Oltre ai 17 italiani, a completare il gruppo europeo nel conclave che si aprirà il 7 maggio ci sono altri 36 cardinali (35 con l’assenza annunciata di Antonio Canizares Llovera)
Oltre ai 17 italiani, a completare il gruppo europeo nel conclave che si aprirà il 7 maggio ci sono altri 36 cardinali (35 con l’assenza annunciata di Antonio Canizares Llovera).
Francia e Spagna sono le nazioni maggiormente rappresentate, contando ciascuna su 5 porporati elettori (la Spagna solo formalmente). La Francia può schierare il Cardinale Christophe Pierre, Nunzio Apostolico negli Stati Uniti; il Cardinale Philippe Barbarin, Arcivescovo emerito di Lione, creato da Giovanni Paolo II nel concistoro dell’ottobre 2003; il Cardinale Dominique Mamberti, già Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e Protodiacono: sarà lui – se non dovesse essere eletto – ad annunciare al mondo l’elezione del nuovo Pontefice. In passato è stato anche Segretario per i Rapporti con gli Stati in Segreteria di Stato; il Cardinale Jean-Marc Aveline, Arcivescovo di Marsiglia e Presidente neoeletto della Conferenza Episcopale Francese, uomo molto vicino a Papa Francesco; il Cardinale Francois Xavier Bustillo, frate minore conventuale, Vescovo di Ajaccio.
La Spagna invece porterà nella Cappella Sistina il Cardinale Carlos Osoro Sierra, Arcivescovo emerito di Madrid e porporato più anziano dell’intero collegio elettorale: compirà 80 anni il prossimo 16 maggio; il Cardinale Juan Josè Omella, Arcivescovo di Barcellona; il Cardinale Angel Fernandez Artime, già Pro-Prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ed ex Rettore Maggiore dei Salesiani; il Cardinale Josè Cobo Cano, Arcivescovo di Madrid. A loro si sarebbe dovuto aggiungere il Cardinale Antonio Canizares Llovera, Arcivescovo emerito di Valencia ed unico del gruppo ad aver ricevuto la berretta rossa da Papa Benedetto XVI.
4 sono invece i cardinali portati in dote dalla Polonia: il Cardinale Stanislaw Rylko, Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore; il Cardinale Kazimierz Nycz, Arcivescovo emerito di Varsavia; il Cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere Apostolico, molto spesso inviato dal Papa in Ucraina per manifestare la vicinanza della Chiesa; il Cardinale Gregorz Rys, Arcivescovo di Lodz ed astro nascente dell’episcopato polacco. Assente l’Arcivescovo di Cracovia – diocesi che fu guidata anche da Karol Wojtyla – che durante il pontificato di Papa Francesco è rimasto senza porpora.
Anche il Portogallo sarà rappresentato da 4 porporati. Entreranno a votare nella Cappella Sistina il Cardinale Antonio Augusto dos Santos Marto, Vescovo emerito di Leiria-Fatima; il Cardinale Manuel Macario do Nascimento Clemente, Patriarca emerito di Lisbona; il Cardinale Josè Tolentino de Mendonca, già Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione; il Cardinale Americo Alves Aguiar, Vescovo di Setubal, organizzatore della GMG di Lisbona e tra i più giovani dell’intero collegio cardinalizio avendo solo 51 anni.
Segue la Germania, con 3 rappresentanti: il Cardinale Gerhard Ludwig Muller, Prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede; il Cardinale Reinhard Marx, Arcivescovo di Monaco e Frisinga e già coordinatore del Consiglio per l’economia; il Cardinale Rainer Maria Woelki, Arcivescovo di Colonia. Dei tre, solo il Cardinale Muller ha ricevuto la porpora Francesco, gli altri due sono stati creati da Benedetto XVI.
3 anche i Cardinali provenienti dal Regno Unito: il Cardinale Vincent Nichols, Arcivescovo di Westminster e Presidente della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles; il Cardinale Timothy Radcliffe, già Maestro dell’Ordine dei Frati Predicatori ed assistente spirituale al Sinodo sulla sinodalità: è peraltro l’unico cardinale elettore ad essere rimasto presbitero, in deroga al motu proprio Cum gravissima di Giovanni XXIII; il Cardinale Arthur Roche, già Prefetto del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
Sono due i porporati elettori della Svizzera: il Cardinale Emil Paul Tscherrig. già Nunzio Apostolico, ed il Cardinale Kurt Koch, già Prefetto del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani.
Infine, porteranno in conclave un rappresentante il Belgio con il Cardinale Jozef De Kesel, Arcivescovo emerito di Bruxelles; la Bosnia, con il Cardinale Vinko Puljic, Arcivescovo emerito di Sarajevo: è il cardinale elettore più anziano in ordine di creazione, avendo ricevuto la berretta rossa da Giovanni Paolo II nel concistoro del 1994; la Croazia,con il Cardinale Josip Bozanic, Arcivescovo emerito di Zagabria, creato anch’egli da Giovanni Paolo II nel 2003; l’Ungheria, con il Cardinale Peter Erdo, Arcivescovo di Budapest e creato cardinale da Giovanni Paolo II nel 2003; la Lituania, con il Cardinale Rolandas Makrickas, Arciprete coadiutore della Basilica di Santa Maria Maggiore; il Lussemburgo con il Cardinale gesuita Jean Claude Hollerich, Arcivescovo di Lussemburgo e già relatore generale dell’ultimo sinodo dei vescovi; Malta, con il Cardinale Mario Grech, già Segretario generale del Sinodo dei Vescovi, un porporato molto vicino a Papa Francesco; l’Olanda, con il Cardinale Willem Jacobus Eijk, Arcivescovo di Utrecht, un bioeticista che è stato annoverato nel collegio cardinalizio da Papa Benedetto XVI; la Serbia con il Cardinale verbita Ladislav Nemet, Arcivescovo di Belgrado; la Svezia, con il Cardinale carmelitano Anders Arborelius, Vescovo di Stoccolma, cresciuto in una famiglia luterana si è poi convertito al cattolicesimo.
Nel conclave del 2013 che ha eletto Papa Francesco i cardinali elettori europei erano complessivamente 60 ma su un totale di 115 partecipanti. Oggi sono 53 (o 52 contando l’assenza del Cardinale Canizares) ma su un totale potenziale di ben 135 elettori.
Questo articolo è stato pubblicato su ACI Stampa e ripreso dal team di EWTN Italia