesa, del ministero dei suoi Vescovi. Questo è molto importante”. 

“Senza memoria il cammino si smarrisce, perde il senso del percorso. Ecco, carissimi, questo è il primo pensiero che vorrei condividere con voi: lavorare nella Curia Romana significa contribuire a tenere viva la memoria della Sede Apostolica, nel senso vitale che ho appena accennato, così che il ministero del Papa possa attuarsi nel migliore dei modi”, continua il pontefice. 

Fa riferimento, inoltre, anche alla “dimensione missionaria della Curia e di ogni istituzione legata al ministero petrino”. Un punto sul quale – dice papa Leone XIV – “ha insistito molto Papa Francesco, che, coerentemente con il progetto enunciato nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, ha riformato la Curia Romana nella prospettiva dell’evangelizzazione, con la Costituzione apostolica Praedicate Evangelium”. 

“Come penso sappiate – continua poi il pontefice – l’esperienza della missione fa parte della mia vita, e non solo in quanto battezzato,come per tutti noi cristiani, ma perché come religioso agostiniano sono stato missionario in Perù, e in mezzo al popolo peruviano è maturata la mia vocazione pastorale. Non potrò mai ringraziare abbastanza il Signore per questo dono!”.

Infine ripete le parole del primo saluto da papa, quello dell’8 maggio, data della sua elezione: “Dobbiamo cercare insieme come essere una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta ad accogliere con le braccia aperte tutti, tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, della nostra presenza, del dialogo e dell’amore”. 

Dunque, missione. Una missione alla quale “ciascuno dà il suo contributo svolgendo il proprio lavoro quotidiano con impegno e anche con fede, perché la fede e la preghiera sono come il sale per i cibi, danno sapore. Se dunque dobbiamo tutti cooperare alla grande causa dell’unità e dell’amore, cerchiamo di farlo prima di tutto con il nostro comportamento nelle situazioni di ogni giorno, a partire anche dall’ambiente lavorativo”, conclude papa Leone XIV. 

L’udienza si conclude, poi, con una invocazione-preghiera alla Vergine Maria, “perché benedica la Curia Romana e la Città del Vaticano, e anche le vostre famiglie, specialmente i bambini, gli anziani e le persone malate e sofferenti”.

Questo articolo è stato pubblicato su ACI Stampa e ripreso dal team di EWTN Italia

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Antonio Tarallo

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