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Carlo Acutis e i quattro Papi

La morte inaspettata di Papa Francesco, avvenuta il Lunedì dell’Angelo, 21 aprile, ha rinviato la tanto attesa canonizzazione di Carlo Acutis, il giovane italiano che ha conquistato una generazione di cattolici con il suo amore per l’Eucaristia e la sua passione per la tecnologia.

Mentre la Chiesa si prepara a un nuovo conclave, decine di migliaia di giovani pellegrini arrivati a Roma per la canonizzazione sono rimasti nella Città Eterna, vegliando in preghiera per il Pontefice scomparso.

Il cammino verso la santità di Carlo si è intrecciato con la vita degli ultimi tre papi, ognuno dei quali ha segnato un momento significativo della sua breve vita e della sua eredità spirituale. Carlo andò in pellegrinaggio per vedere Giovanni Paolo II, offrì le sue sofferenze per Benedetto XVI e fu beatificato durante il pontificato di Papa Francesco. Ora, sarà compito del prossimo Papa canonizzare il primo santo millennial della Chiesa.

Un’infanzia ispirata da Giovanni Paolo II

Nato nel 1991 durante il pontificato di Giovanni Paolo II, Carlo Acutis crebbe in un contesto segnato dall’energia missionaria del Papa polacco. La sua tata, devota a Giovanni Paolo II, fu tra le prime a trasmettergli la fede.

Nel 2000, all’età di 9 anni, Carlo partecipò con la sua famiglia a uno degli eventi centrali del Grande Giubileo: l’affidamento del nuovo millennio al Cuore Immacolato di Maria da parte del Papa, in Piazza San Pietro. Il giovane Carlo, tra migliaia di pellegrini raccolti davanti alla statua della Madonna di Fatima, ascoltò queste parole di Giovanni Paolo II:

“La Chiesa oggi, per voce del successore di Pietro, […] cerca rifugio nella tua protezione materna e fiduciosamente implora la tua intercessione.”

Quel momento segnò per sempre la sua spiritualità mariana e la sua devozione al Papa.

Offrire la sofferenza per Benedetto XVI

Quando nel 2005 il cardinale Joseph Ratzinger fu eletto Papa Benedetto XVI, Carlo aveva 13 anni. Secondo la madre, era profondamente affascinato dalla figura del nuovo Pontefice.

Nel 2006, a Carlo fu diagnosticata una forma aggressiva di leucemia. Poco prima della morte, il 12 ottobre dello stesso anno, offrì le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa:

“Offro tutte le sofferenze che dovrò patire al Signore per il Papa e per la Chiesa, per andare dritto in Paradiso senza passare dal Purgatorio.”

Un gesto di straordinaria maturità spirituale in un adolescente, che visse la malattia come offerta d’amore.

La beatificazione sotto il pontificato di Papa Francesco

Papa Francesco ha riconosciuto le virtù eroiche di Carlo nel 2018 e successivamente approvato i due miracoli attribuiti alla sua intercessione, aprendo la via alla canonizzazione.

Francesco ha spesso citato Carlo come esempio per i giovani del nostro tempo, in particolare nell’esortazione apostolica Christus Vivit, in cui lo indicava come modello contro le tentazioni del mondo digitale:

“La sua testimonianza mostra ai giovani di oggi che la vera felicità si trova nel mettere Dio al primo posto e nel servire il prossimo, soprattutto i più deboli.”

Dopo la beatificazione avvenuta ad Assisi nel 2020, la canonizzazione era prevista per il 27 aprile 2025, durante un evento giubilare che avrebbe attirato 80.000 adolescenti a Roma. La morte di Papa Francesco ha trasformato quella Messa in una celebrazione dei Novendiali, i nove giorni di lutto seguiti alla morte di un Papa.

Un santo per il prossimo Papa

Spetterà ora al nuovo pontefice canonizzare Carlo Acutis, che diventerà il primo santo millennial della Chiesa. Il momento e il luogo della canonizzazione saranno decisi dal successore di Francesco, che avrà l’opportunità di parlare direttamente al futuro della Chiesa e ai suoi giovani.

In questa transizione storica, la figura di Carlo emerge ancora più luminosa: giovane, credente, innamorato dell’Eucaristia e della Madonna, e capace di parlare ai cuori dei suoi coetanei anche oltre la morte. La sua vita, intrecciata a quattro pontificati, testimonia l’unità e la continuità della Chiesa attraverso le generazioni

Tradotto e adatta dal team di EWTN Italia. L’originale si trova qui.

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