Intervista al nuovo Priore del Convento di Sant’Agostino e Santa Rita
Tutto è pronto per la grande festa di Santa Rita a Cascia. Quest’anno alla solennità si aggiunge un altro anniversario molto importante: sono infatti passati 125 anni dalla canonizzazione della Santa degli impossibili da parte di Leone XIII. E non è finita qui. La comunità agostiniana è in festa anche per l’elezione di Papa Leone XIV, che è stato tantissime volte a Cascia e conosce molto bene il monastero. Inoltre Papa Leone XIV è davvero molto legato a Santa Rita. Ce lo racconta Padre Juraj Pigula, nuovo Priore del Convento di Sant’Agostino e Santa Rita. Dopo anni in Slovacchia, sua terra di nascita, e più recentemente a Viterbo, nel Lazio, e a Pavia, guida la comunità dei padri agostiniani di Cascia.
Padre Juraj come vi state preparando alla festa di oggi di Santa Rita? Ci sono novità per quest’anno?
Quest’anno ci sono più eventi, ma la preparazione spirituale è sempre la stessa. Prepariamo la Basilica di Cascia e i luoghi dove si svolgono le celebrazioni, la sala della pace per esempio. Noi non riusciamo a celebrare tutti i giorni in basilica, perché ci sono tantissimi fedeli in questi giorni. In particolare c’è un forte incremento di gruppi stranieri. Le celebrazioni si svolgono nella sala della pace che può accogliere tra le 600 e le 800 persone. Dobbiamo preparare i percorsi così che la gente abbia la possibilità di pregare solo Santa Rita, fare la fila, pregare e visitare i luoghi della Santa. Ci sono tanti volontari che ci aiutano. Anche in arabo, abbiamo una signora libanese che ci dà una mano con i fedeli dal Libano. Abbiamo anche tanti brasiliani, polacchi, ci sono davvero tante altre persone diverse dall’Italia… ma questi spiccano. Sarà possibile anche confessarsi. Ci sono tantissimi sacerdoti che ci aiutano, sono di diverse nazioni, anche esperti in materia teologia e spirituale. Cascia è un luogo di perdono e riconciliazione, vengono qui con questo intento. Alcune persone vengono solo in questi luoghi, le persone lo sentono come un luogo dove poter ricominciare la loro vita con Dio. Tutto il mondo si può confessare, è il potente messaggio di santa Rita che la gente capisce dritto nel cuore.
Sono passati 125 anni dalla canonizzazione di Santa Rita e a canonizzarla fu proprio Leone XIII, predecessore di Leone XIV… che emozione state provando con il nuovo Papa, un agostiniano, e avete organizzato qualcosa per questo anniversario?
Le emozioni sono di un’immensa gioia per il nuovo Papa… è il nostro confratello che chiamavo padre Robert! Lui era il nostro padre generale e visitava le nostre comunità. Era sempre presente, ogni anno. A Cascia ci sono tantissimi ricordi con lui, tutti si ricordano di lui, tutti mi chiedono ma quando viene a Cascia? È una persona con la quale abbiamo mangiato, riso, scherzato….è davvero un’altra esperienza pregare per il Papa perché ora lo conosciamo, ha un compito sovraumano, c’è gioia, c’è una grande preghiera. Quest’anno ricorrono anche i 125 anni della canonizzazione di Santa Rita e abbiamo anche delle cose speciali. A Palazzo Santi il 24 maggio sarà aperta una mostra sui 125 anni dalla canonizzazione. L’ha preparata il comune di Cascia. Nella mattinata ci sarà una tavola rotonda per il 125 anno con titolo “cronistoria della canonizzazione ritiana”, sarà ricordata la storia e la promulgazione di questa canonizzazione. Poi la sera un “evento spettacolo” “Rita santa della speranza”. Ci sarà anche il teatro che rappresenterà la vita di santa Rita e la sua spiritualità. Sarà un modo anche per parlare con i pellegrini.
Avete sentito Papa Leone XIV? Immagino già che tutta la comunità lo abbia invitato a Cascia!
Il nostro augurio è proprio quello di averlo qui, ma capiamo molto bene che ha tantissimi impegni, deve insediarsi bene. Non vogliamo accelerare i tempi di Papa Leone. Sappiamo che Papa Leone ama santa Rita. Vuole bene alle monache che lui ha sostenuto moltissimo, anche in tempi di crisi. Lui è attento alle cose piccole, alle piccole comunità, lui pianificherà nel tempo questa visita. Lui sa che la Santa degli impossibili ha messo la mano su questo. L’anno scorso è venuto alla nostra festa. La sua devozione verso Santa Rita si dimostra proprio nella costanza con cui veniva qui, non è mancato mai. Aveva a cuore molto i monasteri, partecipava all’elezione della badessa, ascoltava i loro problemi, si può dire che ha una grande devozione vedendo questi atteggiamenti. Stavamo costruendo il nostro convento in Slovacchia e gli stavo spiegando che volevamo intitolarlo a Santa Rita. E lui confermava questo pensiero.
Questo articolo è stato pubblicato su ACI Stampa e ripreso dal team di EWTN Italia