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Cos’è e come funziona un conclave?

La scheda di scrutinio del Cardinale Roger Mahony, il manuale di procedura del conclave, la scheda di voto e la penna Pilot G-2 blu usate al conclave papale del 2013. | Wiki
La scheda di scrutinio del Cardinale Roger Mahony, il manuale di procedura del conclave, la scheda di voto e la penna Pilot G-2 blu usate al conclave papale del 2013. | Wiki

Papa Francesco, morto il 21 aprile all’età di 88 anni, è stato sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore dopo i funerali celebrati il 26 aprile.

Mentre il mondo continua a piangere il pontefice defunto durante il periodo di nove giorni noto come Novendiali (o anche Novemdiali), sono in corso i preparativi per il conclave, regolato da norme rigorose, che è il processo attraverso il quale viene eletto il nuovo papa.

Ecco cosa bisogna sapere su ciò che accadrà prossimamente.

Come si prepara il conclave: Chi può partecipare?

Il compito di eleggere il nuovo papa spetta esclusivamente ai membri del Collegio dei Cardinali che abbiano meno di 80 anni e siano altrimenti idonei e in grado di partecipare. Attualmente, questi cardinali elettori sono 134.

Il cardinale Giovanni Battista Re, 91 anni, è il decano del Collegio dei Cardinali, ossia il membro più anziano in grado e grado, eletto tra i cardinali vescovi e confermato dal papa. Normalmente spetterebbe a lui avviare formalmente il processo del conclave.

Tuttavia, sia lui che il vice decano, il cardinale Leonardo Sandri, sono troppo anziani per prendere parte al conclave. Pertanto, sarà il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano e cardinale vescovo più anziano idoneo, a presiedere il prossimo conclave.

Il 7 maggio inizia il conclave

Il sistema del conclave fu formalizzato nel 1274, e le sue procedure sono descritte in dettaglio nella costituzione apostolica Universi Dominici Gregis di san Giovanni Paolo II del 1996, poi modificata leggermente da Benedetto XVI e Francesco.

Di norma, il conclave inizia il quindicesimo giorno dopo la morte del papa, cioè il sedicesimo giorno di sede vacante. Può essere anticipato, purché tutti i cardinali siano presenti, o posticipato fino al ventesimo giorno per “gravi motivi”.

L’Ufficio Stampa della Santa Sede ha annunciato che il conclave inizierà la mattina del 7 maggio con la Messa Pro eligendo Romano Pontifice nella Basilica di San Pietro.

Nel pomeriggio, i soli cardinali elettori entreranno nella Cappella Sistina cantando il Veni Creator Spiritus, invocando lo Spirito Santo. Una volta dentro, ciascun cardinale presterà giuramento di osservare le norme, mantenere il segreto e votare liberamente secondo coscienza.

Quando l’ultimo cardinale ha prestato giuramento, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, mons. Diego Ravelli, pronuncia la formula Extra omnes (“Tutti fuori”), ordinando l’uscita di chiunque non partecipi al conclave.

Restano nella cappella solo il maestro delle celebrazioni e un predicatore incaricato di offrire una meditazione ai cardinali. Dopo la predica, anch’essi lasciano la cappella (il maestro delle celebrazioni vi rientrerà più volte durante il conclave, ad esempio al momento del voto).

Le porte della Cappella Sistina vengono poi chiuse al mondo esterno fino all’elezione del nuovo papa.

Cosa succede durante il conclave?

I cardinali sono tenuti al segreto assoluto sia durante che dopo il conclave. Si adottano misure rigorose per assicurare che la Cappella Sistina non sia intercettata. Anche nei momenti fuori dalla cappella (per dormire o mangiare), è vietato discutere quanto avviene al suo interno.

Il primo pomeriggio si tiene una sola votazione. Nei giorni seguenti, si vota due volte al mattino e due volte al pomeriggio.

Le schede riportano le parole Eligo in summum pontificem (“Elego come sommo pontefice”), con uno spazio per scrivere il nome del candidato. I cardinali si avvicinano uno a uno all’affresco del Giudizio Universale di Michelangelo, recitano un giuramento in latino e inseriscono la loro scheda in un’urna.

Formula del giuramento:
“Chiamo in testimone Cristo Signore, che mi giudicherà, che do il mio voto a colui che davanti a Dio penso debba essere eletto.”

Tre cardinali scrutatori, scelti a sorte, contano le schede. Se il numero non corrisponde a quello degli elettori, tutte le schede vengono bruciate e si ripete il voto. Se il numero è corretto, gli scrutatori leggono i voti ad alta voce e li registrano, infilzando poi ogni scheda su un filo per sicurezza.

Altri tre cardinali, detti revisori, controllano che il conteggio sia stato eseguito correttamente. Tre cardinali infirmariiportano una cassetta chiusa agli elettori malati, raccolgono i loro voti e la riconsegnano chiusa agli scrutatori.

Servono i due terzi dei voti — attualmente 90 su 134 — per eleggere un nuovo papa. In media, nel secolo scorso, un papa è stato eletto al terzo giorno di conclave, dopo circa otto votazioni.

L’elezione del nuovo papa

Se nessuno è eletto, le schede vengono bruciate con paglia umida, producendo fumo nero. Se invece si raggiunge l’elezione, viene usato un agente chimico che genera il famoso fumo bianco.

Ma prima che il nuovo papa venga annunciato, si seguono altri passaggi:

Una volta rientrati il segretario del Collegio e il maestro delle celebrazioni, il decano (o il cardinale con maggiore anzianità e grado) si avvicina all’eletto e gli chiede:

“Accetti la tua elezione canonica a sommo pontefice?”
Se accetta, diventa vescovo di Roma e papa. Il decano chiede poi:
“Con quale nome vuoi essere chiamato?”

Il maestro delle celebrazioni redige un documento che attesta l’accettazione e il nome scelto, alla presenza di due cerimoniari.

Il nuovo papa si ritira poi nella cosiddetta “Stanza delle Lacrime”, adiacente alla Cappella Sistina, dove indossa i paramenti papali bianchi. I cardinali si avvicinano uno a uno per rendere omaggio al nuovo pontefice.

Si eleva un atto di ringraziamento a Dio. Poi il cardinale protodiacono annuncia al popolo in Piazza San Pietro:

“Habemus Papam!”, indicando anche il nome scelto dal nuovo papa.
Il pontefice si affaccia quindi alla loggia centrale della basilica e pronuncia la benedizione Urbi et Orbi (“alla città e al mondo”).

Tradotto e adattato dal team di ewtn.it. L’originale si trova qui.

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